I Trulli di Alberobello

Gli anziani ricorderanno una celebre canzone di Aurelio Fierro del 1958, dal titolo “Sotto i trulli di Alberobello”. Le strofe di quella canzone che all’epoca fecero il giro del mondo, le ritroviamo scritte, incorniciate da cuoricini rossi, sulla scalinata che collega il Belvedere al Largo (Martellotta) sottostante.
I primi versi dicevano così
“Se percorri la terra pugliese,
ad un tratto ti fermi a guardar
uno strano fiabesco paese
che ti sembra di sognar.”
Piacquero molto i Trulli, caratteristiche costruzioni coniche modello di architettura spontanea, tanto che nel dicembre del 1996 vennero dichiarati “Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO”.
Ma, vediamo come si lega l’idea di costruire delle case prive del classico tetto ad una clamorosa evasione fiscale d’altri tempi.
L’urbanizzazione dell’area prese avvio nei primi anni del XVI secolo su impulso del conte di Conversano Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, il quale introdusse dal feudo di Noci una quarantina di famiglie di contadini per bonificare e coltivare le terre.
Secondo la Pragmatica de Baronibus, legge in vigore fino al XVIII secolo, la costruzione di un nuovo centro abitato comportava in primo luogo il regio assenso e il consecutivo pagamento dei tributi da parte del barone alla Regia Corte.
Vuole la tradizione che sia stato Giangirolamo II d’Acquaviva a imporre nel ‘600 che il primo agglomerato di Alberobello venisse realizzato esclusivamente con strutture a secco, in grado di essere smantellate velocemente in caso di controlli da parte dell’autorità reale. Non fu difficile per i contadini della Valle d’Itria, abituati ad usare quelle costruzioni coniche come deposito per gli attrezzi agricoli o per il proprio riparo durante le intemperie, esaudire il desiderio del conte di evadere le tasse. Il paese si liberò infine dalla servitù feudale degli Acquaviva nel 1797.
Nell’estate dello stesso anno fu infatti costruito il primo trullo a due piani, detto per questo Trullo Sovrano, con l’impiego di malta.
L’aggregato di trulli più consistente si trova nel rione Monti, caratterizzato da un susseguirsi di bazar e negozietti di ogni genere, diventati ormai parte del folklore locale.
Tra i tanti si possono individuare i Trulli Siamesi, due coni aventi un fianco in comune.
Ma, la maggior parte ha forma rotonda con tetto a falsa cupola, composto di cerchi di pietre sovrapposti. Unico abbellimento è il pinnacolo decorativo che, secondo molti rappresenta la firma del maestro trullaro che l’aveva costruito; la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici, religiosi o profani. La posa del pinnacolo era un momento di festa.
In cima alla zona monumentale troviamo la chiesa di Sant’Antonio, il cui magnifico edificio pare sia stato eretto negli anni Venti con le rimesse degli emigrati d’America, per arginare la pericolosa diffusione del protestantesimo.
Dall’altra parte del paese, nel rione Aia Piccola, svetta la facciata ottocentesca della chiesa madre che presenta due campanili, quello di sinistra con una meridiana e quello di destra con un orologio con numeri romani.
La chiesa custodisce le reliquie dei Santi Patroni, festeggiati il 27 e 28 settembre. In loro onore, migliaia di persone provenienti dai diversi centri delle province di Bari, Brindisi e Taranto si recano in pellegrinaggio a piedi al santuario alberobellese.
Alle spalle della chiesa matrice è il Trullo Sovrano di cui si è detto in precedenza, che con i suoi 14 metri di altezza svetta su altre dodici cupolette immancabilmente rivestite di chiancarelle.
Il resto del quartiere vive intorno alla piazza del Municipio, la spianata dove un tempo si andava per la trebbiatura.
Sul lato opposto del pianoro, nei pressi della fontana, e proprio di fianco al piazzale da cui è possibile ammirare il panorama, è la chiesa del Santissimo Sacramento costruita a fine Ottocento.

Bibliografia e sitigrafia:
Puglia e Basilicata – Borghi da riscoprire di R. Nigro + 3 (Alberobello di Vito Bianchi pp. 147/153);
Wikipedia, Alberobello

Il Belvedere

Largo Martellotta

Il Rione Monti

Trullo Siamese

Chiesa di Sant’Antonio

Chiesa Madre dedicata ai Santi Patroni

Trullo Sovrano

Municipio e Monumento ai Caduti

Chiesa del Santissimo Sacramento

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