Mesagne – Centro storico

“Il centro storico di Mesagne è fatto per essere percorso a piedi. Chi lo visita ha la possibilità di ammirare in ogni angolo bellezze storiche e architettoniche di inestimabile valore. Vicoli stretti dal caratteristico basolato, grandi piazze, palazzi nobiliari e bellissime chiese sono la testimonianza della trasformazione della Città murata medievale che cambia brillantemente il suo volto divenendo barocca.” (1)

Venendo da via Brindisi, sul lato in cui la Villa Comunale si affaccia sulla Piazza V. Emanuele II, “sorge la Colonna Votiva in onore della Madonna del Carmine, protettrice di Mesagne.

Fu edificata agli inizi della seconda metà del secolo scorso in Piazza IV Novembre, ma spostata sul finire dello stesso secolo, dov’è attualmente, e rifatta con materiale più pregiato del precedente.
La statua della Madonna è degli anni Cinquanta, essendo stata l’originaria colpita da un fulmine.” (2)

Colonna Votiva in onore della Madonna del Carmine

A sinistra si incontra la Porta Grande attraverso la quale si entra nello splendido centro storico dalla caratteristica forma di cuore.

Su Piazza Vittorio Emanuele II, luogo in cui fino a non molti anni addietro si celebrava un’antica fiera, in quello che una volta era l’impianto delle antiche mura cittadine, si apre, orientata verso nord, la Porta Grande.
Se l’esistenza di una porta in quel luogo è attestata fin dai tempi antichi e comunque fin dal XVI secolo, quella visibile oggi risale al 1784. Essa fu fatta riedificare al posto della precedente crollata dal marchese Barretta, a quel tempo signore di Mesagne, in perenne contrasto con l’Università. Le maestranze, oltre che di Mesagne, furono di Oria e di Torre S. Susanna.
Sulla porta in rilievo due stemmi, rappresentanti, dall’alto in basso, la famiglia Barretta e la civica Università di Mesagne.
Fu definitivamente risistemata negli anni 1869-1870.

Stemma della famiglia Barretta

Stemma della città di Mesagne

Palazzo signorile

Stemma nobiliare

Via Castello 26 – Portale del XVIII sec.

Addentrandoci per via Castello, troviamo una tra le piazze più belle e caratteristiche di Mesagne: Piazza Orsini del Balzo, progettata dall’architetto Francesco Capodieci e anticamente chiamata Piazza del Principe. Su questa si affaccia Palazzo Cavaliere e la Chiesa di Sant’Anna (per saperne di più vedi il link), una delle più belle e armoniose chiese barocche.

Via Castello 18. Sistema triplice di portali, con archi a tre centri

Via Castello 18. Sistema triplice di portali, con archi a tre centri

Portale d’accesso al Castello

Piazza del Principe

Palazzo Cavaliere e la Chiesa di S. Anna

Chiesa di S. Anna

Portale della Chiesa di S.Anna

In Piazza Orsini del Balzo sorge il Palazzo Cavaliere che fu già della famiglia De Mitri e successivamente della famiglia Parisi. Il palazzo esisteva già nel 1753, ed è lecito supporre che la sua costruzione risalga agli inizi del Settecento.
Presenta nella facciata un imponente portale ed al piano superiore quattro grandi arcate. Fu un tempo adibito anche a caserma per alloggiare le truppe di stanza a Mesagne.

Palazzo Cavaliere

Veduta di Piazza Orsini Del Balzo illuminata

Palazzo Cavaliere
Arco del palazzo Cavaliere
Facciata laterale del Castello
Facciata centrale del Castello
Veduta della piazza da diversa prospettiva
Giardino della chiesa Matrice
Piazza Orsini del Balzo, palazzo Regina

Veduta della Chiesa Matrice da Piazza Orsini del Balzo
Arco del palazzo Cavaliere

Da quella del Principe si giunge all’antica Piazza dei Nobili, oggi Piazza IV Novembre, dove si può ammirare la meravigliosa Chiesa Matrice, uno dei monumenti più rappresentativi dell’arte barocca nel Salento. (per saperne di più vedi il link)

Al suo fianco il Complesso Archeologico di Vico Quercia che documenta l’esistenza non solo nel centro storico, ma nell’intera area urbanizzata di Mesagne, di un insediamento dell’età del ferro.


Di fronte alla Chiesa Matrice, sul lato est di Piazza IV Novembre, si affaccia un edificio, ora integralmente restaurato, che fino a pochi anni fa era adibito a Pretura. Costruito nei primi anni del secolo scorso fu sede del Comune dal 1835 al 1868.
Dal 1985 fu sede del Museo Archeologico (il Museo dal 1999 è collocato all’interno del castello cittadino) e della Biblioteca Comunale, dedicati entrambi ad Ugo Granafei.
Il Palazzo è sormontato da una torre, alla cui sommità è posto un orologio, perfettamente funzionante, che un tempo serviva a scandire le ore della vita cittadina.
Al centro è posto lo stemma di Mesagne rappresentato da un albero di palma con sotto due spighe di grano. Le piante di grano starebbero ad indicare la fertilità delle campagne mesagnesi, mentre l’albero di palma rappresenterebbe la vittoria o la fortuna.

