Tuturano e la Chiesa Madonna del Giardino

TUTURANO (BR) – ALCUNI CENNI STORICI

“Nella parte più vicina a Brindisi vi era una vasta conca paludosa con canneti, boschi cedui e macchia mediterranea ove naturale e ideale era l’habitat per vari uccelli migratori. Quasi al centro di questa conca era il territorio di Tuturano, paese che sta a 45 metri sul livello del mare e da questo è lontano  appena 9 chilometri. (…) La sua distanza da Brindisi è di 14 chilometri, da Lecce 30 e da Taranto 65. (1)

Sull’origine del nome sono state avanzate diverse ipotesi, ma la più probabile è quella derivata dalla scoperta di una “epigrafe romana, ma di età cristiana e forse attribuibile ad un convertito alla nuova fede. Essa sta ora depositata nella chiesa di Santa Maria di Cerrate fra Squinzano e Trepuzzi. Contiene il nome Tutorius dando più probabile conferma all’origine onomastica latina del toponimo. Tutor Tutorius si sa poi che in latino significò difensore, protettore, guardiano.” (1)

Epigrafe marmorea conservata nella Abbazia di S. Maria a Cerrate.

Tuturano ebbe origine come feudo medievale donato dai Normanni alle monache benedettine di Brindisi (1097 e 1107) come documentato nell’atto di donazione di Goffredo conte di Conversano  e sua moglie Sichelgaita trascritto nel manoscritto di Ortensio de Leo (A.D. 1766), regalato nel 2010  alla Biblioteca Pubblica Arcivescovile Annibale De Leo dall’allora arcivescovo di Brindisi-Ostuni Mons. Rocco Talucci.

Di seguito le foto del prezioso documento

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Tuturano fu poi abitato dagli albanesi sino al 1480, quando l’abbandonarono per spostarsi in Abruzzo al fine di proteggersi dall’invasione dei Turchi, che proprio in quei giorni avevano preso la città di Otranto. Gli albanesi vi fecero ritorno dopo circa un anno.

Dice, infatti, F. Ascoli ne “La storia di Brindisi”:

“Tuturano è un piccolo villaggio, frazione del comune di Brindisi, da cui dista circa 10 miglia. Era anticamente, come s’è detto, feudo delle monache di San Benedetto, alle quali era stato donato dal conte Goffredo, normanno, e dalla moglie Sighelgaida, Quando Ferdinando (d’Aragona) concesse privilegi ed esenzioni a chi veniva ad abitare a Brindisi, si stabilirono qui circa 50 famiglie greche per sottrarsi al giogo dei turchi. L’Abadessa di S. Benedetto diede a questa gente, atta all’agricoltura, il feudo di Tuturano; e già l’aveano ridotto in buone condizioni di coltura, quando dovettero fuggire” – era l’anno 1480 e i Turchi di Akmet entrarono in Otranto dopo 15 giorni di assedio. Di ventiduemila abitanti, 10 mila furono uccisi nel primo impeto, gli altri fatti schiavi. L’arcivescovo Stefano vestito degli ornamenti pontificali, fu decapitato nel coro della chiesa. Nessun sacerdote risparmiato. I templi profanati. Ottocento persone che si erano rifiutate di rinnegare la fede in Cristo furono uccise e ancora oggi i loro corpi, per ordine del Papa, giacciono sepolti nella Cattedrale della città.”

Continuando: ” Partiti i turchi…la provincia di Terra d’Otranto depose lo spavento e l’angoscia, …le città, le borgate, i castelli si ripopolarono dei cittadini che la paura aveva sparpagliato per le campagne lontane. Ciascuno  tornò alla casa che trovò depredata; ai campi che vide maltrattati: ma nell’angoscia e nel dolore confortato che gl’infedeli erano finalmente partiti.

I Greci, abitatori di Tuturano, ritornarono essi pure dagli Abruzzi in Brindisi, credendo di potere continuare la coltura dei loro campi con le primitive condizioni. Ma l’Abadessa del Monastero di S. Benedetto voleva considerarli decaduti dai loro privilegi, ritenendo cessati i patti antichi. I Greci ricorsero al re, il quale, facendo ragione ai loro reclami, dispose si considerasse come non avvenuta la fuga, e potessero essi liberamente coltivare i loro terreni, secondo le antiche stipulazioni.”

