Asilo infantile di via de Vinci – angolo via Lata

Alla fine di via Lata, quando questa incrocia via de’ Vinci, è possibile ancora vedere i resti di una costruzione, un tempo asilo infantile, aperto nel 1935 come risposta dell’amministrazione comunale al problema dell’assistenza e dell’educazione della prima infanzia, cioè di quei “bimbi poveri, di età inferiore ai sei anni che rimangono spesso abbandonati per le pubbliche vie”.

Con delibera del 25 luglio 1931 il podestà Serafino Giannelli affidò l’incarico della compilazione del progetto all’ing. Telesforo Tarchioni. L’area prescelta, di mq 1500, si affacciava sul seno di levante del porto interno nel rione Montecristo, uno dei più popolosi della città.

Il progetto dell’asilo infantile prevedeva un salone di ingresso, la direzione, tre aule capaci di contenere 50 alunni, il refettorio, la cucina, i bagni, una grande palestra scoperta e l’alloggio del custode. La spesa complessiva era prevista in £ 555.000, compreso il costo del suolo espropriato a Massimo Bellocchi. I lavori furono ultimati nel maggio 1934 e l’asilo cominciò a funzionare dal 15 gennaio 1935 sotto la direzione di suor M. Carlotta Seminati ed altre consorelle dell’ordine “Suore francescane missionarie d’Egitto”.

Nel marzo del 1935 fu inaugurato dal prefetto Marino Mutinelli e dall’arcivescovo Tommaso Valeri, che celebrò la prima messa nella cappella annessa all’asilo, a cui seguì un saggio di canti e poesie dei 300 bambini ospiti.  I locali dello scantinato furono assegnati alla federazione provinciale del Partito Nazionale Fascista, quale sede delle organizzazioni giovanili del partito.

Si legge nel libro cronistorico della parrocchia della Santissima Annunziata, manoscritto redatto da don Giovanni Madaro, parroco dal 1934 fino al 1945, e  conservato nell’archivio della chiesa:

Anno 1935 – 1 gennaio

Asilo comunale in vico Vinci – 1 gennaio Si benedice con l’intervento di Sua Eccellenza monsignor Valeri arcivescovo il locale del nuovo asilo infantile, in vico Vinci, dove pigliano possesso per la direzione e scuola preparatoria le reverende Suore Francescane Missionarie d’Egitto. Prima superiora è la reverenda madre Carlotta anima piena di zelo e di bontà «Sia benedetto Dio!». In parrocchia una comunità religiosa a cura dei piccoli (randagi, abbandonati, incivili, ineducati)!

Quali nuovi fiori si preparano per olezzare sull’altare del Signore e dinanzi al focolare domestico, dove molte volte non è che rovina spirituale. Il buon esempio delle suore, la loro attività nel campo religioso-morale, tutto ci dice che il Signore non abbandona i suoi figli e che almeno dalle nuove generazioni (perché la vecchia, uscita da un’educazione socialista e comunista, quasi zeppa non poteva dare frutti per il passato), si potrà attendere un bene che ieri non era da sperare.

Sia benedetta dunque l’opera di chi: autorità civile e religiosa, ha provveduto a tanta opera di benessere morale e sociale in quest’ambiente parrocchiale e cittadino pervaso da tante necessità. Noi con tutte le anime buone pregheremo e lavoreremo sempre perché l’opera cresca e sviluppi per il bene delle anime nulla mai trascurando.

Sempre sullo stesso documento viene poi successivamente riportato che nel maggio del 1944 le suore Francescane Missionarie d’Egitto ricevettero l’ordine di sgombrare la casa dell’asilo infantile comunale sito in via Vinci, per utilizzarlo come carcere giudiziario.

Anno 1944 – 24-27 maggio 

L’asilo infantile e carcere giudiziario  – Le reverende suore francescane ricevono l’ordine di sgombrare la casa dell’asilo infantile in via Vinci. Esigenze di guerra fanno mutare quel posto in carcere giudiziario. La parrocchia rimane senza comunità religiosa con danno enorme al bene spirituale dell’Azione Cattolica e del catechismo.

Alla fine del conflitto il fabbricato fu dismesso ed occupato abusivamente da diversi nuclei familiari, per essere poi negli anni ’70 sgomberato e successivamente demolito per far spazio ad un parcheggio ad oggi non ancora realizzato. Le nostre foto documentano lo stato attuale dei luoghi e come di quell’edificio non rimanga più nulla.

 

Fonte

Brindisi 1927-1943 da Capoluogo a Capitale p. 183 – Archivio di Stato, Brindisi

Libro cronistorico della parrocchia della Santissima Annunziata, Giovanni Madaro

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