Lama d’Antico – Fasano (Br)

Il Parco Rupestre

La lama, antico solco fluviale formatosi durante le ere geologiche,  sui cui fianchi si aprono le grotte che compongono il villaggio rupestre, offre una rara isola di naturalità in un territorio per il resto fortemente asservito all’uomo; inattesi Percorsi di Natura si svolgono tra la macchia e le colture.

Straordinario è il paesaggio agrario storico in cui è immerso il villaggio, un Giardino degli Olivi in cui ciascun albero appare unico per forma e forza.

Sulle pareti delle grotte e sulla roccia affiorante è scritto il Racconto della Pietra, una roccia ricca di segni, di fossili, di storia.

Le grotte portano ancora i segni del vivere quotidiano, delle attività domestiche testimonianza di tutti i bisogni di Abitare le Grotte, e insieme gli innumerevoli Segni del Lavoro dell’Uomo, legati alle attività produttive del villaggio, e le tracce delle Vie dell’Acqua, laboriosamente e razionalmente create dagli abitanti per soddisfare il bisogno di raccogliere e conservare la preziosa e scarsa risorsa.

Il passaggio della lama
Il canale
Il passaggio della lama
Parete tufacea della lama a sinistra della strada del villaggio
Parete tufacea della lama
Parete tufacea della lama
Parete tufacea della lama
Parete tufacea della lama.
Ponticello sul canale

Accanto ai segni della vita quotidiana e del lavoro, appaiono, straordinarie ed inaspettate, le chiese rupestri: magistrale è la sapienza con cui sono state scavate le Forme del Sacro, cui si associano i colori e le espressioni delle vivaci ed intense decorazioni pittoriche che le arricchiscono. E non solo segni nella roccia, ma anche reperti, tracce del passato restituite dalla ricerca archeologica che attesta la millenaria frequentazione dell’uomo.

Chiesa di Lama d’Antico

L’Uomo e la Grotta

L’insediamento rupestre di Lama d’Antico può essere considerato tra i più vasti della Puglia, tanto che alcune stime evidenziano la possibilità del villaggio di ospitare al suo interno diverse centinaia di persone, già abitato probabilmente dal X secolo.


Non è da escludere, come è evidenziato dai ritrovamenti archeologici, la possibilità di una continuità dall’epoca preistorica fino alle soglie dell’età moderna, con periodi di massimo utilizzo intervallati da periodi di frequentazione sporadica.
Da reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici, in attesa di ulteriori necessari approfondimenti, è possibile ipotizzare come periodo ultimo di frequentazione stabile del villaggio la fine dell’età medievale, tra il XV e il XVI secolo.

Moneta ritrovata dal sig. Dalena, colono della zona, nel corso dei lavori di aratura nella zona antistante la chiesa, in uno ad altra di epoca romana. La moneta del periodo di Giovanni I Zimisce (969-976) raffigurante su un lato il volto del Cristo col diadema crociforme e con in mano il libro dei Vangeli e le scritte IC XC e sull’altro la scritta su quattro righe + IhSyS – XRISTYS – bASILEY -bASILE. (tratto dal libro di A. Chionna, Il villaggio rupestre di Lama d’Antico. Ed. Grafischena-Fasano 1973)

La morfologia dell’impianto e l’organizzazione interna del villaggio riflettono perfettamente gli elementi caratterizzanti la cultura dell’abitare dello specifico momento storico, quali l’andamento a schiera delle grotte lungo gli spalti della lama, la loro aggregazione, l’esistenza di spazi e attrezzature comuni.

Il villaggio rupestre
I terrazzamenti in pietra a secco che caratterizzano il villaggio rupestre.
Muretto a secco
Una delle grotte che compongono il villaggio rupestre (a)
Una delle grotte che compongono il villaggio rupestre (a)
Vista dell’interno (a)
Vista dall’esterno di una delle entrate. (a)
Accesso ad una abitazione in grotta (b)
Vista dell’interno (b)

Oggi è possibile riconoscere lungo la lama trenta complessi di grotte, di dimensioni e forme estremamente variabili da caso a caso, di cui almeno una ventina visitabili. A queste vanno aggiunte tutte quelle che nel corso dei secoli sono andate distrutte, in seguito ai movimenti tellurici, all’azione dei fenomeni naturali e alle attività antropiche.
Le grotte si dispongono su diversi livelli, collegate da sentieri e da scalette intagliate nel banco roccioso, in un sistema di aggregazione, spontanea e allo stesso tempo assolutamente organica con il luogo in cui si colloca.

Scala intagliata nella roccia
Sentiero

Molto spesso all’interno delle grotte convivevano a stretto contatto uomini ed animali, utilizzati questi ultimi nel periodo invernale come fonte di riscaldamento per gli abitanti.

Le Grotte – Abitazione

Il villaggio rupestre si articola in una aggregazione di grotte scavate dall’uomo lungo i fianchi della lama, disposte a volte su più livelli e con forme e dimensioni molto variabili tra loro. La densità di tali ambienti rupestri è abbastanza variabile lungo il corso della lama, alternandosi gruppi di grotte molto ravvicinate tra loro, a costituire quasi delle unità di vicinato, e grotte isolate.

Esterno di una grotta – abitazione (a)
Esterno di una grotta – abitazione (c)
Esterno di una grotta – abitazione. Particolare della grossa pietra scavata alla base. (c)
Porta d’accesso con finestrelle (c)
Interno di una grotta abitazione. (c)
Interno di una grotta abitazione. Sistema di nicchie e appoggi scavato nella parete interna. (c)
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (c)
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (c)
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (c)
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (c)
Esterno di una grotta – abitazione (d)
Esterno di una grotta – abitazione (d). Particolare.
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (d)
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (d)
Interno di una grotta abitazione. Particolare. (d)
Scale intagliate nella roccia che conducono alla Grotta – abitazione crollata. (e)
Grotta – abitazione crollata. (e)
Grotta – abitazione a due piani. (f)
Esterno di una grotta – abitazione (g)
Interno di una grotta – abitazione (g)
Interno di una grotta – abitazione. Particolare (g)
Esterno di una grotta – abitazione (h)
Esterno di una grotta-abitazione (i)
Esterno di una grotta-abitazione (i). Particolare.
Interno di una grotta-abitazione (i). Particolare.
Interno di una grotta-abitazione (i). Particolare.
Interno di una grotta-abitazione (i). Particolare.
Interno di una grotta-abitazione (i). Particolare.

Numerosi sono gli elementi tipici delle grotte abitazione, utili a garantire la massima funzionalità in un contesto abitativo particolare come quello rupestre. Si riconoscono infatti sistemi di canalizzazione per la raccolta delle acque piovane e cisterne per la loro conservazione, prese d’aria, camini, fosse per la conservazione degli alimenti, nicchie di varia dimensione, panche e giacigli, tutti scavati nel tufo ed atti a garantire che, anche in occasione di incursioni e predazioni, ben poco potesse andare distrutto.

Esterno della grotta – abitazione. Cisterna per la raccolta dell’acqua.
Esterno della grotta – abitazione. Cisterna per la raccolta dell’acqua.

Elemento peculiare del vivere in grotta è la presenza di numerose caviglie ricavate sul soffitto e sulle pareti dell’ambiente rupestre; mentre quelle a parete servivano in genere a legare gli animali domestici ospitati all’interno delle grotte, quelle a soffitto erano utili per appendervi, con corde e ganci, tutto quello che doveva essere preservato dall’attacco di possibili predatori (topi o serpenti) e dall’umidità, le derrate alimentari deperibili quindi, ma anche le culle dei neonati.
Le caviglie non erano invece utilizzate quasi mai per appendervi le lucerne.


Le grotte abitazione e gli ambienti rupestri in genere, avevano un naturale prolungamento verso l’esterno, forse semplici tettoie, utili ad aumentare la disponibilità di spazi coperti, per quanto non chiusi. Numerose sono inoltre le parti scavate all’esterno delle grotte, quali mangiatoie, nicchie di dimensione e forma variabile, piccoli ambienti destinati a lavorazioni.

Le Grotte – Laboratorio

Accanto alle grotte-abitazioni, altre cavità testimoniano l’esistenza di una vivace comunità contadina complessa e articolata: sono gli spazi destinati alla produzione e alla conservazione dei prodotti, alimentari e artigianali, necessari al sostentamento e all’economia del villaggio.

ll villaggio rupestre di Lama d’Antico è caratterizzato dalla presenza di numerosi ambienti ipogei destinati alla conservaznone di derrate alimentari, in particolare delle granaglie e dei legumi coltivati nella lama e nelle sue immediate vicinanze.

Le fosse o fovee (dal latino foveae, ossia fosse interrate) sono scavate nel banco calcarenitico, all’interno ed anche all’esterno degli ambienti rupestri con la campagna di pulizie e di scavi archeologici condotta nell’area del villaggio, tesa a mettere in luce le originarie strutture ipogee obliterate da terra e detriti, sono state evidenziate numerose fosse granarie, a dimostrazione dell’importanza dei cereali e dei legumi nell’alimentazione degli antichi abitanti, mentre molte altre sono quelle rintracciate e ancora da scavare.

Le Fosse Granarie

All’interno di una delle fosse, nel corso delle attività di ricerca archeologica. è stata rinvenuta una fava carbonizzata, indizio dell’esatta destinazione della fossa.

Le dimensioni fanno ritenere che si tratti di fosse comunitarie, o comunque non ascrivibili alle necessità alimentari di una singola famiglia.
Spazi per conservare le derrate alimentari ad uso familiare potrebbero invece essere identificati in alcune delle nicchie e delle vaschette presenti lungo le pareti all’interno delle abitazioni rupestri.

I segni presenti sull’imboccatura e all’interno delle fosse testimoniano la presenza di botole in legno di copertura e di sistemi per l’infossamento e il sollevamento delle derrate.
Le fosse granarie si distinguono dalle cisterne per la raccolta dell’acqua per le dimensioni, in genere più contenute, ma soprattutto per la mancanza dell’intonaco impermeabilizzante in cocciopesto tipico delle cisterne.
Nel villaggio rupestre di Lama d’Antico mancano ambienti identificabili con certezza come mulini, mentre sono state rinvenute numerose pile in tufo per la macinazione manuale dei cereali.

Fosse Granarie – Esterno
Fosse Granarie – Entrata Principale
Macchia circostante.
Fosse Granarie – Entrata lat.
Fosse Granarie – Entrata lat.
Fosse Granarie
Fosse Granarie
Fosse Granarie – Interni
Fosse Granarie – Interni
Fosse Granarie – Interni
Fosse Granarie – Interni
Fosse Granarie – Interni
Fosse Granarie – entrata
Fosse Granarie – entrata
Fosse Granarie – entrata
Altri Magazzini – Esterno
Altri magazzini – Entrata e finestra
Altri Magazzini – Interno con pozzi e forno
Altri Magazzini – Interno con pozzi
Veduta all’esterno

La Macchia Mediterranea

Diffusa quasi in tutta la lama, questa vegetazione naturale tipica è spesso talmente fitta e intricata da impedire la vista delle pareti rocciose.

Tra le specie dominanti a Lama d’Amico si distinguono i cespugli di lentisco, spesso di dimensioni notevoli e posti lungo i fianchi del canale, il salvione giallo, specie transadriatica, e i capperi che, grazie alla fioritura estiva, si presentano come vere e proprie cascate colorate.

Lama d’Antico rappresenta oggi uno dei pochi luoghi in cui ancora si conserva un perfetto equilibrio tra vegetazione naturale e paesaggio agrario, caratterizzato dalla presenza di olivi pluricentenari, insieme a maestosi carrubi con tronchi simili a vere e proprie sculture naturali.

La Chiesa di Lama d’Antico

L’impianto, le dimensioni, gli elementi architettonici, le decorazioni pittoriche e la compresenza di motivi orientali e latini fanno della chiesa di Lama d’Antico un caso unico nel panorama della civiltà rupestre in Puglia.
La chiesa, a sviluppo longitudinale, ha l’orientamento canonico ad est e si articola in due navate; l’ingresso, marcato da due lunette scolpite, immette lateralmente nella navata principale.

