Due opere del cardinale Gerolamo Aleandro (1480-1542)

P1410876Intervento di Katiuscia Di Rocco

Nella Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo” di Brindisi sono custodite due opere del cardinale Gerolamo Aleandro (1480-1542), arcivescovo di Brindisi dal 1524 al 1542.

Si tratta di: Elementale introductorium in nominum, et verborum declinationes graecas, praeterea et alia quaedam iam addita, quae legendo, studiosiss. quisque lector facile deprehendet (Schurerianis, Strasburgo 1522) e il Lexicon graecolatinum multis et preclaris additionibus locupletatum: quod vel ex indice eorum: que in toto volumine comprehenduntur: in sequenti pagina cognoscas (Matthei Bolseci, Parigi 1512).

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Il primo testo è particolarmente prezioso perché per le sue qualità tipografiche si identifica come i testi di passaggio dagli incunaboli alle cinquecentine. Ad esempio lo specchio di stampa a clessidra, la corrispondenza tra i caratteri greci e quelli latini, la cornice xilografica con particolari motivi floreali e personaggi di foggia anglofona, oltre alle lettere rubricate sul frontespizio ne fanno un testo rarissimo.

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Elementale introductorium in nominum, et verborum declinationes graecas, praeterea et alia quaedam iam addita, quae legendo, studiosiss. quisque lector facile deprehendet (Schurerianis, Strasburgo 1522)

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Ne esistono quattro edizioni e di quella posseduta dalla biblioteca arcivescovile di Brindisi (1522) solo una è conservata in Italia ed una seconda copia alla Biblioteca Nazionale di Friburgo proveniente dalla Biblioteca di Studi Catalani.

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La marca tipografica di Schureriani di Strasburgo è evidente in una pagina, ma posta in modo singolare in alto a destra.

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Lexicon graecolatinum multis et preclaris additionibus locupletatum: quod vel ex indice eorum: que in toto volumine comprehenduntur: in sequenti pagina cognoscas (Matthei Bolseci, Parigi 1512).

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Gerolamo Aleandro studiò Teologia e Lingue Antiche a Padova e poi a Venezia dove fu nunzio apostolico ed insegnò ad Erasmo da Rotterdam il greco e il latino (*). Nel 1508 si recò a Parigi su invito di re Luigi XII come professore di greco e latino e tenne per un certo tempo la cattedra di rettore di quella università. Fu poi al servizio di Eberhard von der Mark, principe-vescovo di Liegi, e fu inviato da quel prelato per una missione a Roma (1516). In seguito a questo, papa Leone X gli affidò (1519) l’ufficio di prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel settembre del 1520 si recò in Germania come nunzio papale per presenziare all’incoronazione di Carlo V. In quell’occasione fu tra i protagonisti della Dieta di Worms (1521), in cui diresse l’opposizione a Lutero, sostenendo le misure più estreme per reprimere le dottrine del riformatore (Ragionamento pronunciato da Gerolamo Aleandri nella dieta di Vormazia per ottenere un bando imperiale contra Lutero è suoi seguaci, Giacinto Marietti, Torino 1827). L’editto di Worms, adottato dall’imperatore e dalla dieta, venne elaborato e proposto proprio da Aleandro. Nel 1524 papa Clemente VII, nominandolo arcivescovo di Brindisi e Oria, lo inviava come nunzio apostolico alla corte del re di Francia, Francesco I. Fu preso prigioniero con quel monarca alla battaglia di Pavia (1525) e fu liberato soltanto col pagamento di un pesante riscatto. Successivamente fu impiegato in varie missioni papali, particolarmente in Germania, dove in quegli anni l’imperatore concludeva con i protestanti l’accordo di Norimberga (1532) ed ebbe altre nunziature in Ungheria e Boemia. Nel 1541 rinunciò al vescovado di Brindisi in favore del nipote Francesco Aleandro e si recò a Roma: qui avrebbe dovuto far parte della Commissione per la riforma della Curia Romana, in preparazione del Concilio di Trento, ma vi morì dopo poco. Donò la sua biblioteca ai canonici del monastero di Santa Maria dell’Orto a Venezia, ma fu distrutta quasi tutta in un incendio nel 1716. In Archivio Segreto Vaticano si conserva un rapporto epistolare tra l’Aleandro e la famiglia Giunti noti editori di Venezia. In particolare in una lettera del luglio 1541 si sollecitava la presenza dell’architetto Jacopo Sansovino per la costruzione della casa del cardinale e per l’antistante chiesa di San Nicolò, luogo della sua sepoltura.

Nella Biblioteca Ambrosiana è invece consultabile un manoscritto nel quale sono comprese le lettere che l’arcivescovo brindisino scrisse al nunzio apostolico cardinale Giovanni Morone (1535-1538).

Katiuscia Di Rocco

Note:

(*) L’ Aleandro lavorò per Manuzio insieme a Erasmo da Rotterdam. Lo stampatore Manuzio (e quest’anno vi sarà una mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia) dedicò all’Aleandro la prefazione dell’Iliadee dell’Odissea per la prima volta stampata a cui lavorò come traduttore dal Greco l’Aleandro. Probabilmente le stampe in Vostro possesso sono del Manuzio. Nella breve storia scritta non è stato riportato il fatto che l’Aleandrò, oltre che Preside della Sorbona di Parigi, in Francia portò la prima grammatica greca da lui elaborata. (..) Nato a Motta di Livenza (Treviso).
Dal libro.” Il cardinale e l’architetto. Girolamo Aleandro (1480-1542) e il rinascimento adriatico veneziano.” – Apostrofo edizioni – Pieve San Giacomo CR – 2013 di Alfonso Vesentini Argento dove è riportato il suo diario, le notizie della sua casa e della chiesa dove è sepolto.

Aggiornamento 10 gennaio 2016

Ecco “Elementale introductorium in nominum, et verborum declinationes graecas, praeterea et alia quaedam iam addita, quae legendo, studiosiss. quisque lector facile deprehendet” (Schurerianis, Strasburgo 1522) di ritorno da un intervento di restauro

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