Il busto di Faustina

Chi si trova ad attraversare quel tratto di strada che collega Piazza Duomo alle Colonne, raramente si avvede di quel volto di donna che sembra guardare i passanti, scolpito e posto nel grande muro della facciata destra della Cattedrale.
Sarà per il fatto di non avere un affaccio diretto sulla strada che ne compromette la visione diretta, o per la carenza di cartelli stradali che lo indichino o per la quasi totale mancanza di informazioni da parte degli studiosi che, i cittadini di Brindisi, di quel busto, hanno poca o nessuna conoscenza.

“Chi, passando per via Colonne, si faccia a guardare il fianco nord della cattedrale s’avvede che, al disopra di un finestrone ad arco romano, elemento superstite forse del vecchio tempo normanno, s’apre una nicchia nella quale trova posto il busto di una donna, ch’è Annia Faustina, moglie di Antonino Pio, morta a 36 anni, lasciando una sola figlia, la seconda Faustina, sposata a Marco Aurelio, malfamate entrambe nel ricordo degli scrittori del tempo e tuttavia divinizzata la prima e lodata l’altra dai rispettivi imperiali mariti, Antonino Pio e Marco Aurelio.
Come il busto di questa imperatrice, di tempi e di culto pagano, possa aver trovato posto in una nicchia del maggior tempio cristiano è cosa davvero inspiegata.
Il busto di Faustina, comunque, in quel luogo, le colonne di epoca Antonina, i resti dell’edificio destinato ai bagni, fanno pensare ad una tarda modificazione urbanistica, che dovette investire, la intera zona, una delle tante attuate da imperatori, che col fasto degli edifici e dei monumenti, a volte con la ricostruzione di interi abitati, miravano a eternare il loro ricordo.” (Avv. Gabriele Marzano (*), “Recenti scavi in Piazza del Duomo a Brindisi”. Ed. A. Cressati, Bari – 1954)

Foto d’epoca

Brindisi – Chiesa Cattedrale. Esterno lato via Colonne. Testa muliebre in marmo, riutilizzata. Vista di fronte. 1966. Fototeca Briamo presso B.A.D.
Brindisi – Chiesa Cattedrale. Esterno lato via Colonne. Testa muliebre in marmo, riutilizzata. Veduta laterale. 1966. Fototeca Briamo presso B.A.D.

(*) Gabriele Marzano (Monteroni di Lecce, 1º marzo 1894 – San Pietro Vernotico, 8 settembre 1980) è stato un archeologo e avvocato italiano.  Egli svolse anche importanti ruoli e incarichi istituzionali in Puglia.

Archeologo e Saggista:
Fu nelle campagne della vicina Torchiarolo, che Gabriele Marzano si interessò per primo delle rovine dell’antica Valesio, sito messapico già nominato nel 1500 dall’umanista Antonio De Ferrariis. Negli anni ’60, autorizzato dalla Sovrintendenza della Provincia di Brindisi, Gabriele Marzano avviò una campagna di scavi al centro dell’antico sito, in particolare sui resti di un’antica stazione termale di epoca romana. ‘Gabriele Marzano’ fu anche autore di numerosissime pubblicazioni su reperti e testimonianze archeologiche della civiltà messapica e romana in particolare a Brindisi e nel sito già nominato di Valesio. Per l’interesse profuso per la scoperta e la conservazione dei beni archeologici della zona, Marzano ricevette nel 1955 l’incarico di direttore onorario del Museo Provinciale di Brindisi “Francesco Ribezzo”. Fu in tale museo che, fra l’altro, Marzano raccolse una gran copia di reperti provenienti da Valesio, ancora oggi conservata come “Raccolta Marzano”. Avviò e curò la pubblicazione di una rivista del Museo denominata Quaderni e studi, nella quale vennero pubblicati articoli dei più eminenti cultori di storia patria e di archeologia. Di questi ultimi, fra cui si annoverava anche il filologo, glottologo e linguista di fama internazionale Gerhard Rohlfs, Marzano era assiduo frequentatore.

Si ringrazia Mario Carlucci per la collaborazione

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