Chiesa di Lama d’Antico
Porta d’accesso con finestra
Cisterna per la raccolta dell’acqua piovana sul lato destro della porta dellachiesa.
Cisterna per la raccolta dell’acqua piovana sul lato sinistro della porta della chiesa.
Porta d’accesso al Santo Bema
La chiesa vista da Nord Ovest
Particolare lato Nord Ovest
Ingresso della chiesa evidenziato da un portale a ghiera arcuata con cornici retrogradanti.

“La pianta è rettangolare divisa in due navate da una serie di pilastri archeggiati;

la navata più grande ha la volta a botte con apertura quadrangolare all’altezza della porta d’ingresso.

L’altra navata più stretta e più bassa ha anche la volta a botte, interrotta quasi al centro dall’arcata grande su cui poggiava (probabilmente) la copertura di embrici.

Una serie di 23 archetti è scavata lungo il muro perimetrale che va dalla porta d’ingresso lungo tutta la navata più piccola; lungo tutti i muri sono scavati i sedili.

In fondo a questa navata, su un piano più elevato, si apre una piccola abside con un altare attaccato al muro ed un sedile a braccioli (cathedra), separato dagli altri sedili da un muretto. Era questo il diakonikon dove si conservavano i vasi sacri e i paramenti liturgici.


In fondo alla navata principale si apre l’abside non troppo grande e a lato, tra il diakonikon e l’abside, una piccola nicchia, che dovette essere usata come protesi, dove i fedeli deponevano le offerte e dove i ministri preparavano gli elementi del sacrificio eucaristico.

Al centro dell’abside vi sono tracce dell’altare, costituito da un monolito ricavato dalla stessa roccia della cripta. Il Santo Bema, posto su un piano più elevato rispetto alle due navate, era separato dal resto della chiesa da un cenno di muretto (sempre scavato nella roccia) che doveva sostituire l’iconostasi.

Nella navata principale di fronte all’altare sono scavati un pozzetto e una tomba, che è stata trovata vuota e senza lastra durante i recenti lavori di scavo.

Interni della chiesa


La chiesa in origine doveva essere interamente affrescata ed oggi restano, compromesse dal lungo abbandono, le scene raffigurate nel bema e alcune icone di santi lungo le pareti della navata principale e negli archetti della navata laterale.
Di grande interesse iconografico e compositivo è la raffigurazione presente nella lunetta absidale. Al centro è la Maiestas Domini, scena cristologica tratta dall’Apocalisse, con il Cristo racchiuso in una mandorla di luce e ai quattro lati i simboli degli evangelisti, iconografia propria della tradizione normanno-latina; ai due lati del Cristo sono raffigurati San Giovanni Battista e la Vergine con il Bambino, come nella Deesis, iconografia invece di derivazione bizantina. L’insieme è frutto pertanto della contaminazione, tipica dei periodi di passaggio, tra motivi propri della tradizione bizantina e altri di quella occidentale.

La Deesis
Cristo tra i quattro evangelisti
Cristo Pantocratore

Al lato dell’abside, in posizione di rilievo, è raffigurato un santo riconoscibile come San Giovanni Battista, a cui verosimilmente la chiesa era in origine dedicata”  (A. Chionna, ib.)

S. Giovanni Battista

Sulla parete di fronte all’abside sono affrescati 5 figure di santi di cui sono riconoscibili solo san Biagio con phailònion scuro e omophòrion, ai lati del nimbo giallo c’è l’iscrizione in greco, e i santi Cosma e Damiano. Le altre due figure rappresenterebbero un santo vescovo con barba vestito in abiti episcopali, e un santo giovane con veste e manto rosso.

Numerosa è la presenza di immagini relative ai Santi Vescovi che, periodicamente, visitavano la chiesa per l’amministrazione dei Sacramenti o altre incombenze. Gli affreschi, nonostante il notevole deterioramento subito negli anni, sono di grande interesse per il contenuto iconografico e  artistico.

Un’iscrizione esegetica ha consentito di riconoscere nella figura centrale, San Martino, uno dei santi più conosciuti d’Europa, la cui venerazione in Italia si è diffusa dall’XI secolo.

San Martino

Secondo alcuni studiosi, lo stile degli affreschi permette di datarli alla seconda metà del XII secolo; altri datano invece gli affreschi del bema all’XI secolo.

