Le sculture di Rodin al Victoria & Albert Museum di Londra

Rodin e il V&A Museum, 1902-1914

Sfidando i tradizionali canoni della bellezza dell’arte classica, Rodin  è stato colui che ha aperto la strada alla scultura moderna del XX secolo. Il V&A possiede 24 sue sculture,  18 delle quali donate dallo stesso scultore al Museo nel 1914, dopo che i soldati inglesi avevano combattuto fianco a fianco di quelli francesi nella Prima Guerra Mondiale. Questa raccolta di opere, selezionate personalmente dallo scultore per rappresentare il suo lavoro, è certamente la più grande donazione fatta al Museo da un artista vivente. La Collezione Rodin è ora ammirata da milioni di visitatori, ma il percorso che portò alla sua acquisizione non fu facile: vi raccontiamo quel che accadde.

Auguste Rodin, photograph H. Walter Barnett, 1902. Museum no. 377-1952.

© Victoria and Albert Museum, London

In Francia la carriera di Rodin progrediva piuttosto lentamente, mentre in Inghilterra aveva molti estimatori sin dal 1880. Nel 1902 il V&A acquisì il suo San Giovanni Battista a seguito di una sottoscrizione pubblica.

San Giovanni Battista,  Auguste Rodin, 1879-80, Francia

Il San Giovanni Battista era il secondo grande studio di figure in bronzo di Rodin. Iniziato nel 1878, la testa fu esposta al Salon di Parigi del 1879, seguita dalla figura intera in gesso nel 1880 (con una croce, successivamente abbandonata) e in bronzo l’anno seguente. Fu acquisito dallo Stato francese nel 1884 per i Giardini del Lussemburgo a Parigi. Un primo modello, che mancava di testa e braccia, fu successivamente esposto con il titolo di Uomo che cammina.

Per contrastare le critiche durissime ricevute per la sua prima opera realizzata da un modello vivente, intitolato L’Età del Bronzo, la figura di San Giovanni Battista fu realizzata leggermente più grande delle dimensioni reali. Rodin non aveva l’intenzione di produrre un soggetto religioso, fu la posa goffa ma decisa assunta naturalmente dal suo modello, un contadino abruzzese non addestrato a posare, che gli suggerì un carattere mistico e grezzo adatto al Battista.

San Giovanni Battista,  Auguste Rodin, 1879-80, Francia

Questo bronzo, la prima opera di Rodin ad entrare in una collezione pubblica inglese, fu presentato al museo nel 1902 da un comitato di sostenitori dello scultore che avevano istituito una sottoscrizione per acquistare una sua opera per la nazione britannica. Per riconoscere il successo della campagna, Rodin fu invitato a una celebrazione al Café Royal, dopo la quale gli studenti delle scuole d’arte Slade e South Kensington trainarono il carro di Rodin per le strade di Londra in omaggio all’artista. San Giovanni Battista divenne così il simbolo ufficiale dell’influenza ormai dominante di Rodin sulle modalità di scultura della vecchia guardia del XX secolo.

Nel luglio 1914, Rodin fu incluso in una grande mostra di arte moderna francese che si tenne alla Grosvenor House, a Londra. Era l’unico scultore ad essere rappresentato, ed espose insieme a Cézanne, Gauguin, Monet e Van Gogh. La mostra si concluse il 21 luglio. Quando ci fu la dichiarazione di guerra una quindicina di giorni più tardi, i suoi lavori rimasero bloccati a Londra.

Su richiesta di Rodin, il suo amico, lo scultore britannico John Tweed, acconsentì a ospitare le opere nel suo studio dove furono viste da Eric Maclagan, il responsabile della sezione Architettura e Scultura al V&A. Maclagan divenne un importante sostenitore del lavoro di Rodin e il negoziatore tra Rodin e il Direttore del V&A, Sir Cecil Smith. Maclagan scrisse a Smith il 3 settembre 1914 per convincerlo a prendere la collezione in prestito, affermando:  “So che non ami molto il lavoro di Rodin, ma penso che questa sia un’opportunità che non dovrebbe essere persa”.

