4 settembre 1859 – Ordine di demolizione per Porta Lecce

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Analogamente a quanto avvenne molti anni dopo per Porta Mesagne, cui questa vicenda risultò di ispirazione, il 4 settembre 1859 pervenne al sindaco di Brindisi, da parte del maggiore G. Angelini, comandante della Real Piazza di Brindisi e Forte a Mare, una lettera con la quale si comunicava che il Ministro della Guerra aveva determinato “..che lo androne di Porta Lecce in codesta Piazza, – fosse consegnato al Comune per essere demolito…”.
A far prendere tale decisione al Ministero della Guerra erano state le diverse lettere inviate dal sindaco di Brindisi, in cui si lamentava il deterioramento della volta di copertura di Porta Lecce e il pericolo costante incombente su tutti i cittadini, che erano costretti ad entrare o uscire dalla cittadina. Alla fine i firmatari suggerivano le riparazioni più adatte per salvare dalle infiltrazioni di acqua il manufatto.
Il 5 gennaio 1860 il Decurionato della città discusse della sorte di Porta Lecce, poichè il Comandante della Real Piazza aveva fatto sapere che avrebbe consegnato “al Comune l’androne di Porta Lecce per essere demolito..”.
Il Sindaco in quella seduta, chiese ai presenti di osservare se la demolizione fosse ritenuta indispensabile, per conseguire quel bene artistico raccomandato dal signor Intendente con una nuova costruzione.
Il Decurionato, così si espresse “considerando che l’androne di Porta Lecce forma parte dell’intera cinta delle fortificazioni
di questa città, le quali sebbene abbandonate, pure non cessano di essere uno de’ monumenti di antichità, che quantunque, non rispettate dal tempo, lo debbono essere dalla mano dell’uomo; considerando che un restauro a quella volta è più che sufficiente per renderne sicuro il passaggio, e per eseguirlo trovansi già destinati i fondi bisognevoli..”.
Malgrado tale decisione unanime del Decurionato, ci fu l’insistenza dell’Intendente della Provincia, che fece osservare “quanto sia sconveniente il conservare quella porta antica, si, ma cedente, che niuna importanza presenta nè ha più scopo alcuno.”
A questi, il Decurionato, nella seduta dell’1 aprile 1860, rispose deliberando all’unanimità di voler restaurare, anzichè demolire, l’androne della porta per Lecce e, invitò l’Intendente ad approvare il progetto di restauro e la relativa spesa.
In conclusione, si affermava che “…il Decurionato ama conservare la memoria, e le reliquie di una antichità che ricorda la grandezza di questa città nei tempi che furono…”.
Il verbale fu firmato dal Sindaco Presidente, Filomeno Consiglio e da tutti i decurioni presenti.
Bene fece la città di Brindisi a dedicare al Sindaco Filomeno Consiglio una delle vie più antiche della città.

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