Immagine di S. Filippo
Trittico con a sin. S. Stefano
Trittico con Madonna Odegitria, S. Lorenzo e S. Teodoro.
Ingrandimento parziale della foto prec.
S. Stefano
Figure di santi anonimi

La cappella funeraria: esterno.

SAN LORENZO

La lama di S. Lorenzo, continuazione di Lama Tammurrone in direzione del centro urbano di Fasano, è ricchissima di grotte di varia grandezza, alcune poste su due piani sovrapposti.

Alcune di esse sono composte dall’aggregazione di più vani.

Grotta con incisione della croce greca  sulla parte sinistra
Particolare della facciata della grotta

Cava abbandonata nel centro della lama di Tammurrone


La cripta, nelle vicinanze di Masseria Monacelli, è ubicata all’inizio della lama. Sulla sua sinistra si trova un’altra grotta più piccola, con un pozzo centrale, probabile abitazione per il custode della chiesa.

Probabile abitazione per il custode della chiesa
Interno dell’abitazione del custode
Facciata della chiesa

La chiesa presenta una pianta di forma trapezoidale ed è divisa in due ambienti, navata e presbiterio.

Nell’aula d’ingresso un pilastro centrale con due archi sostiene la volta e divide l’aula in due navate, mentre un sedile corre lungo le pareti. L’aula d’ingresso è divisa dal presbiterio da un muretto con funzioni di iconostasi. Nel presbiterio si trovano due absidi, una prima di forma rettangolare e la seconda semicircolare.

L’aula d’ingresso era in origine completamente affrescata, mentre attualmente restano poche tracce dei dipinti originari e diversi tratti affrescati posteriori, eseguiti probabilmente in seguito ad antichi restauri. Nell’abside di forma rettangolare, dove si vedono ancora le tracce dell’altare, è affrescata la Deesis, con il Cristo Pantocratore seduto in trono, la Vergine e S. Giovanni Battista.

Prima arcata d’ingresso al Bema

Seconda arcata d’ingresso al Bema

In questo ambiente rurale si inserisce la presenza dei monaci, non come monaci esclusivamente basiliani, ma come individui che rappresentavano una disciplina religiosa.

In ogni modo, già a partire dall’anno Mille, monaci greco-italici e benedettini dovevano aver intessuto rapporti tra loro, la prova di questo la si possiede nel momento in cui si analizza l’apparato iconoclastico delle chiese rupestri, nella chiesa di S. Lorenzo si trova l’affresco raffigurante, nello stesso riquadro (ciò è tipico della cultura latina), uno accanto all’altro, San Basilio e San Benedetto con le didascalie in greco.

S. Benedetto e S. Basilio
S. Benedetto e S. Basilio
Prothesis – Immagine di S. Stefano
Abside semicircolare con le immagini dell’Arcangelo Raffaele, della Deesis e dell’Arcangelo Gabriele
L’Arcangelo Raffaele
Deesis: Cristo fra la Vergine e S. Giovanni Battista
L’arcangelo Gabriele
Pavimento del Bema
Finestre e residui di affreschi
Parte destra dell’aula per i fedeli

San Nicola e SS. Paolo e Pietro
SS. Paolo e Pietro
San Nicola
Santo vescovo – palinsesto
Santo vescovo – palinsesto
Palinsesto
S. Giorgio
Acquasantiera scavata nella pietra
Figura
Incisione alla base della Figura
Cisterna
Cisterna

Residui di affreschi sparsi sui muri della chiesa

Visite al Parco

Se vuoi visitare il Parco Lama d’Antico clicca QUI.

Centro accoglienza
Interno del Centro accoglienza
Spazio attrezzato e parcheggi
Area circostante
Sentiero per raggiungere la Lama.
Il vialetto è scavato nella roccia
Entrata nella Lama.

Brochures, cartellonistica, depliants, necessari alla redazione dell’articolo sono stati gentilmente forniti dai giovani della Coop. A.R.S., che si ringraziano.

0 commenti

  1. Molto interessante l’articolo e pregevoli le foto.

    1. Grazie! Felice che ti sia piaciuto.

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