Maclagan  sostenne anche che non bisognava giudicare Rodin solo dal San Giovanni Battista e suppose che lo scultore avrebbe potuto cedere al V&A anche la sua prima grande opera, L’età del bronzo.

L’età del bronzo, Auguste Rodin, 1876 circa, Francia

L’età del bronzo, Auguste Rodin, 1876 circa, Francia

Aggiunse: “Penso che faremmo un importante servizio all’Inghilterra e alla Francia prendendoci cura dei bronzi fino al loro ritorno a Parigi”. Smith, soprattutto per spirito di patriottismo si convinse, sebbene ritenesse che in circostanze normali una mostra in prestito di scultura francese moderna non sarebbe stata appropriata alla  funzione del Museo. Ma anche lui sentiva che la situazione era eccezionale. Suggerì quindi che la collezione potesse essere esposta nell’ampia corte settentrionale del Museo (che era diventata disponibile a seguito della cancellazione di una mostra di Arti e Mestieri a causa dell’esplosione della guerra), scrivendo: “Non ho paura di dare molto spazio a una cosa buona”. Aggiunse un’ultima cautela sull’assicurazione: “Il V&A non si  assume alcuna responsabilità in caso di danni alle sculture per una eventuale bomba lanciata sul Museo”.

Intanto la guerra si era intensificata. Le forze tedesche sembravano essere arrivate a conquistare Parigi. Le perdite francesi erano già almeno 230.000. Rodin fu così commosso dall’azione congiunta delle truppe britanniche e francesi in Francia, che decise di regalare le diciotto sculture bloccate al museo inglese che le ospitava. Nel Daily Telegraph del 12 novembre egli fu citato per avere detto:

“Gli inglesi e i francesi sono fratelli; i vostri soldati stanno combattendo fianco a fianco dei nostri. Come piccolo segno della mia ammirazione per i vostri eroi, ho deciso di regalare la collezione all’Inghilterra. Questo è tutto”.

Il regalo di Rodin al Museo consolidò la sua reputazione artistica. Un giornalista del Manchester Guardian (12 novembre 1914) riassunse i sentimenti del paese:

“considerato una volta un eretico artistico pericoloso il cui lavoro nessuna persona sana di mente avrebbe potuto ammirare, Rodin ora ricopre una posizione incontestata come il più grande scultore del suo tempo”.

La morte di Rodin il 17 novembre 1917 fu segnata da un’esplosione di elogi dei media britannici. Il funerale fu partecipato da rappresentanti ufficiali internazionali, tra cui Sir Cecil Smith. Contestualmente, si tenne un memoriale nella Chiesa di St Margaret, Westminster, organizzato dal vecchio amico di Rodin John Tweed. Parteciparono molti dei suoi ammiratori artistici, tra cui Lavery, gli scultori Sir Thomas Brock, Hamo Thornycroft e Albert Toft e l’architetto della nuova facciata del Museo, Sir Aston Webb.

Nel dicembre 1917 fu organizzata una grande mostra commemorativa dei lavori di Rodin al Museo, con prestiti che integrarono i lavori già presenti. Una recensione particolare dell’evento, pubblicata su Les Nouvelles, mise in evidenza  proprio i bronzi frammentari, generalmente quelli meno apprezzati, descrivendoli come

“opere che sono strane all’inizio… volutamente grezze e incomplete, rispetto alla perfezione tecnica ineguagliabile di San Giovanni o di L’Età del Bronzo, ma che forza, che magnificenza rimangono in questi studi che richiamano i resti antichi rinvenuti negli scavi, e che nella loro struttura elementare mostrano un sovrabbondare di vita, un’espressione dinamica e di verità che colpiscono fortemente il visitatore”.

La recensione esprimeva un’apprezzamento per il lavoro successivo, più personale e non convenzionale, di Rodin da un punto di vista estetico, in termini di relazione con la scultura molto più antica, che Rodin ammirava e amava. Sebbene fortemente influenzato da precedenti classici e rinascimentali, Rodin sfidò le vecchie nozioni di scultura e bellezza e aprì la strada alle opere moderniste del XX secolo.

