Chiesa Santa Maria della Fontana (Cappuccini)

L’Ordine Francescano fondato da San Francesco d’Assisi nel XIII sec. subì nel corso dei secoli varie trasformazioni.

Nacquero nuove Famiglie Francescane: un ramo detto degli Osservanti seguiva fedelmente lo spirito di S. Francesco vivendo in assoluta povertà, un altro detto dei Conventuali, adottò forme meno rigorose.

Nel XVI sec. si volle tornare al primitivo stile di vita del Fondatore dando origine ad una nuova Famiglia che fu chiamata dei Cappuccini per via della forma particolare assunta dall’abito con il cappuccio.

E proprio i frati Cappuccini furono chiamati a Brindisi nel 1566 dall’Arcivescovo Giovanni Carlo Bovio, nel quadro del generale rinnovamento ecclesiastico rilanciato dal Concilio di Trento (1545-1563),  probabilmente per immettere nel clero addetto alla cura dei fedeli brindisini uomini nuovi che costituissero uno stimolo pastorale per il clero regolare già presente nella città.
Dapprima presero dimora nel Convento dell’Annunziata che venne abbandonato nel 1577 per l’aria insalubre della zona, all’epoca paludosa. Due anni dopo quel Convento fu assegnato ai frati di S. Francesco di Paola. Ritornarono nel 1588 e costruirono un altro Convento contiguo alla Protocattedra di S. Leucio fuori dalla città che, all’epoca, voleva dire fuori dalle mura difensive, su suolo donato loro dall’Università (istituzione cittadina ndr) e grazie al contributo dei fedeli; il quartiere ancora oggi porta il loro nome.

Veduta di Brindisi. Autore C. Orlandi  in “Delle città d’Italia e sue isole adiacenti. Compendiose notizie, sacre e profane. Perugia 1773. Riprodotta da V. Cazzato, “La provincia di Brindisi”, Cavallino (LE), Capone 1992. (1)


Ma, secondo gli usi del tempo ciò fu fatto usando materiali di reimpiego che, come narra il Padre A. Della Monaca nella sua Memoria Historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi,  derivavano dalla distruzione

“… di quell’antico Tempio che fu il primo in cui si ricevette il sacro rito cristiano, in quale se prima fu dedicato dalla greca gentilità al Sole e alla Luna, fu dopo consacrato in onore della gloriosa Madre di Dio, e di San Giovanni Battista mille e cinquecento anni innanzi, e particolarmente era degno d’eterna memoria per serbarsi ivi ancora quel meraviglioso Battistero nel quale gli antichi brindisini lavarono le loro anime d’ogni colpa con l’acqua del Santo Battesimo, e pure tutto ciò non fu bastante ad aversi riguardo a quell’Antichità, che si lasciasse intatta per la maggior gloria della Città (..).

Restò nulladimeno in quelle rovine intatta la Cappella, e l’immagine di nostra Signora antica nel luogo stesso dove si trovava, essendosi fatto il disegno della nuova chiesa di modo che non si mutasse dal suo sito quella sacra Immagine di sì vasta antichità, che oggi dentro quella Chiesa s’adora sotto il medesimo titolo di Santa Maria della Fontana, chiamandosi così, non già come pensano alcuni per la vicinanza del Fonte del Re Tancredi che sta nel principio della Via Appia, il quale fu fabbricato mille e venti anni dopo, ma dal Battistero o Fonte Battesimale sopra detto, nel quale da San Leucio furono battezzati ventisettemila persone (2). “

La chiesa e il convento furono eretti seguendo le modalità indicate nelle Constitutiones dell’ordine dei Cappuccini e dovendo i frati vivere in luoghi umili e poveri furono costruite per loro 20 piccole celle. Anche il luogo su cui doveva sorgere il Convento non doveva essere né troppo vicino né troppo lontano dalla città e i frati si dovevano sostenere con il lavoro quotidiano e grazie alla carità del popolo e un piccolo contributo dell’Università.

L’antica chiesa dei Cappuccini in un acquerello di Salvatore Quarta, 1890 – Collezione Sciarra (1)


Nel decennio detto Napoleonico (1806-1815), i francesi avviarono il Progetto di soppressione degli ordini religiosi, nel convincimento che i beni della chiesa erano beni pubblici e che quindi potevano essere utilizzati per il bene comune mediante la loro confisca. Furono varate diverse leggi ma il Convento dei frati Cappuccini di Brindisi ne rimase indenne e continuò ad essere abitato dai frati fino all’Unità d’Italia quando, Eugenio di Savoia luogotenente generale del re nelle province napoletane, sancì con decreto del 17 febbraio 1861, la soppressione delle comunità e ordini religiosi che erano rimasti esclusi dalla prima soppressione. Alla fine, i frati furono costretti a lasciare il Convento privi di mezzi di sussistenza, con l’umiliazione di rinunciare a vestire il loro abito se volevano continuare ad officiare nelle chiese.

I locali, acquisiti dal Comune di Brindisi per adibirli ad Ospedale Colerico, in assenza di epidemie, furono utilizzati per ospitare già dal 1868 una Scuola Agraria che vi operò fino al 12 maggio 1888, ed anche – dal 1907 – per dare alloggio alle famiglie bisognose. Nel 1924 fu adattato a Ospedale Civile essendo ormai insufficiente quello situato in Piazza Duomo; ma quando Brindisi venne elevata a capoluogo di Provincia il fabbricato, con annesso il giardino rimasto dopo alcune vendite eseguite, fu consegnato dall’Amministrazione Comunale all’Ospedale Di Summa.

La chiesa, riprese a funzionare ad intermittenza sin dal 1872, finchè l’Amministrazione Comunale, pur conservandone la proprietà, non la consegnò alla Curia Arcivescovile il 22 marzo 1896. Nell’ottobre 1914 venne istituita la parrocchia della SS. Resurrezione, che vi rimase fino al maggio 1966, quando si trasferì nella nuova chiesa di via Monte Nero.

Da quel momento in poi la chiesa venne utilizzata come deposito dell’ospedale, ma la demolizione fu vietata nel 1967 dalla Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie della Puglia.
Dopo i restauri effettuati nel 2007 la chiesa è stata riaperta al culto.

Foto della chiesa di S. Maria della Fontana scattatte dal Prof. Briamo e datate 1966

Le nostre foto oggi dopo i restauri:

Esterno

Facciata

Portale d’accesso alla chiesa

Particolari della facciata

Entrata del Convento

Interno della chiesa

Navata

Crocifisso

Altare di San Francesco

Altare di San Lorenzo

Cristo risorto

S. Cecilia Vergine e Martire

Altare temporaneamente vuoto

Altare di S. Maria della Fontana

Controfacciata

Soffitto a Volta

Architrave dell’antica chiesa

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Si ringrazia la  Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo” per averci concesso la possibilità di utilizzare le foto d’epoca della fototeca Briamo  contenute nell’articolo

Bibliografia:

(1) Archivio di Stato, Il ritorno a Brindisi dei Frati Cappuccini e la costruzione della chiesa Ave Maris Stella.  Di R. Savoia: “L’arrivo…(pp. 83-84)”; “Dalla prima alla seconda soppressione degli ordini religiosi (pp. 97-99)”; “Il convento, la chiesa e il giardino dopo l’abbandono (pp. 107-108)

(2) Memoria Historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi, del molto Rev. Padre Maestro Andrea Della Monaca (Ristampa anast.)

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