Giardino archeologico di via del Mare

Riportiamo qui di seguito il contenuto di un cartello del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, da noi visto e fotografato il 7 dicembre 2016, e oggi non più visibile.
Ivi si parla di una prima fase con “un intervento di sistemazione e di protezione delle strutture e dei livelli archeologici“ che doveva proseguire nell’ambito di un “progetto unitario di Rigenerazione Urbana” con la programmazione 2014-2020 che, a tutt’oggi, purtroppo, non si è vista.
Confidiamo in un futuro prossimo che, detto giardino, inserito nel nostro fronte-mare, pur cinturato dalle due arterie stradali di via Lata e via del mare e quindi con poche possibilità di ulteriori esplorazioni, venga perlomeno riportato allo stato di decenza, rendendolo finalmente guardabile da visitatori e turisti.

Ai fini urbanistici non è da sottovalutare l’importanza di quest’area in quanto posta ad angolo sull’unica strada di collegamento fra via Lata e via del Mare.

Nelle nostre foto ne riportiamo lo stato attuale.

Cartello del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – foto del 7/12/2016 e successivi ingrandimenti

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Programma di Rigenerazione Urbana – Sottoambito n. 3
Lavori di Riqualificazione di via del Mare
La genesi della riqualificazione urbana. Il progetto pilota Urbano Protagonist
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
La rigenerazione di via del Mare con il recupero del giardino archeologico è una prima fase del progetto unitario di Rigenerazione Urbana per la città di Brindisi già condiviso dalla Comunità Europea che proseguirà con le fasi successive attraverso gli interventi previsti con la programmazione 2014-2020. In occasione dei Lavori di Riqualificazione di via del Mare l’area ubicata tra via Fratti e via del Mare è stata interessata da un intervento di sistemazione e di protezione delle strutture e dei livelli archeologici evidenziati nel corso di indagini effettuate nel 2003 e nel 2007-2008 che documentarono fasi di occupazione dal I secolo d.C. ai primi decenni del Novecento. Attualmente sono visibili le fondazioni di un edificio costruito nel 1935 (quindi non borbonico come da alcuni erroneamente si è inteso attribuire ndr), adibito ad asilo e poi a carcere, e l’imboccatura di una cisterna romana, databile al III sec. d.C.

Resti di epoca romana 

Resti del vecchio carcere

Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione

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