Ammiriamo adesso  insieme le altre opere di Rodin esposte attualmente al Museo.

La Musa (la Voce Interiore)
scolpita da Auguste Rodin, 1896 – 97 circa, Francia

Questa scultura  è stata ricavata, così come Rodin amava fare,  da un’opera che aveva progettato per il prospetto di una porta ornamentale per il nuovo Museo d’Arte Decorativa di Parigi, che gli era stato commissionato nel 1880. I lavori sull’opera si sarebbero dovuti concludere nel 1885, ma si protrassero per quasi quarant’anni fino alla morte dell’artista che non vide mai fondere la propria opera. Dal modello in gesso Rodin sviluppò dapprima la scultura intitolata “La Voce Interna”, con due muse destinate al monumento a Parigi per lo scrittore Victor Hugo, commissionatogli nel 1886. La sua composizione mostrava un Hugo nudo affiancato da due muse  anch’esse nude. I committenti però respinsero questa proposta giudicandola inadatta per la sua ubicazione prevista nel Pantheon. Dopo molte revisioni, Rodin produsse questa statua, tagliando le braccia e rimuovendo il drappo che copriva il ginocchio, segnando così un approccio sempre più concettuale alla scultura.

 

 

Il poeta Rainer Maria Rilke, che lavorò per un certo periodo come segretario di Rodin, scrisse di questa opera

“ancora e ancora nelle sue figure Rodin torna a questo piegarsi verso l’interno, a questa intenso ascolto della propria profondità… Non è mai stato scolpito un corpo umano così ripiegato sulla propria anima”.

 

Rodin stesso scrisse

“Questa mia scultura rappresenta la ‘Meditazione’. Ecco perché non ha né braccia per agire, né gambe per camminare. Non avete notato che la riflessione, quando persiste, suggerisce così tanti argomenti plausibili in direzioni opposte da finire nell’inerzia?”

Donna accovacciata
scolpita da Auguste Rodin, 1891 circa, Francia

Nei suoi primi lavori, Rodin si sforzava di attenersi al realismo anatomico, ma negli anni ’90 adottò un approccio più concettuale  che prefigurava gli sviluppi della scultura del XX secolo. Questa opera per esempio è costituita da parti – testa, arti e torso – di diverse figure assemblate e quindi fuse in un’unicum.

E’ infatti legata agli studi di Rodin per Iris, Messaggera degli Dei, che era destinata a sovrastare una seconda versione, anch’essa incompleta, del monumento a Victor Hugo commissionatogli nel 1891. Tuttavia, la testa, gli arti e il torso erano elementi preesistenti, completamente separati. La fusione di questi pezzi concepiti separatamente disturba l’equilibrio della scultura e crea un senso di inquietudine dinamica.

La testa è oggi conservata, in una forma ingrandita, nel Musée Rodin di Parigi, con il titolo di Grande testa per Iris, a volte chiamata anche Testa di Demetra. Una fusione della versione ingrandita è presente al V&A come parte del regalo di Rodin del 1914.

 

A. Rodin, Donna accovacciata – 1891 ca. 

Testa di Iris
di A. Rodin, 1908 circa, Francia

Bronzo, Altezza 59 cm

Ed ecco la versione ingrandita della testa della Donna accovacciata. Probabilmente è stata ingrandita da Henri Lebossé, collaboratore di fiducia di Rodin, prima di essere realizzata in bronzo.

Testa di Iris, A. Rodin, 1908 circa

La modernità dell’approccio di Rodin viene qui espressa anche attraverso le linee di giunzione lasciate dai calchi in gesso che di solito venivano invece rimosse. La loro presenza sfida l’idea convenzionale di “bellezza ideale” perchè mai  avrebbero convenzionalmente potuto essere accettate in una scultura finita. La testa di Iris di Rodin, come la Donna accovacciata, ebbero entrambe una grande influenza sugli scultori negli anni successivi.

Testa di Iris, A. Rodin, 1908 circa

Cibele
di A. Rodin, 1904-1905 circa, Francia

E’ questa una delle prime opere che rappresentano una  figura parziale o frammenti di figura che Rodin espose come scultura a se stante, piuttosto che come studio incompleto. Ispirate in parte dalle antiche sculture classiche danneggiate e dall’opera incompleta di Michelangelo che aveva studiato al Louvre e in Italia, queste figure parziali ebbero una grande importanza per lo sviluppo della scultura nel XX secolo, influenzando numerosi scultori tra cui Henry Moore.

Posò per questa opera Adèle Abbruzzesi, la modella più amata da Rodin. Fu esposta per la prima volta con una testa come parte del terzo bozzetto (studio) per il monumento a Victor Hugo. Una versione piccola della figura era stata originariamente concepita per “Le porte dell’inferno”, il portale e le porte in bronzo per il nuovo Museo di Arti Decorative a Parigi, che fu chiesto a Rodin di progettare nel 1880. Questo bronzo è l’unico stampo fatto in vita sua da Rodin. Fu prodotto appositamente per una mostra d’arte francese contemporanea a Grosvenor House a Londra nel 1914, dove fu chiamato “Cibele”, la dea greca antica della terra, e fu poi regalato da Rodin al V&A in seguito alle vicende che abbiamo raccontato.

Cibele, A. Rodin, 1904-1905 circa

Il figliol prodigo
di A. Rodin, 1885-1887 circa, Francia

Il figliol prodigo, con le sue molte versioni e adattamenti è un esempio, tanto amato da Rodin, di riutilizzo e riadattamento delle sue sculture preferite. Deriva infatti da una figura che Rodin utilizzò nel gruppo scultoreo “Ugolino”, la testa e il torso sono in pratica identici. Rodin aggiunse poi degli  arti diversi e la combinò con una figura femminile progettata  per il gruppo chiamato “Fugit Amor” (Amor fugge) per il portale in bronzo del nuovo Museo delle Arti Decorative a Parigi, commissionatogli nel 1880. Nel 1894 l’opera fu esposta per la prima volta come una figura singola, con il titolo “Il bambino del secolo”. La figura è altamente caratteristica della ricerca condotta da Rodin negli anni ’80 sulla espressione drammatica.

Il titolo del bronzo deriva ovviamente dalla parabola biblica del figlio che pretende la sua parte di eredità mentre il padre è ancora in vita e dopo aver speso tutti i soldi ricevuti, ritorna dal padre e si getta ai suoi piedi, chiedendo perdono.  L’artista stesso descrive così il suo lavoro:

“Ho enfatizzato la protuberanza dei muscoli per esprimere il dolore… ho esagerato i tendini che sottolineano il fervore della preghiera”.

L’angelo caduto
di A. Rodin, 1895-1900, Francia

Qui una figura alata crolla a terra e viene sorretta da una seconda donna nuda. Si pensa che il gruppo evochi il vano volo delle nostre illusioni, sebbene l’intimità delle due figure possa anche riflettere l’interesse di Rodin per la scrittura di Baudelaire.

Rodin estrasse le singole figure da gruppi scultorei diversi per creare con essi questa nuova combinazione. La figura alata qui, ad esempio, è basata sul Torso di Adele, modellato per la prima volta alla fine del 1880 con la figura di una sirena per una villa a Nizza. Lo stesso fu riutilizzato in seguito su Le porte dell’inferno (il portale e le porte in bronzo per il nuovo Museo delle Arti Decorative, Parigi, che Rodin fu chiamato a progettare nel 1880, dove appare in alto a sinistra del timpano, il pannello rettangolare immediatamente sopra le porte) e come figura inginocchiata nell’Eterna Primavera.

L’apprezzamento di Rodin per gli aspetti formali del corpo umano e la sua capacità di creare nuove composizioni è stato ispirato dalla sua vasta collezione di modelli e calchi in gesso che di volta in volta combinava tra loro  per creare  nuove sculture. Con la stessa frequenza con cui cambiava gli elementi formali delle sue sculture, Rodin amava cambiare loro anche i titoli: questo gruppo è stato conosciuto come “La caduta di Icaro” prima e  “L’illusione cade con le ali spezzate, la terra lo accoglie” poi, ma ora è generalmente noto con il titolo attuale.

La Francia
di A. Rodin, 1906-1912, Francia

Quest’opera nasce da un ritratto della talentuosa scultrice Camille Claudel (1864-1943), allieva e amante di Rodin. E’ stato realizzato alcuni anni dopo che si erano separati e i suoi lineamenti si sono mescolati, nelle varie fasi della sua produzione, con quelli di un’altra modella, Mariana Russell. Uno scatto del 1903 del fotografo francese Bulloz  “Lavori in corso: La France” mostra questa versione finale, originata da un calco del volto della Claudel. Nelle versioni precedenti, la testa era rivolta alla sua destra (come in una versione che Rodin presentò all’Università di Glasgow quando gli fu conferita una laurea honoris causa nel 1906), ma in seguito fu invertita. Nel 1912, la testa, con il titolo di “La Francia”, fu svelata come parte di un monumento a Samuel Champlain a New York e come contributo della Francia. Fu poi presentata  al V&A nel 1914.

 

Torso di donna
di A. Rodin, 1914, Francia

L’approccio libero alla forma, alle fonti e ai materiali che si può vedere nell’opera di Rodin anticipa gli sviluppi della scultura del secondo Novecento. Studiò infatti  e collezionò arte classica e più avanti nella carriera realizzò assemblaggi dei più diversi: qui per esempio collocò  un busto in bronzo, realizzato su un calco in gesso, su un piedistallo classico in marmo appartenente alla sua collezione.

 Rodin a volte chiedeva ai suoi modelli di sedersi per terra con le spalle rivolte a lui, braccia e gambe distese in avanti. In quella posizione, diceva, la schiena, che si restringe in vita e si allarga ai fianchi, somiglia a un vaso squisitamente ricurvo, un’anfora che racchiude nei suoi fianchi la vita dell’avvenire. Posizionando il busto su un piedistallo di derivazione classica, Rodin  invitava gli spettatori a vedere il bronzo come qualcosa di appartato, da ammirare, proprio come un antico vaso greco.

Una recente ispezione del torso in bronzo ha rivelato la presenza di molti dei perni metallici che tenevano in posizione l’anima di sabbia durante il processo di fusione.

Cupido e Psiche
di A. Rodin, 1898, Francia

Anche questa scultura proviene da uno dei gruppi ideati per Le porte dell’Inferno, il portale del Museo delle Arti Decorative di Parigi che Rodin fu incaricato di progettare nel 1880. Lo scultore aveva quindi studiato il soggetto per diversi anni, già prima del 1886, e lo aveva poi prodotto in molte altre versioni, oltre a disegnarlo ripetutamente.

Questa versione in marmo è stata scolpita da uno dei suoi fidati assistenti, sotto la sua supervisione, una normale pratica di laboratorio questa all’epoca. E’ noto infatti che lo stesso Rodin non scolpiva sculture in marmo. Il contrasto della roccia grezza con la superficie liscia delle figure indica l’ammirazione di Rodin per l’opera di Michelangelo.

Ritratto di Thomas Fortune Ryan
di A. Rodin, 1909, Francia

Thomas Ryan (1851-1928) era un uomo d’affari americano di grande successo con miniere di carbone, compagnie ferroviarie, interessi nel tabacco e nelle assicurazioni. Fu quasi certamente presentato a Rodin dalla Duchesse de Choiseul  nel 1908 e svolse un ruolo importante nella promozione del suo lavoro negli Stati Uniti. Nel 1910 finanziò l’acquisto per il Metropolitan Museum di New York di dieci opere di Rodin, che divennero il nucleo della loro collezione Rodin, esposta nella nuova Rodin Gallery nel 1912 accanto a piccoli gessi e un calco in bronzo del busto di Ryan che Rodin aveva presentato al Museo l’anno precedente.

