Parco del Cillarese – Brindisi

“Il Parco  del Cillarese di Brindisi è dotato di strade pedonali e ciclabili attrezzate con piazzole di sosta, vi sono tre laghetti arricchiti di ponticelli in legno, una fontana e diverse piazze tra cui la più grande destinata ad eventi.

L’invaso e il Parco sono raggiungibili da alcune strade interne, sia da contrada Montenegro, arrivando dalla strada statale 16 Adriatica, meglio nota come provinciale per San Vito, o dalla strada statale 379, per l’omonimo svincolo, oppure dalla strada comunale Pittachi, in direzione Taranto-Lecce, seguendo il cartello Consorzio SISRI.” (Pugliahortus.it)

Passare qualche ora al Parco del Cillarese rilassa e fa bene alla salute. Non tanto e non solo perchè essendo molto grande è il luogo ideale per fare del moto, quanto perchè, pur essendo all’interno della città, si  riesce ad estraniarsi completamente dall’atmosfera urbana e dalle sue problematiche per entrare in un’altra dimensione, popolata da uccelli, pesci, tante piante e tanti, tanti cittadini che qui vengono a fare jogging.

“In origine si trattava di una area paludosa che nel 1980 è stata bonificata, grazie alla costruzione di un invaso artificiale, realizzato con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, e trasformata in un bacino idrico per fornire acqua alle industrie locali. Veniva gestito dal consorzio SISRI che lo riteneva una semplice “area a servizio di un impianto industriale”. Nel giro di pochi anni dalla realizzazione della diga, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli acquatici stanziali e meta per tanti uccelli migratori.
L’intera zona ha una estensione di circa 170 ettari di cui circa 100 occupati dall’invaso, circondato da colture. Vi è anche il bosco del Cillarese, un agglomerato di conifere.

Le acque reflue del Cillarese sono scaricate per mezzo di un canale, che prende lo stesso nome, nel Seno di Ponente. Ha una profondità di circa tre metri ed è alimentato dalle acque bianche (e non solo) provenienti dai comuni della provincia ad ovest del capoluogo, oltre che dalle costanti precipitazioni che avvengono nell’area. Attualmente l’area è sottoposta a vincolo naturalistico in quanto “oasi di protezione della fauna” (DPGR n.376 del 6 agosto 1992).

Il sito è stato inoltre dichiarato sito di interesse regionale (SIR; codice IT9140012), nell’ambito del progetto realizzato dal Ministero dell’ambiente per censire i biotopi che rientrano nelle rete ecologica europea “Natura 2000”, in applicazione della cosiddetta “Direttiva Habitat” (direttiva 92/43/CEE).

L’area rientra tra le zone umide indicate dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica in cui svolgere ogni anno il censimento degli uccelli acquatici svernanti (codice zona:BR0501). E’ infatti divenuta nel tempo un’importante zona di svernamento e nidificazione lungo le rotte migratorie di numerose specie di uccelli acquatici tra cui la rara moretta tabaccata (Aythya nyroca) ed altri Anatidi quali il moriglione (Aythya ferina), il mestolone (Anas clypeata), la folaga (Fulica atra). Altre specie segnalate sono la garzetta (Egretta garzetta), l’airone cenerino (Ardea cinerea), il tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e lo svasso (Podiceps cristatus). Occasionalmente sono stati osservati anche l’airone bianco maggiore (Casmerodius albus) e l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis). In primavera è inoltre spesso segnalata la presenza della gru (Grus grus) e della cicogna bianca (Ciconia ciconia). Tra i rapaci vanno infine segnalati il falco pescatore (Pandion haliaetus) e l’albanella minore (Circus pygargus).

Molti anfibi (rane, rospi, salamandre ecc) e rettili tra i quali figurano la tartaruga palustre, il biacco, la biscia dal collare e il colubro. Tra i mammiferi più comuni vi possono essere le volpi, le lepri, le faine, i ricci e i cinghiali.” (Aree naturali protette della Puglia – Provincia di Brindisi, Oasi di protezione dell’invaso artificiale e del parco del Cillarese. Wikipedia.org)

All’uscita, purtroppo, proprio accanto alle nostre bellissime piante mediterranee, si vedono ancora i resti brutti e pericolosi dei capannoni ex Saca in attesa di essere smantellati. L’intera area dovrebbe essere bonificata e riqualificata entro il 2020 in base ad un progetto per il quale è già stato stanziato il finanziamento di circa 18 milioni di euro che prevede anche la costruzione di  un centro ricreativo per bimbi autistici, un laboratorio dedicato alla cultura della Dieta Mediterranea e una serie di orti didattici e urbani che coinvolgano bambini e adulti. (http://www.brindisioggi.it/18-milioni-euro-si-trasformeranno-capannoni-ex-saca-nel-cuore-del-cillarese/).

Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *