La motobarca

Scriveva nel 1897 il sacerdote Pasquale Camassa nella sua Guida di Brindisi:

“Traghettando il corno destro del porto colla barca di S. Maria, il cui pedaggio appartiene all’Arcivescovo, si giunge all’artistico villino Cocotò, a sinistra del quale è una strada, che conduce ad una chiesa, monumento nazionale, intitolata a S. Maria del Casale.”

Da allora sono passati 120 anni, la barca è diventata a motore, ma ancora continua a trasportare persone e bagagli dalla banchina Montenegro alla banchina Posillipo dietro pagamento di un piccolo compenso.

Secondo la STP-Brindisi, società che gestisce attualmente il servizio di trasporto via mare nelle acque interne del porto di Brindisi, il “servizio motobarca rappresenta una vera e propria linea di collegamento che collega i quartieri Casale e Centro, al pari dei mezzi su gomma”.

Adesso le tappe sono diventate tre e precisamente: Banchina Montenegro – Banchina Stazione Marittima e Banchina Villaggio Pescatori, a cui nei giorni di Sabato, Domenica e festivi si aggiunge anche la nuova fermata della Banchina Monumento al Marinaio.

Decisamente un’ottima occasione per fare un “Tour del porto” a basso costo, anche per chi non ha necessità di spostarsi.

Non credo, infatti, ci sia un brindisino che abbia resistito alla tentazione di fare un giro in motobarca e/o di farlo fare anche ai suoi familiari.

La barca di Santa Maria

Per approfondirne la storia leggiamo quanto scrive C. Grandieri in proposito (AdS  Brindisi – Parrocchia Ave Maris Stella, Il ritorno a Brindisi dei frati cappuccini e la costruzione della chiesa Ave Maris Stella. I trasporti – Introduzione di C. Grandieri p. 183):

“Fino ai primi decenni del 1900 solo «un regolare servizio di barche, con modestissimo compenso al barcaiolo, assicurava il collegamento città – Casale.

L’attracco ed il traghetto stesso si solevano indicare con il nome: “la Barca di Santa Maria”», in quanto, anticamente, trasportava da una sponda all’altra del porto i fedeli brindisini che si recavano alla chiesa di S. Maria del Casale l’8 settembre di ogni anno, in occasione della festa della Vergine SS.ma che ivi si svolgeva. Per tale motivo, la Mensa arcivescovile di Brindisi vantava su tale servizio un «diritto di traghetto», come è testimoniato nella platea dell’anno 1722, conservata nella Biblioteca Arcivescovile A. De Leo (..).

Questo «diritto di traghetto» nel porto di Brindisi, vantato per secoli dalla Mensa arcivescovile, fu contestato dalla Capitaneria di porto, dando l’avvio nel 1931 ad una serie di trattative tra i due enti, che portarono alla decisione del Ministero della giustizia e degli affari di culto, di ritenere inconsistente tale diritto.

Nella documentazione che testimonia queste vicende si legge che per supplire alla perdita di £ 2300 annue «quale provento del preteso diritto esclusivo di traghetto», il Ministero della giustizia stabilì di aumentare «in uguale misura, il supplemento di congrua sinora corrisposto» alla Mensa arcivescovile.

Ma il problema dei collegamenti tra la città ed il rione Casale, soprattutto negli anni ’30, era molto sentito, tanto che quando fu istituito il Collegio navale, il preside dell’Istituto, Enrico Longi, tramite il comandante federale della GIL, Lorenzo Mugnozza, nel 1937 formulò un’istanza all’Amministrazione comunale affinchè fosse realizzato un servizio di autobus che «oltre a favorire la popolazione del rione Casale, sarà utilissimo per il Collegio, per gli stabilimenti militari ed aeroporti della zona». Vennero, pertanto, intavolate trattative e chiesti preventivi ad alcune ditte di autotrasporti brindisini, tra cui quella di Pasquale Oliva.

Nello stesso periodo il podestà, Corradino Panico Sarcinella, comunicò al prefetto, Silvio Ghidoli, che era stato chiesto ad una ditta di Napoli di approntare un progetto per un impianto di filobus che, partendo dal largo Montenegro, avesse come ultima fermata il campo di aviazione nel rione Casale.

Pochi anni dopo, nel 1940, si chiesero alla FIAT di Torino ulteriori notizie tecniche per l’impianto di filobus in città, in ossequio «alle direttive autarchiche», in quanto questo era considerato dal governo fascista «il mezzo dei trasporti urbani dell’avvenire». In attesa della sua realizzazione, dal 1938 al 1940 si susseguirono le richieste da parte dell’Amministrazione comunale di preventivi per forniture di autobus, con funzionamento a gas, alle società automobilistiche FIAT ed Alfa Romeo, ma tutte le trattative si interruppero con l’avvento del secondo conflitto mondiale.

Solo nel 1947, con delibera del Consiglio comunale, si affidò alla ditta di Cosimo Moretto il compito di gestire la linea di autobus che doveva collegare il centro cittadino alla zona Salesiani e al rione Casale, mentre l’impianto di filobus non fu mai realizzato.”

Foto d’epoca

La motobarca

Fermata Banchina Villaggio Pescatori

Fermata Banchina Montenegro

Fermata Banchina Stazione Marittima 

Tour fotografico del porto interno

Al costo di solo 1 euro è possibile fare un giro completo del porto interno, partendo da Banchina Montenegro per ritornarci alla fine del tour. Un consiglio per gli amici fotografi: munitevi di macchina fotografica possibilmente con uno zoom grandangolare, prospettive nuove e inusuali si dischiuderanno!

Tragitto da Banchina Montenegro a Banchina Stazione Marittima

 

Tragitto da Banchina Stazione Marittima a Banchina Monumento al Marinaio

Tragitto da Banchina Monumento al Marinaio a Banchina Villaggio Pescatori

Tragitto da Banchina Villaggio Pescatori a Banchina Montenegro

Vi presentiamo, inoltre, il video-corto di Kinebottega di Simone Salvemini ,che ringraziamo, sullo stesso tema.

Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione

1 commento

  1. Quanto mare……….

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