Ryan posò per il suo ritratto all’Hôtel Biron (ora Musée Rodin) nel 1909, poco dopo che Rodin aveva affittato lì uno studio. Poiché nessuno dei due parlava la lingua dell’altro, le sedute si svolsero in silenzio. Il ritratto di Rodin cattura la forza del carattere di Ryan così come la sua potenza fisica (Ryan aveva spalle larghe e un’altezza di oltre un metro e ottanta). Versioni in bronzo, argento e marmo furono realizzate per la collezione di Ryan, tutte consegnate entro il 1910. Questo busto, strettamente correlato a quello di New York, fu donato al V&A da Rodin nel 1914.

 

Ritratto di Honorè de Balzac
di A. Rodin, 1891-1892, Francia

Il busto è tratto da uno dei primi studi in creta per un monumento commemorativo dello scrittore francese Honoré de Balzac (1799-1850), commissionato nel 1891 dalla Società degli Scrittori sotto la presidenza di Emile Zola.

Balzac era morto da oltre 40 anni. Rodin tentò quindi di superare questa difficoltà conducendo approfondite ricerche sulla vita dello scrittore e visitando la regione intorno a Tours dove aveva vissuto per studiare i tipi di viso locali. Ma un’altra fonte, molto affidabile, per produrre questo busto fu un ritratto di Balzac del 1822 circa, attribuito ad Achille Devéria. La testa eretta e lo sguardo diretto del soggetto trasmettono sicurezza e determinazione associate alla giovinezza. Successivamente – e in modo controverso – Rodin decise di rappresentare Balzac come un uomo più anziano piuttosto smunto, a grandezza naturale e avvolto in una veste lunga e ampia.

 

Ritratto di George Windham
di A. Rodin, 1904, Francia

Rodin aveva visitato l’Inghilterra nel 1881 su invito del pittore e incisore francese Alphonse Legros iniziando così anche in quel paese una carriera di grande successo incontrando numerose personalità di spicco di Londra. George Wyndham (1863-1913) ebbe una illustre carriera militare, fu anche scrittore ed era ammiratissimo per la sua squisita eleganza. Fu Segretario di Stato per la Guerra e poi Primo Segretario per l’Irlanda tra il 1900 e il 1905. Rodin gli fu presentato dal poeta e critico William E. Henley, amico dello scultore John Tweed, uno dei suoi più accaniti sostenitori in Inghilterra.

Le sedute per questo busto iniziarono nel 1804 e furono molto apprezzate da Wyndham che scrisse a sua sorella: “Abbiamo percorso l’intero Universo con leggerezza ma in profondità”. Quando Wyndham vide il lavoro finito, fu felicissimo e osservò:

“È davvero un ritratto, uno dei più sorprendenti. È così vero e vivo che guardando la gola ci si aspetta di veder deglutire il busto. Ma è più di questo, molto di più. È un uomo a 40 anni…a metà carriera, con i suoi rimpianti, le sue preoccupazioni, la sua forza, le sue speranze, il suo slancio”.

 

Ritratto di Eve Fairfax
di A. Rodin, 1902 – 1903, Francia

Dal 1900 in poi Rodin ricevette spesso commissioni per ritratti di uomini e donne importanti nei circoli politici e artistici. Questo ritratto fu commissionato da Ernest Beckett, in seguito Lord Grimthorpe, presentato a Rodin dallo scultore britannico John Tweed. Eve Fairfax (1871-1978) fu brevemente fidanzata con Beckett e posò per Rodin diverse volte durante il periodo tra il 1901e il 1909.

I loro incontri e la corrispondenza che si scambiarono portarono Rodin a una conoscenza più intima e personale della sua modella. Ammirava la sua freddezza inglese e ciò che si nascondeva sotto il suo aspetto apparentemente calmo, descrivendola come “la combinazione di Diana e di un Satiro”.
Questo bronzo sembra essere stato fuso da uno studio di argilla o gesso. La versione in marmo donata a Eve Fairfax da Rodin è ora alla Johannesburg Art Gallery, in Sudafrica.

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