 

TORRE DI S. ANASTASIO

Il monumento più antico è rappresentato dalla Torre di Sant’Anastasio, risalente al XVI secolo. E’ detta così in quanto in alto, dal lato che guarda la piazza, ha l’immagine del Santo scolpita in rilievo su pietra con una scritta in greco, opera di un artigiano locale dello stesso secolo. Congruo alla torre vi era anche un carcere, le cui chiavi erano in possesso della Madre Badessa del convento di San Benedetto. La torre infatti rappresenta il simbolo del potere delle suore benedettine sul feudo di Valeriano.
Il culto di Sant’Anastasio è stato accertato in questa località, popolata oltre che da albanesi, anche da greci. Sulla stessa piazzetta, prospicente la torre, si può ammirare la Torre dell’Orologio.” (2)

Tuturano – Torre di S. Anastasio.
Parte superiore

Sant’Anastasio.
Scale che portano alla vetta della torre di S. Anastasio.
La Torre dell’Orologio vista attraverso una finestra di probabile origine normanna.

Commenta F. Sanapo, giovane tuturanese studioso di archeologia e storia medievale:

“La finestra che dà sul cortile mostra chiaramente l’impianto medievale con arco a tutto sesto, tipico dell’epoca Normanna. Sopra all’arco a tutto sesto un lastrino  probabilmente postumo del ‘500, fa sembrare la finestra quadrata. Un tipico esempio di come l’architettura medievale nel corso dei secoli del Rinascimento sia stata sostituita con forme tutte nuove.”

Arco a tutto sesto di probabile epoca normanna, modificato in epoca successiva.
Camino sulla torre.
Veduta dalla torre.

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Una delle più antiche ed interessanti testimonianze di edilizia di culto, oltre che dell’identità e della storia della gente di Tuturano, è la chiesa della Madonna del Giardino.

CHIESA  MADONNA DEL GIARDINO 

LA STRUTTURA ESTERNA

“La tradizione fa risalire la nascita della chiesa a un evento miracoloso. La leggenda narra, infatti, della scoperta casuale, da parte di un pastore, di un ritratto della Vergine con il bambino in braccio. Il misterioso ritrovamento fece gridare la popolazione al miracolo e in quel luogo fu costruita l’attuale chiesa intitolata alla “Madonna del Giardino”, festeggiata in Tuturano nella terza domenica di maggio.

La piccola chiesa di Maria Santissima del Giardino, risalente al 1300, fu riedificata nel 1598 recuperando le precedenti strutture. Nel corso dei secoli “la chiesa piccinna”, così veniva indicata dai tuturanesi, ha subito diverse vicissitudini tra cui un primo importante restauro nel 1881, documentato dall’epigrafe ancora esistente, un intervento di complessiva ridefinizione nel 1896; i bombardamenti della seconda guerra mondiale ne hanno minato definitivamente la stabilità. Essa ad oggi è coperta da volte a spigolo in muratura con copertura a tre campate di cui quella centrale più alta delle altre. La facciata è costituita da un raffinato e armonioso portale di gusto rinascimentale con cornice a doppio giro di fogliette. Gli altari sono datati ai secoli XVII e XVIII; nel 1749 annoverava l’altare Maggiore sotto il titolo della Vergine, sul lato sinistro i due altari dedicati l’uno alla Santissima Annunziata e l’altro all’Immacolata Concezione, sul lato destro quelli di San Francesco Saverio e di Sant’Oronzo.” (3)

Particolare del portale di gusto rinascimentale con cornice a doppio giro di fogliette.

Ingresso precedente. Sotto il piazzale si ritiene ci sia una vera cripta-ossario.
Il portale murato costituiva il precedente ingresso alla chiesa.

All’esterno segni di affreschi quasi completamente scomparsi.

L’INTERNO

“In controfacciata è un’ acquasantiera lapidea, a muro, databile al tardo ‘500 o ai primi del ‘600, dalla vasca circolare ornata da baccellature.

Sull’attuale parete di fondo un altare in pietra sei – settecentesco, attuale altare maggiore, in un’ ampia arcata ricavata nel muro, in cui pure sono collocate le rappresentazioni scultoree di due cherubini a figura intera, conserva una decorazione pittorica più antica tardo cinquecentesca o dei primi del seicento, raffigurante una Madonna del Rosario.

Altare maggiore.

Altare in pietra.

Cornice intorno all’altare.
Particolare della cornice in cui è rappresentato il simbolo celtico del “nodo di re Salomone” .

