Stemmi di Carlo V, l’Imperatore “sugli scudi” di Brindisi

“Gli stemmi brindisini di Carlo V sono inseriti nelle opere fortificate e di ristrutturazione volute dall’imperatore nel castello di terra, nella cinta muraria cittadina e sul frontale della fontana Tancredi.
Di un esemplare (frammento per l’esattezza) presente nel giardinetto deposito del Museo Archeologico Provinciale, se ne ignora l’originaria collocazione.
In ordine cronologico è possibile datarli seguendo la successione delle opere architettoniche su cui sono inseriti.” (1)

“Databile al 1527-1528, è lo stemma di Carlo V presente nel mezzo della composizione araldica della cornice superiore del lavabo nel salone di rappresentanza del castello alfonsino. Al 1530 sono attribuibili quelli collocati sul castello di terra, nel cortile interno, sulla cortina nord e sul portale aragonese.

Dello stesso periodo dei precedenti, sono quelli del bastione di S. Giacomo e quello grandissimo di p.ta Lecce.
Lo stemma posto sulla fontana Tancredi è del 1549, anno in cui furono ultimati i lavori di restauro al monumento per volontà di Ferrante Loffredo.
Del 1551 è lo stemma del bastione a difesa di p.ta Mesagne. Questa è infatti, l’ultima opera aggiunta al circuito difensivo della città sotto Carlo V.
Il frammento araldico del Museo Archeologico Provinciale si riferisce all’inquarto superiore destro dello stemma imperiale. La pietra, di considerevole spessore, reca al capo la corona imperiale con un residuo cefalico dell’aquila bicipite. Sembrerebbe provenire da un’insegna di notevoli dimensioni, fratturata e riutilizzata come materiale di risulta.
Gli stemmi differiscono tra loro per le dimensioni e le cornici. Lo stato di conservazione è molto compromesso nell’esemplare del cortile del castello di terra ed in quello del bastione di S. Giacomo.
Mutila lungo il margine destro ed al capo, l’arme imperiale della fontana Tancredi è priva di cornice, verosimilmente perduta durante le operazioni di spostamento della lapide.
Singolare è lo stemma del bastione di p.ta Mesagne. Questi è poggiato sul saliente formato dall’incontro delle due facce del bastione stesso.
Alla base un cartiglio riporta la seguente iscrizione:
CAROLUS QUINTUS ROMANORUM IMPERATOR SEMPER AUGUSTUS MDLI” (1)

Frammento di impresa imperiale (giardino deposito del Museo Archeologico Provinciale di Brindisi)

L’arme brindisina più antica di Carlo V (salone di rappresentanza del castello dell’isola)

Trittico araldico della cortina di settentrione del cortile del castello di terra. Dall’alto: imprese di Carlo V, F. Alarcon, G. Glianes

Portale aragonese del castello di terra: stemma di Carlo V

Bastione di S. Giacomo: stemma imperiale e del castellano generale F. Alarcon

Porta Lecce: insegne imperiali (vedi infra)

Fontana Tancredi con esemplare di araldica imperiale gravemente danneggiato (per saperne di più sulla Fontana Tancredi clicca QUI)

Arma araldica della città di Brindisi
Stemma dei Loffredo

Porta Mesagne: impresa di Carlo V con cartiglio e legenda

Brindisi. Porta Mesagne fine ‘800. (Fototeca prof. Briamo presso Bibl. Arciv. De Leo)

Stemma di Carlo V e sotto cartiglio e legenda

Stemma di Don Pietro di Toledo
Stemma di Giovan Battista Loffredo
Stemma di Giovan Battista Loffredo

Araldica

“Estremamente complesso dal punto di vista araldico è lo stemma di Carlo V. In esso sono rappresentati tutti i suoi numerosi dominii espressi per simboli e strutturati in gran inquarti, controinquarti e inquarti (a).

In particolare il I ed il IV grande inquarto rappresentano i regni ereditati per parte materna (Castiglia, Leon, Aragona, Sicilia, Navarra, Granada, Gerusalemme, Ungheria).

Nel II e III gran inquarto trovano posto le insegne di eredità paterna relative ai regni degli Asburgo (Fiandra, Borgogna antica e moderna, Austria e Brabante).

Albero genealogico degli Asburgo
Stemma imperiale e reale di Carlo V (fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_V_d%27Asburgo)

Porta Lecce. Insegne imperiali

Gli stemmi di Brindisi differiscono leggermente dalla classica iconografia araldica di Carlo V e si ricollegano ad una modalità rappresentativa peculiare del regno di Napoli con preferenza delle armi spagnole. I simboli asburgici mancano, infatti, dello scudetto con le armi di Fiandra e Tirolo.
Un altro errore esecutivo si rileva su tutti gli esemplari brindisini, relativamente all’arme di Aragona che è rappresentata con soli tre pali anzichè quattro. Lo scudo sannitico reca al capo la corona elmata imperiale. Il tutto è circondato dalla catena del toson d’oro (b).
Ai lati della composizione, in basso, al di sotto delle ali dell’aquila, l’impresa dell’imperatore: due colonne attraversate da un cartiglio nastriforme recante la scritta PLUS ULTRA (c).” (1)

Brindisi. Porta Lecce fine ‘800. (foto archivio prof. Briamo presso Bibl. Arc. De Leo)

Ricostruzione grafica con smalti e metalli dello stemma imperiale spagnolo (1)
Stemma Carlo V. Primo inquarto
Stemma Carlo V. Secondo inquarto
Stemma Carlo V. Terzo inquarto
Stemma Carlo V. Quarto inquarto
Particolare: Aquila bicipite e corona elmata imperiale
Part. Colonne d’Ercole
Part. Colonne brindisine
Ubicazione: Porta Lecce, al di sopra dell’arco. Esemplare lapideo in posizione gerarchica con le armi imperiali di Carlo V e della città. Attribuzione: Ferdinando Alarcon (d)
Part. Primo inquarto
Part. Secondo inquarto
Part. Terzo inquarto
Part. Quarto inquarto

Ubicazione: Porta Lecce; esemplare lapideo posto in maestà alla sinistra delle armi imperiali di Carlo V. Attribuzione: stemma dell’università brindisina in epoca vicereale (secc. XVI-XVII)

Stemma dell’università brindisina in epoca vicereale (secc. XVI-XVII)

Note:

(a) Principali partizioni in Araldica (http://www.treccani.it/enciclopedia/partizione/). Molto numerose, le principali partizioni composte sono: l’interzato, l’inquartato, il controinquartato, lo spaccato-semipartito, il semipartito-spaccato, il partito-semispaccato, il semispaccato-partito.

INTERZATO : è lo scudo diviso in 3 parti uguali da 2 linee parallele verticali o orizzontali o diagonali (da destra a sinistra o da sinistra a destra) nel qual caso viene definito interzato in palo, in fascia, in banda, in sbarra.

INQUARTATO: è lo scudo diviso in 4 parti uguali (che sono chiamati quarti) da una linea verticale e una orizzontale che si incontrano al centro; se le linee che si intersecano sono diagonali si chiama inquartato in decusse o in croce di s. Andrea.

CONTROINQUARTATO: è lo scudo in cui uno dei quarti o tutti i 4 quarti sono nuovamente inquartati.

SPACCATO-SEMIPARTITO: è lo scudo spaccato e partito nella parte inferiore.

SEMIPARTITO-SPACCATO: è lo scudo spaccato e partito nella parte superiore.

PARTITO-SEMISPACCATO: è lo scudo partito e spaccato nella parte sinistra.

SEMISPACCATO-PARTITO: è lo scudo partito e spaccato nella parte destra.

(b) Toson d’oro. Ordine cavalleresco istituito a Bruges nel 1431 da Filippo il Buono duca di Borgogna. ll numero dei cavalieri, inizialmente di ventiquattro, fu poi portalo a cinquanta da Carlo V. La decorazione è costituita da una catena d’oro avente per maglie una sequenza di acciarini e scintille di pietra focaia. Nel mezzo pende il tosone ossia un vello di montone, sospeso, tramite un laccio per l’addome, alla catena. (Tribuna araldica, Febbraio 1987. Dizionario Enc. Treccani, vol. Xll – p. 284).
Non si sa se il tosone sia figurato per lo vello d’oro di Giasone, portato dagli Argonauti, o per lo vello di Gedeon, il quale nella scrittura sacra significa fede incorrotta. M.F. SANSOVINO, della origine de’ cavalieri, Venezia 1583.
ll motto dell’ordine cavalleresco è il seguente: PRETIUM NON VILE LABORUM (tr. Non è disdicevole chiedere una ricompensa per il lavoro compiuto).
(c) Le colonne unite da nastro recante la scritta PLUS ULTRA furono concepite come impresa-motto di Carlo V fin dal 1516.
Il motto si oppone antiteticamente al NON (o NEC) PLUS ULTRA (tr. il massimo che si possa avere) che esprime i limiti posti alla natura umana dalle leggi divine. L’imperatore è dunque colui che si è spinto oltre il consentito, oltre il limite estremo che in tutta l’antichità classica era rappresentato dalle mitiche colonne d’Ercole o di Gibilterra.
Come curiosità si consideri che nel senso della longitudine i dominii di Carlo V si estendevano dalle colonne d’Ercole a quelle brindisine. (Nota degli AA.)

(d) L’Alarco

n fu castellano generale delle due fortezze di Brindisi tra il 1530 e il 1550. Si tratta di uno dei più famosi e valorosi ufficiali di Carlo V. Di origini castigliane, aveva partecipato, distinguendosi per valor militare. alla battaglia di Pavia (1526), all’occupazione di Roma (1527) con il famoso sacco ad opera dell’esercito ispano-tedesco e alla difesa di Napoli (1528). L’Alarcon fu il carceriere di papa Clemente VII in Castel Sant’Angelo. La perizia militare e le grandi capacità tattiche e logistiche lo portarono in Puglia ad organizzare una valida difesa costiera del basso Adriatico. In quest’ottica vanno considerate la ristrutturazione-ampliamento dell’ingresso del castello di Terra con la realizzazione dei baluardi di Levante e della Campanella e la dotazione di nuove batterie da fuoco, nonché di Porta Lecce e del bastione di San Giacomo, opere fortificate sulle quali le armi araldiche dell’Alarcon hanno tramandato le sue attenzioni per Brindisi, piazza fra le più importanti per il viceregno, particolarmente esposta al pericolo di incursioni dal mare.

Un ringraziamento all’amico Mario Carlucci che ha collaborato con me nella ripresa delle immagini.

Bibliografia e sitigrafia:

Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica.”

(1) Delle insegne che ancora veggonsi nella città di Brindisi, di Giuseppe Maddalena – Francesco Paolo Tarantino. Editrice Alfeo

(2) Araldica della città di Brindisi nelle memorie di Giovanni Leanza. A cura di Giuseppe Maddalena Capiferro. Soroptimist Int. d’Italia – Club di Brindisi. Martano Ed. srl – maggio 2005

0 commenti

  1. Molto interessante, grazie

  2. apprezzatissima (oltre alle altre) la pagina dedicata agli stemmi di Carlo V, ottima la scelta della composizione fotografica che parte dal contesto in cui è inserito lo stemma per arrivare, con successive zoomate al particolare, complimenti per la qualità delle fotografie e le loro inquadrature.
    mi avete fatto compiere un salto (nostalgico) indietro di alcuni decenni
    cordialmente Francesco Paolo Tarantino

    1. Molte grazie per il generoso commento!

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