La chiesa San Giustino de Jacobis (rione Bozzano) – Brindisi

Lucia Tramonte ricostruisce per Brundarte la storia della Parrocchia San Giustino de Jacobis. L’articolo è corredato dalle foto storiche della costruzione della chiesa di G.M. Catanzaro e dai nostri scatti.

Nel Piano regolatore Generale della città di Brindisi del 1963, era stata impostata e regolamentata la realizzazione di un nuovo quartiere, di tipo residenziale, nella zona agricola denominata “Bozzano”. Dopo che tra il 1969 e il 1972 la Società IMMOBILIARE ELIA SpA  aveva provveduto a costruire il viadotto che, superando l’avvallamento del Canale Patri, congiunse il quartiere alla Commenda e quindi, al centro cittadino,  già nel 1977 esistevano diversi fabbricati ultimati e abitati dai primi residenti. Fu per questo che la Curia Arcivescovile della Diocesi di Brindisi – Ostuni ritenne necessaria la costituzione di una nuova Parrocchia.

Con decreto del 14.05.78. l’Arcivescovo Mons. Settimio Todisco istituì la nuova parrocchia intitolandola a SAN GIUSTINO DE JACOBIS.

I motivi di tale scelta furono i seguenti:

  • San Giustino era stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Brindisi il 12 giugno 1824;
  • San Giustino era stato proclamato santo da pochissimi anni, nel 1975;
  • San Giustino era stato un grande missionario e per una nuova parrocchia che ha il compito di essere missionaria tra la gente, l’intitolazione a san Giustino era di buon auspicio oltre che un incentivo per un sempre maggiore impegno di evangelizzazione. In data 15 maggio 1978, l’arcivescovo, con un altro decreto, nominò “economo curato” della nuova parrocchia il sac. Don Francesco De Benedittis.

Riconoscimento giuridico della Parrocchia S. Giustino De Iacobis

La vita e le opere di S. Giustino De Iacobis

Nomina di Don Francesco De Benedictis a Economo Curato e successiva nomina a Parroco

La nomina di don Francesco De Benedittis ad economo-curato della nuova parrocchia san Giustino de Jacobis non fu accompagnata altro che dalla “preghiera e benedizione” dell’Arcivescovo e null’altro. Monsignor Settimio Todisco, comunque, conosceva bene don Francesco e ne apprezzava le capacità, per cui, riponendo in lui ampia fiducia, lo aveva scelto nella convinzione che l’incarico sarebbe stato assolto nel modo migliore.

Con coraggio e fiducia nella Divina Provvidenza, don Francesco iniziò il suo lavoro, comprendendo da subito che la sua era una vera e propria missione. Il quartiere che ospitava la nuova parrocchia era sì, in fase di sviluppo edilizio abitativo, ma, ahimè, non aveva ancora alcun servizio. Spesso accade, infatti, che per venire incontro all’urgente necessità di nuovi alloggi, si rimandi la realizzazione dei servizi di quartiere a quando ci saranno le possibilità finanziarie, costringendo così gli abitanti ad essere dei veri e propri “pionieri”.

Non essendoci un locale da adibire al culto, ci si arrangiò con l’uso di qualche aula scolastica (anch’essa precaria dal momento che la scuola non esisteva) da utilizzare almeno per la Santa messa domenicale; mentre, per la somministrazione dei Sacramenti ci si avvalse della collaborazione dei Frati della Pietà e della loro chiesa in quanto la zona di Bozzano inizialmente faceva parte di tale parrocchia.

Questa situazione si protrasse fino a tutto il 1978 e la popolazione del quartiere apprezzò subito la presenza della realtà parrocchiale che veniva incontro alle esigenze spirituali e di formazione religiosa ma anche di aggregazione.

Planimetria del quartiere Bozzano

Primi locali utilizzati per la Messa in viale Belgio

Finalmente si delineò all’orizzonte una schiarita: venne a liberarsi un locale commerciale di proprietà dell’INA, composto da un modesto locale a pianterreno, con diretto accesso dalla strada e da un piccolo ammezzato, così dal 1° gennaio 1979 la Parrocchia ebbe il suo locale di culto dove poter iniziare a svolgere la propria attività pastorale. In un secondo momento, per poter svolgere adeguatamente gli incontri di catechesi con i fanciulli e i ragazzi, si presero in affitto altri locali al primo piano dello stesso stabile INA.

Primi locali di culto – Chiesa provvisoria in Via Germania

 Il crescente aumento della popolazione del quartiere rendeva sempre più necessaria la progettazione di qualcosa di stabile e confacente ad una parrocchia situata in un quartiere con popolazione giovane e con prospettive interessanti. Se ne rese conto non solo don Francesco, ma anche la Curia Vescovile che cominciò ad attivarsi per ricercare un suolo adatto alla costruzione della chiesa e per reperire i fondi necessari alla sua costruzione.

Tra i fedeli della nuova parrocchia si fece subito avanti il giovane ingegnere Alberto Medico che si dichiarò disponibile a preparare gratuitamente un progetto generale che fosse rispondente contemporaneamente sia alle esigenze di una moderna architettura che a quella funzionalità necessaria allo svolgimento dell’attività pastorale in modo organico ed adeguato alle esigenze del culto, della catechesi e delle altre attività caritative, culturali e sportive.

L’affannosa ricerca del nuovo suolo per la realizzazione del complesso parrocchiale procedette senza sosta e, ben presto, giunse la sospirata soluzione. Infatti la Divina Provvidenza fece sì che don Francesco conoscesse da tempo la famiglia Quartulli proprietaria di terreni nella zona del quartiere Bozzano ubicati poco distante dal luogo dove il PRG aveva predisposto l’area destinata alla Chiesa parrocchiale. I fratelli Quartulli, volendo onorare la memoria dei defunti genitori, si mostrarono subito disposti a cedere alla Mensa Vescovile della diocesi (al tempo competente) un’estensione di terreno di superficie pari a quella prevista dal PRG e sufficiente per l’insediamento parrocchiale.

Terminata la prima fase, fatta di adempimenti burocratici lenti e complicati, ma essenziali e definitivi per la costruzione del complesso parrocchiale, i lavori ebbero inizio nel mese di aprile 1983.

Si costituì un nutrito gruppo di parrocchiani che, in vari modi, sostennero la realizzazione dell’opera scegliendo di partire dalla costruzione del fabbricato da destinare alle attività pastorali e lasciando ad un tempo successivo l’edificazione del luogo di culto vero e proprio.

 L’anno 1984 furono conclusi i lavori con grande soddisfazione di tutti i parrocchiani che si sentivano premiati per l’impegno e i sacrifici affrontati negli ultimi cinque anni.

 La gioia maggiore fu sicuramente quella di don Francesco che vedeva felicemente realizzato il primo traguardo per la sua Parrocchia, anzi per la sua “Comunità Parrocchiale”, che lo aveva affiancato instancabilmente in ogni sua iniziativa sostenendolo nell’affrontare con grande abnegazione ostacoli di ogni tipo, superando con tenacia e ostinazione problemi che sembravano irrisolvibili, sopportando, a volte, anche delusioni e umiliazioni.

L’inizio delle attività nei locali appena inaugurati fu quasi da pionieri. Il fabbricato era assolutamente isolato in mezzo alla campagna incolta; in prossimità non vi erano abitazioni se non un vecchio fabbricato rurale abitato da una povera famiglia con alcuni ragazzini che si dedicavano al pascolo delle capre; non esisteva pubblica illuminazione e per aiutare, di sera, i fedeli a raggiungere la chiesa (provvisoria) fu necessario installare, a spese della parrocchia, alcuni fari nei punti più idonei a tale scopo; infine la strada di accesso era solo abbozzata e priva di manto bituminoso.

Costruzione del primo corpo di fabbrica ed inaugurazione dei locali provvisori della nuova Chiesa

Agli inizi del 1989 intervenne l’Impresa edile LIES dell’ing. Roberto Medico e del geom. Giuseppe Cioffi che prestarono la loro opera gratuitamente e provvidero alla fornitura di materiale e di mano d’opera a proprie spese dando inizio ai lavori di scavo per la nuova chiesa, alle opere di fondazione, nonché alla pilastratura perimetrale e alla relativa muratura. Il progetto prevedeva per la nuova chiesa un ampio locale di mq 465,00 di superficie di forma pressoché ottagonale, alquanto articolata, più larga che profonda, coronata da una finestratura continua. Ogni angolo è rinforzato con pilastri in cemento armato, di varia misura in funzione delle diverse altezze. Il presbiterio, completo di altare, ambone e battistero è leggermente più alto del pavimento della chiesa.

Quello che merita, però, maggiore considerazione è la copertura della chiesa, veramente originale e significativa, tanto da essere presa come esempio (pur restando unica) nella copertura di altre chiese nella Diocesi.

La sagoma è quella di un iperboloide iperbolico (a una falda) a sella, dall’effetto particolarmente significativo simboleggia infatti lo spirito umano che, con un battito d’ali, si protende, in volo, verso il suo creatore. Inizialmente tale copertura era prevista in cemento armato, sostenuta nella parte centrale da un arco piano che sorreggeva tutta la copertura ed era incernierato su due poderosi blocchi di cemento armato, posti alle due estremità laterali della chiesa. Caso volle che la ditta che doveva costruire tale copertura si tirò indietro al momento della realizzazione, per cui l’ing. Medico decise di sostituirla con una copertura in legno, molto più leggere e certamente di migliore aspetto, sempre nel rispetto della sagoma progettata. Il 27 marzo 1993, la chiesa fu inaugurata e benedetta da S.E. Mons. Settimio Todisco con una solenne concelebrazione e grande e festosa affluenza di fedeli.

Progetto per il completamento della nuova chiesa parrocchiale

Costruzione e inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale

La Chiesa oggi

Esterno

Interno

Concludiamo informando che l’attuale parroco della chiesa è  Don Cosimo Posi e Viceparroco Don Stefano Bruno.

Si ringrazia:

  • Sergio Petrucci autore del libro “La parrocchia di San Giustino De Iacobis di Brindisi 1979-2004
  • Lucia Tramonte per la splendida sintesi del libro
  • G.M. Catanzaro per le fotografie storiche
  • l’amico Mario Carlucci per la collaborazione

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