Tale rappresentazione, chiaro rimando alla battaglia di Lepanto, interdetta alla vista dagli interventi settecenteschi, è stata recuperata nel 1982; così è descritta da Marco Fina:

“Tornando agli affreschi dell’altare maggiore, dobbiamo dire che non ci è dato sapere se alcuni soldati di Tuturano abbiano partecipato alla battaglia navale di Lepanto, ma non si potrebbe escludere a priori una tale ipotesi: la dovizia dei particolari pittorici e soprattutto il richiamo alla battaglia di Lepanto in una sperduta località della Puglia lascia supporre una tale congettura. Come abbiamo detto, Maria Santissima domina la scena mentre consegna il rosario. Il papa vestito di bianco, col piviale rosso e con la tiara in testa in preghiera è san Pio V cui fu attribuito il merito della vittoria.

San Pietro

Decorazione pittorica raffigurante la Madonna del Rosario.

Fu lui che si appellò ai principi cristiani convincendoli a formare una crociata per impedire che i turchi conquistassero l’Europa. Fu lui che galvanizzò il mondo cristiano ed impose ai fedeli la recita del rosario a cui fece aggiungere nelle litanie una particolare invocazione rivolta a Maria Santissima: auxilium cristianorum, aiuto dei cristiani. Alle spalle del papa si notano due personaggi col diadema che adorna il capo e sono da riconoscere don Giovanni d’Austria e Marcantonio Colonna, rispettivamente comandante e vice comandante della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto;

Alle spalle di santa Caterina coperto dalla colonna dell’abside si nota un personaggio turco col caratteristico copricapo bianco, volto nero, a braccia conserte in atteggiamento di preghiera; potrebbe raffigurare qualche prigioniero catturato durante la battaglia navale che l’artista rappresenta come convertito alla religione cristiana. Di fronte al pontefice si notano due contadine dal volto rubicondo, in ginocchio in una lunga veste che sono senza dubbio le committenti di tutto l’affresco, se non proprio le pie donne che con l’aiuto delle offerte raccolte tra i fedeli costruirono o ricostruirono la chiesa: stretta analogia con la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie di San Donaci voluta dalla pia donna Mariuccia. Non manca una nota caratteristica del paesaggio: l’artista con un volo pindarico, da Lepanto sulla costa meridionale della Grecia passa in Egitto e rappresenta le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, con le sponde del fiume Nilo sulle quali vegetano le piante verdi di papiro, rappresentate come agave.

La parte centrale, ai piedi del trono di Maria è occupata da un albero dal cui tronco si dipartono tre rami fronzuti. Sul quarto ramo reciso spicca l’immagine di una civetta dai caratteristici occhi fosforescenti. La rappresentazione di questo uccello notturno riveste un’importanza particolare per la borgata greca di Tuturano. La civetta è il simbolo dell’antica Atene e i greci amavano rappresentarla anche nelle colonie[…]

Tutto l’affresco della chiesa di Tuturano è attorniato da piccoli quadri affrescati che in ordinata sequenza narrano la vita di Gesù Cristo: l’Annunciazione, la Visita di santa Maria a santa Elisabetta, la Nascita di Gesù nella capanna, la Circoncisione, Gesù che discute con i dottori nel tempio, il Giardino degli ulivi con gli apostoli dormienti; la Flagellazione alla colonna, molto simile all’attuale colonna dell’Osanna di Tuturano, Gesù con la clamide rossa (re da burla), l’Incoronazione di spine, Verso il Calvario, l’Innalzamento sulla Croce, Maria santissima nel cenacolo, Ascensione e Assunzione.

Piccoli quadri affrescati che in ordinata sequenza narrano la vita di Gesù.

L’altare posto sulla parete destra, contenente l’antico affresco della Vergine affettuosa, è più sopraelevato degli altri e presenta una complessa impaginazione architettonica. Ai lati, tra colonne tortili e collocate entro nicchie, sono due piccole sculture lapidee a tutto tondo riferentesi a San Giuseppe col Bambino e San Giovanni Battista. L’attuale sistemazione è databile, come informa un’epigrafe in sito al 1734; fu essa dovuta alla liberalità dell’allora parroco Giovanni Leone.” (4)

Altare barocco con colonne tortili.

S. Giuseppe col Bambino.
S. Giovanni Battista.
Tabernacolo.

Affresco con la “Vergine affettuosa”
Particolare delle mani in evidenza
“Un notevole intervento di complessiva ridefinizione della chiesa si ebbe nel 1896, a seguito di crolli intervenuti in corrispondenza della facciata di ponente, a iniziativa di Angelo Invidia; fu allora che l’asse principale della chiesa divenne quello nord-sud. Delle pitture parietali che ornavano la chiesa sono relitto due grandi figure intere, scoperte nel 1913, identificabili con i Santi Pietro e Paolo (già visti in precedenza).” (4)
 Nelle altre nicchie:
La decorazione dell’archivolto ci indica la data del 1722
S. Barbara.