Palazzo Rinascimentale – Attiguo al Palazzo sede della Biblioteca e del Museo Comunale, tra le piazze Antonio Criscuolo e IV Novembre e Via Albricci, sorge un palazzo cinquecentesco che fu costruito come ospedale.
Nel 1868 divenne sede del Municipio che ospitò fino al 1936. Modificato architettonicamente nel secolo scorso presenta sull’angolo nord-est della facciata, in alto, una mano in pietra che impugna una croce. Secondo la tradizione a detta mano venivano appese le teste di coloro che erano condannati a morte mediante decapitazione. All’angolo nord-ovest, invece, il monumento presenta uno stemma sormontato da un angelo sorretto da una colonna.

Dal lato di Piazza Criscuolo, invece, si vedono ancora lo stemma del Comune e la iscrizione «hospitiupauper». Si è giunti così in Piazza Antonio Criscuolo, l’antica Piazza del Fogliame, chiamata così perchè anticamente era il luogo dove si svolgeva la vita commerciale del paese; qui si svolgeva il mercato della frutta e della verdura. Sul finire del 1600 Mesagne aveva all’interno della cinta muraria tre piazze: una detta dei Nobili, l’attuale piazza IV Novembre o “Lu Sitili”, antistante la Chiesa Matrice; l’altra fu chiamata del Principe (Orsini del Balzo); mentre la terza era appunto la piazza dei fogliami chiamata anche piazza del Popolo, frequentata prevalentemente dal ceto medio.

Su questa stessa piazza è possibile ammirare una delle più belle edicole votive del paese che custodisce l’immagine dipinta della Santissima Vergine del Carmelo, Patrona della Città di Mesagne dal 1651.

Proseguendo sulla strada che costeggia l’edicola votiva incontriamo la Piazzetta dei Resta, in cui è possibile ammirare dei bei portali cinquecenteschi, provenienti dal palazzo della famiglia Resta, il quale fu abbattuto sul finire degli anni cinquanta. Fortunatamente questi portali sono stati recuperati e inseriti nel Palazzo Taberini risalente al XX secolo.

Piazzetta dei Resta – palazzo signorile

Piazzetta dei Resta – palazzo signorile

Piazzetta dei Resta – palazzo Taberini

Palazzo Taberini
Palazzo Taberini – ingresso Via Martiri della Libertà

Continuando a percorrere le piccole stradine del centro storico dal caratteristico basolato, si passa attraverso Via Martiri della Libertà con la sede della Pinacoteca Comunale 

Si incontra quindi una delle principali porte di accesso all’antico abitato, la Porta Nuova. Si affaccia su Via Federico II Svevo e fu costruita nella muraglia di levante nel 1606, per porre in comunicazione i nuovi rioni col centro della città. Ornata di stemmi ed iscrizioni, con funzione più ornamentale che difensiva, fu ricostruita nel 1702.

“La Porta ha un unico fornice con arco a tutto sesto e conci a vista, riquadrato entro due paraste con capitelli tuscanici. Le paraste hanno basamenti e percorrono, in altezza, il fabbricato fino alla trabeazione, oltre la quale si imposta un fastigio arricchito da stemmi sormontati da corone ducali ed adornati da puttini e volute con un’epigrafe, recante la seguente scritta:

“Carolo/III/R/et/Carmelo/De/Angelis/Messapiae/Prin/Porta/Ad/Civ/Sub/Urb/Usv/Erecta/A.D./MDCIII/Readificata/A.D./MDCII” Significativa l’araldica della Porta Nuova, che presenta, comunque, non poche difficoltà di lettura, interpretazione ed attribuzione. La facciata della porta, realizzata con regolari conci di carparo, reca un trittico araldico con evidente disposizione gerarchica. Al centro puttini alati su motivi a voluta tengono da ambo i lati le insegne reali relative a Filippo III di Spagna, circondate dal collare del toson d’oro, coronate e coperte da tre elmi con cimiero alla torre merlata, centrale, e al capo di grifo, lateralmente. A sinistra dello stemma reale quello della famiglia Barretta, col principe Giuseppe feudatario della città a partire dal 1748, mentre a destra ritroviamo lo stemma della città di Mesagne. ” (3)
Fu dotata dell’attuale cordonatura nel 1844, onde rendere più agevole il transito, reso pericoloso dal notevole dislivello.