 

Madonna col Bambino.
Arco affrescato.

Crocefisso.

 

 

Di opinione diversa è il Bradascio, secondo cui “la tempera della Madonna del Rosario che…sembrò espressione della componente greca di Tuturano per tramandare il ricordo della vittoria a Lepanto, è troppo tarda per essere attribuita al sentimento religioso degli orientali …Questi riferimenti portano (quasi  ndr) concordemente a considerare che la chiesetta con muratura a secco nella campagna acquitrinosa di Tuturano fu ricostruita, come prima chiesa cattolica dell’habitat, dopo il 1571 quando la vittoria della flotta cristiana a Lepanto, allontanando definitivamente il pericolo delle incursioni turche, fece sorgere nelle nostre popolazioni un sentimento di sicurezza e di gratitudine. (…)
La costruzione della piccola chiesa, indicata ancora dai tuturanesi come “la chiesa piccinna”, fu il frutto di una devozione popolare, ma fu anche l’occasione per la curia diocesana di Brindisi di restaurare sentimenti di religiosità cattolica in contrapposizione a quelli ortodossi della comunità di rito greco.
Confermata la vox populi che ha sempre indicato intorno all’anno 1600 l’edificazione della “chiesa piccinna”, peraltro essendosi consolidata in quel tempo lontano e in quel territorio la presenza di una comunità contadina, detta chiesa assunse il duplice compito di luogo di devozione per la Madonna del Giardino e di sepoltura per i cattolici della comunità. Anni  addietro infatti, nel corso di alcune opere di consolidamento delle fondamenta, fu scoperto nell’ipogeo un ossario di discrete dimensioni.
Dell’altra chiesa che era quella dove si praticava il rito greco … i resti probabilmente erano nell’area di quella chiesa demolita durante l’ultima guerra; chiesa che sorgeva di fronte alla torre indicata come Torre di sant’Anastasio. La torre di vedetta, databile alla fine del XV o prima metà del XVI secolo, semidiruta … e ha in alto incastonato all’altezza della merlatura inesistente , una lastra a rilievo rappresentante un santo vescovo che non ha però alcun elemento di iconografia orientale.” (1)

Un altro, più originale punto di vista sulla storia di Tuturano, ci viene dato  da Federico Sanapo, giovane storico 25enne di Tuturano,  già balzato agli onori della cronaca per la vittoria al Premio Nazionale Ricerca nel Mistero per le sue indagini sulla chiesa di San Giovanni al Sepolcro a Brindisi. Dopo le sue ricerche sui Templari, il giovanissimo ricercatore, studente di archeologia presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, crede di aver trovato qualcosa di importante proprio nella sua cittadina Tuturano.

A tal proposito questi alcuni brani di una intervista rilasciata a Brundisium.net:


“Si tratta” – spiega il giovane – “di qualcosa di importante e fondamentale per la storia del nostro casale”. Un casale, quello di Tuturano, di cui si hanno notizie antichissime, fin dal 1099, quando la contessa Sighelgaita e il Conte Goffredo di Conversano, donarono il casale Tutorius, alle monache benedettine del Monastero di Santa Maria Veterana in Brindisi.
La nuova scoperta di Sanapo, non riguarda alcun mistero, ma pura e semplice archeologia. “Tuturano”- spiega – “ha origini molto antiche, addirittura romane. Probabilmente il feudo era una proprietà di un ricco Romano, da cui il nome Tutorium, passato poi in Tutorius. Si narra addirittura che qui Cesare, lo stesso grande imperatore, abbia soggiornato presso un nobile del posto.
L’antica e romana Tutorium, si trovava lungo la strada Statale 16 Adriatica, che oggi collega il capoluogo, Brindisi, con San Pietro Vernotico. Una antica strada che collegava questa con Valesium e Rudie. Tutorium, si trovava esattamente alla metà di questo antico percorso.
Un’altra antica strada romana, narrata anche da Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, partiva da Brundisium (Brindisi) e passando quindi vicino a Tutorium, raggiungeva anche Portu Sasinae (odierna Porto Cesareo)”.
Nel Medioevo, poi, il casale, si spostò di un chilometro in direzione Mesagne, ove oggi sorge l’ antica Torre Sant’Anastasio. E’ sotto l’antica torre e sotto la piazza che si celerebbe un vero e proprio “tesoro” unico nel panorama archeologico. Una ipotesi che potrebbe venire anche confermata dai prossimi lavori di restauro che dovrebbero partire a breve.
“La Torre Sant’Anastasio, così chiamata dalla probabile effige del Santo posta in cima, è una Torre Quadrata del XII-XIII secolo, e serviva probabilmente per difendersi dagli attacchi dei Turchi.
Nelle vicinanze sorgeva una chiesa greca medioevale, oggi crollata in seguito a terremoti ed altri eventi naturali”. 
Tuturano era anticamente abitata infatti da gente albanese e greca, infatti a Tuturano era presente sia il rito latino che quello greco, una comunità quindi “cosmopolita” almeno nei rituali, il suo nome stesso richiama infatti anche la Dea Madre, dispensatrice di fertilità.
“Dentro la Torre Sant’Anastasio” spiega Federico – “non moltissimi anni fa vi era un bar, poi c’è stato un fruttivendolo, e i racconti locali, confermati un pò da tutti, parlano di una botola, ove si scendeva giù fino ad arrivare a dei sotterranei e ad una cripta basiliana”. I Basiliani, monaci di rito greco, erano numerosissimi nella Regione della Apulia, e si svilupparono molto, il loro centro era Otranto ove nell’Abbazia di San Nicola di Casole, vi erano conservati scritti importanti.
“Quando crollò la chiesa, si rinvennero ossa umane” – dichiara Federico – “e se si continua a scavare lungo la strada che conduce alla chiesa della Madonna del Giardino, ora restaurata, si ritrovano sempre ossa umane antichissime, nella stessa chiesa Madonna del Giardino, durante i restauri si sono rinvenuti un ossario (oggi cementato), delle vere e proprie cripte-ossario, e poi sotto l’altare un corpo di un bambino”.
Federico ritiene anche che gli affreschi della stessa chiesa Madonna del Giardino siano opera dei monaci basiliani, questo perché la loro pittura è molto più “sbiadita”. Gli affreschi sono affreschi medioevali.
“A Tuturano vi era una comunità di monaci Basiliani, e si trovava probabilmente vicino alla Torre Sant’Anastasio, la loro presenza è confermata anche dalle querce Vallonee, in pochi esemplari presenti nel Bosco Colemi, una albero importato in Salento nei luoghi di permanenza dei Basiliani. La stessa presenza di una cripta basiliana sotto la Torre, e forse di un intero cimitero di monaci, apre uno scenario importante e ci consente, di scrivere e completare la storia tuturanese, almeno in epoca medievale”.
Secondo Federico, sotto la torre Sant’Anastasio e lungo tutta la piazza ci sarebbero infatti dei sotterranei, addirittura forse una cripta basiliana, e le ossa ritrovate durante il crollo della chiesa greca, e anche intorno a tutto il quartiere, fanno pensare ad una assidua presenza di monaci e religiosi.
“Abbiamo perso le tracce documentali” spiega Federico “ma la voce e i racconti dei tuturanesi anziani, ora potranno mettere la parola fine, e magari intraprendere quindi una vera e propria ricerca archeologica nella Tuturano sotterranea” (5)


Un ringraziamento all’amico Mario Carlucci che ha collaborato nella ripresa delle immagini.

Bibliografia e sitigrafia:

“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”

(1)  P. Bradascio, Tuturano. Ed. Amici della “A. De Leo” – Brindisi, stampato da Arti grafiche Pugliesi
(2) http://www.brindisiweb.it/provincia/tuturano.asp

(3) Giovanna Di Castri, La chiesa della Madonna del giardino a Tuturano – Chiesacattolica.it n. 3, 2010 – PDF

(4) http://www.brindisiweb.it/arcidiocesi/chiese/brindisi/madonna_giardino.htm

(5) http://www.brundisium.net/approfondimenti/shownotiziaonline.asp?id=7687

0 commenti

  1. Molto interessante,ben fatto ed esaustivo. Le foto sono dettagliate e precise. bellissimo reportage

    1. Grazie, sei molto gentile! Continua a seguire il blog; sono certo che non ti deluderà! La prossima visita sarà all’Abbazia di S. Maria di Cerrate: un incanto!

  2. […] 45 miglia e molto più breve dal porto di Sasine.” 4 Brundarte di Francesco Guadalupi – Arte e Storia nella provincia di Brindisi, Chiesa della Madonna del Giardino di Tuturano. Cfr.: Pietro Bradascio, Tuturano, Ed. Amici della “A. De Leo”, Brindisi, 1989 5 […]

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