Stemma della famiglia Barretta

Insegne reali di Filippo III di Spagna

Stemma della città di Mesagne

Fatti pochi passi in Via Federico II Svevo si incontra l’attuale Teatro Comunale, o meglio la ricostruzione, avvenuta negli anni 1934-1936, del vecchio Teatro Comunale di cui conserva il prospetto ed il palcoscenico. Iniziato nel 1894, dopo una sospensione dei lavori, fu completato nel 1895.
L’inaugurazione avvenne la sera del 17 giugno 1895 con l’esibizione della compagnia Scognamiglio davanti ad un pubblico mesagnese entusiasta del suo Teatro a staffa di cavallo e circondato da diversi ordini di palchi!

Proseguendo in direzione sud, si incontra in Piazza Garibaldi la Chiesa parrocchiale di S. Maria di Betlem (vedi link qui), servita fino al 1808 dai Padri Celestini che avevano, accanto alla Chiesa un monastero tra i più importanti dell’intera provincia.

Nei pressi della Chiesa fino al 1834, anno in cui fu demolita, c’era la Porta Piccola. Questa era la porta sud di Mesagne che sorgeva esattamente sul punto in cui l’attuale piazza Cavour si congiunge con piazza Matteotti.

Chiesa S. Maria di Bethlem

Piazza Giacomo Matteotti già Porta Piccola

Per il ritorno si sceglie di passare da via Lucantonio Resta “intitolata ad un ecclesiastico mesagnese, prima arciprete e poi vescovo di Castro. Percorrendo questa strada è possibile ammirare il bellissimo Portale Granafei del ‘600 riccamente decorato, con alla sommità l’arme di famiglia: il leone rampante di nero, lampassato di rosso recante tra le branche anteriori tre spighe di grano nero in campo d ’oro, sullo spaccato di destra vi è una croce a tutto campo. Sicuramente per indicare lo stato ecclesiastico del proprietario, l’abate Luca Granafei dei marchesi di Serranova. Questo stemma risulta essere identico a quello rappresentato su uno dei palazzi più belli ed importanti di Brindisi, già’ sede della Corte d’Assise, palazzo Granafei o Nervegna (vedi link) dal nome dell’ultimo proprietario, ed appartenuto anche questo all’abate Luca Granafei, così come attestato nei diversi documenti d’archivio, dai quali è possibile rilevare che lo stesso ecclesiastico possedeva in questa strada anche un frantoio.”  (4)

Sulla stessa via L.A. Resta sorge la Chiesa, dedicata ai Santi Medici Cosma e Damiano, che, seppure di modeste dimensioni, è uno dei più interessanti monumenti settecenteschi della città. L’edificio, recentemente restaurato, presenta una caratteristica pianta esagonale con due ingressi nel prospetto tra i quali è posta un’edicola affrescata con l’immagine dei due Santi che recano la palma del martirio e il Vangelo. All’interno, l’altare maggiore ospita la tela raffigurante i Santi Medici e la Vergine Immacolata: recentemente restaurata, quest’opera, di chiara committenza confraternale, rappresenta uno dei pochi dipinti dell’area salentina in cui i Santi Medici sono raffigurati insieme alla Vergine Immacolata e quest’ultima è rappresentata secondo gli attributi iconografici che i Francescani le associarono, promuovendone il culto ancor prima che la Chiesa ne proclamasse il dogma. L’altare laterale, inoltre, custodisce una tela raffigurante la Vergine del Carmine che salva con lo Scapolare le anime del Purgatorio.

Attraversiamo anche la vicina Piazza dei Commestibili

Quindi passiamo in Via Profilo dove sono tornati alla luce in un immobile di fattura ottocentesca alcuni Resti Archeologici di periodo medievale .

“La scoperta vera e propria del manufatto risale al 1996 in occasione dei lavori di messa in sicurezza della parte antica della città. All’epoca dei fatti, in mancanza di risorse finanziarie, si decise di murare la porta di accesso della struttura.

I fondi che furono messi in campo nella contingenza dei fatti erano destinati esclusivamente all’edilizia residenziale pubblica e non ai restauri. Fu comunque data comunicazione alla Soprintendenza di Taranto che effettuò uno specifico sopralluogo, rilevando che doveva trattarsi verosimilmente dei resti della Chiesa medievale del SS Salvatore, così come risulta dal testo “Mesagne: città delle 50 Chiese” di A.C. Leopardi. All’interno della Chiesa ci sono diversi affreschi di rilevante interesse artistico, raffiguranti “panneggi di fattura bizantineggiante” probabilmente del XIII secolo” , che per ora i visitatori possono ammirare soltanto attraverso lo spesso vetro.” (5)

Scavo archeologico in Via Profilo

Continuando su questa via incontriamo il Palazzo Savino dal sontuoso portale che “richiama alla memoria i più noti palazzi in stile barocco della provincia, da quelli di Francavilla Fontana al portale della Torre di Torchiarolo o a quello di Palazzo Ripa di Brindisi. (..) Il portale riccamente ornato con bugne a cuscino con volute sovrapposte, reca impresso sulla chiave di volta lo stemma familiare, fra due puttini a rilievo, in forma di scudo.” (6)

Palazzo Savino

A pochi metri di distanza in via Geofilo 7, troviamo un portale con arco a tutto sesto a bugne piane, su cui insiste il balcone con mensole scanalate con dentelli sul fronte e volute laterali.

Sempre nel centro storico, ritornando in Piazza Criscuolo , arriviamo in Via E. Santacesaria dove si trova la Chiesa di San Leonardo (per approfondire vedi link)

e quasi di fronte il Palazzo Guarini (già Palazzo dei Gaza), costruito nel XVI secolo, che custodisce uno splendido frantoio semi-ipogeo, antica testimonianza della produzione dell’olio.

Su un cartello illustrativo leggiamo:

“Palazzo Guarini fu edificato nel XVI secolo, nell’ambito del rinnovamento architettonico e urbanistico che coinvolse il centro storico della città. La mole compatta della fabbrica, articolata su due piani, è nobilitata da elementi decorativi di grande impatto, posti a sottolinearne i principali partiti architettonici. La facciata è scandita sul lato lungo da tre finestre inquadrate da sobrie cornici di matrice tipicamente cinquecentesca, e da una finestra più grande con balaustra (oggi mancante) sorretta da raffinati mensoloni a voluta; la medesima è contraddistinta dall’iscrizione CONSERVA DOMINE ed è impreziosita da un lunettone posto ad inquadrare uno stemma araldico fra elementi vegetali finemente scolpiti. L’ingresso principale, arcuato, è sormontato da un architrave percorso da girali vegetali e da una cornice classicheggiante sorretta da mensole. Dal partito murario sporgono protomi maschili dall’espressione esasperata, tipiche del gusto e dell’estro della scultura manierista. Alcuni ambienti semi-ipogei posti nei sotterranei del palazzo accolgono un suggestivo frantoio rimasto in uso fino al XIX secolo; sono ancora visibili la vasca per la spremitura delle olive, la grande pietra molare, il torchio cosiddetto “alla calabrese” e, sul pavimento, le canalette che convogliavano l’olio verso le vasche di decantazione. Rimane anche un camino, utilizzato per mantenere calda la temperatura ed evitare così il coagulamento dell’olio, favorendo l’opera del nachiro e dei lavoranti che vi alloggiavano durante il periodo di lavorazione. Al primo piano del palazzo hanno attualmente sede alcuni uffici comunali (Assessorato allo Sport, Turismo e Spettacolo e Assessorato alle Politiche Giovanili, Pubblica Istruzione e Handicap).”

 

In fondo a Via E. Santacesaria alla confluenza con Piazza IV novembre, un altro bel palazzo signorile adornato con maschere apotropaiche di foggia grottesca, che un tempo venivano usate oltre che per coprire le canalette di scolo anche per tenere lontani gli influssi maligni.

 

Chi ha ancora un po’ di tempo può addentrarsi nel caratteristico e pittoresco dedalo di piazzette e viuzze che partendo da via Dormio finisce in piazzetta dei Ferdinando passando per piazza S. Anna vecchia.

Percorso un breve tratto di via dei Dormio ci si ritrova in una delle più antiche piazze di Mesagne, quella di S.Anna dei Greci. In questa piazza vi era l’antica chiesa di S. Maria la Greca.

Piazza S. Anna Vecchia – abitazioni del ‘500
Stemma nobiliare sulla facciata

Proseguendo per via Dormio si arriva nella Piazzetta dei Ferdinando, illustre medico e storico, vissuto dal 1569 al 1638.

Piazzetta dei Ferdinando. Abitazione di Epifanio Ferdinando

Stemma nobiliare posto sull’angolo

 

Si ringrazia Mario Carlucci per la collaborazione

Bibliografia e sitigrafia:

“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”

(1) http://www.comune.mesagne.br.it/turismo/?page_id=294

(2) M. Ignone, A. Nitti, A. Sconosciuto, D. Urgesi, Mesagne – Guida storico turistica. Stampato da Grafischena Fasano (Br) – Dic. 1987

(3) http://www.itriabarocco.net/

(4)  Ist. Culturale Storia e Territorio, Mesagne – il centro storico (Testi a cura di T. Cavallo, A. Sconosciuto, M. Vinci). Tip. GUarini – Mesagne (Br)

(5) http://www.mesagne.net/vivere-mesagne/1526-torna-alla-luce-in-via-geofilo-la-chiesa-del-ss-salvatore

(6) Maurizio Marinazzo, I Portali antichi di Mesagne. Grafiche Panico Galatina (Le) 1989

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