Mostra “Spazi Liberi”- L’Arte nel sociale

Brundarte visita “SPAZILIBERI”, una mostra sull’arte nel sociale che si tiene dal 16 novembre al 16 dicembre 2018, presso il Palazzo Granafei Nervegna di Brindisi. Si tratta di una mostra che vuole raccontare come, attraverso l’arte in tutte le sue forme, sia possibile abbattere barriere e pregiudizi nei vari ambiti che caratterizzano la società contemporanea, raccogliendo e condividendo i numerosi frutti della creatività di tanta gente che troppo spesso, purtroppo, si scontra con una società che lascia poco spazio ad un’integrazione reale, presa com’è dai ritmi frenetici della vita, da impegni e distrazioni che non lasciano spazio alla curiosità e alla voglia di scoprire davvero chi si celi dietro certi sguardi, in luoghi non sempre accessibili, quali carceri o centri d’accoglienza.

La mostra offre la possibilità di oltrepassare quei confini, non solo architettonici ma anche mentali, e guardare oltre cancelli e sbarre, in un “faccia a faccia” con quella diversità che incuriosisce e spaventa e che, attraverso la creatività, arriva in maniera chiara ed incisiva agli occhi di chi osserva; tra le sale dello storico palazzo tra videoinstallazioni, fotografie, dipinti e testimonianze si rivivono una serie di esperienze laboratoriali organizzate da AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica, sotto la guida del brindisino Vito Alfarano, danzatore, coreografo e regista, sensibile ed attento a contesti poco conosciuti dalla gente comune.

In particolare, tra i video, selezionati in numerosi festival internazionali di video arte, uno di essi I HAVE A DREAM ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International Italia ed un altro, IL MIO GRIDO, una menzione speciale ed il conferimento di tre medaglie dal Presidente emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

SPAZILIBERI è dunque una doppia occasione di confronto: da una parte un’opportunità per comunicare e raccontare sé stessi ed il proprio mondo da parte di detenuti, persone con sindrome di Down, richiedenti asilo e detenuti psichiatrici, sollecitati ad esprimersi artisticamente per far arrivare fuori da certi confini ciò che vogliono dire; dall’altra una possibilità, per i visitatori, di affacciarsi metaforicamente oltre quelle mura troppo alte, sporgersi oltre sbarre e recinzioni che dividono a volte più del necessario, per osservare alcune realtà complesse, sebbene, fisicamente, non così lontane da noi tutti.
Il progetto espositivo, dunque, rivela un percorso che dal 2008 vede Vito Alfarano avvalersi della collaborazione di tanti artisti e professionisti che contribuiscono attivamente alla realizzazione dello stesso, oltre ad associazioni, enti ed istituzioni; fondamentale è stato il supporto da parte della Casa Circondariale di 2 Brindisi, di AIPD (Associazione Italiana Persone Down), REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza detentive) di Carovigno e C.A.R.A. (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Restinco Brindisi.
Il progetto espositivo, che vanta il patrocinio del Comune di Brindisi, della Regione Puglia, dell’Assessore all’Industria Turistica e Culturale regionale è stato realizzato grazie al contributo del Garante dei Diritti delle Persone sottoposte a misure restrittive della Libertà della Regione Puglia, Piero Rossi, AIPD Brindisi, AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica e Tango Levante; CiccioRiccio è mediapartner dell’iniziativa.

La mostra, a cura di Ilaria Caravaglio, è stata inaugurata venerdì 16 novembre alle ore 18.00 presso le sale espositive del Palazzo Granafei Nervegna, alla presenza dell’ideatore di tutto il progetto “Oltre i Confini”, Vito Alfarano, di rappresentanti dell’Amministrazione comunale e degli enti coinvolti, dei fotografi e videomaker che hanno realizzato i contributi esposti e, naturalmente, alcuni dei protagonisti del progetto.

SPAZIO 1: OLTRE I CONFINI
Video danza realizzato con i detenuti della Casa Circondariale di Brindisi – Dopo aver frequentato un corso di Tango di 6 mesi, i detenuti della Casa Circondariale di Brindisi sono i protagonisti del video arte danza INTANGOUT che si ispira alle origini del Tango, quando si ballava tra uomini soli, mettendo in luce le similitudini che uniscono il Tango alla condizione di vita di un detenuto, alla sua vita in carcere, nella sezione maschile, proiettato “sentimentalmente” fuori che per necessità balla con un altro uomo. Ballo ibrido di gente ibrida, il tango si nutre di attriti e vittimismi.

Intangout non racconta nessuna storia ma parla di sentimento, di lontananza, di assenza della persona che si ama. Quando il corpo non è in connessione con la mente perché viaggia perennemente tra i ricordi della persona amata e il ricordo suscita sentimenti antitetici: dolore e gioia, libertà e possesso, carnalità e profondità, dolcezza e rabbia, passione e vendetta. Le canzoni del Tango celebrano l’ombra del non detto, la malinconia di cose perse e lontane, si alimenta di tristezza, di solitudine, di perdita non solo dell’amore ma anche dell’amicizia, di abbandono non solo della persona amata ma anche del paese di origine, delle tradizioni, della casa, la stessa condizione in cui un detenuto si trova vivendo in un luogo di privazione e lontano dai suoi affetti.

Al 2015 risale, invece, il libro Peter Pan e l’isola dei sogni nato da un laboratorio di scrittura creativa e di teatro-danza che ha guidato i protagonistialla realizzazione della pubblicazione con annesso DVD contenente audiolibro e il video-arte intitolato Peter Pan Syndrome che propone una visione artistica di quella che è nota appunto come Sindrome di Peter Pan.

SPAZIO 2 – MURALES DANZANTE
E’ questa la sezione dedicata ai pazienti psichiatrici autori di reato ospiti della REMS -Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza detentive- di Carovigno (BR).
I protagonisti sono stati invitati a seguire un percorso che li ha visti confrontarsi con il movimento del corpo e le arti visive, traendo ispirazione dalla brillante attività performativa del noto artista francese Yves Klein; l’artista usava il corpo dei suoi modelli al posto del pennello e, guidandone i movimenti sulle tele come un regista, dava vita a veri grandi dipinti.
Tramite il confronto con la danza contemporanea, il tango, il teatro e la giocoleria, i pazienti/artisti sono stati invitati ad esprimere attraverso i segni ed i colori tutte le sensazioni ricevute durante le lezioni laboratoriali, dando vita ad una serie di dipinti su plexiglass dal risultato stupefacente, intitolato Murales Danzante, ricco di contenuti e di emozioni che arrivano dritte all’osservatore.
Il percorso espositivo ,in questo spazio, offre dunque fotografie, un video-documentario e, decisamente fulcro della sezione, la serie di tavole dipinte dai corpi dei protagonisti.

SPAZIO 3 – I HAVE A DREAM

Sezione dedicata all’attività svolta con gli immigrati ospiti nel centro C.A.R.A. di Restinco – Brindisi. I Have a Dream è sia una performance di danza contemporanea che un video-danza, con il patrocinio di Amnesty International Italia; il progetto è ispirato ai principi di Martin Luther King, ovvero il sogno che tutti gli uomini possano essere uguali e che la gente non debba più essere giudicata dal colore della pelle, bensì osservata sulla base del contenuto e della personalità che la caratterizza. In questo laboratorio, la danza è stata utilizzata quale mezzo di riflessione e sensibilizzazione, come una scena in cui confluiscono culture, lingue ed etnie differenti. In mostra il video finale, le fotografie dello spettacolo e, non ultima, la performance di danza con i protagonisti che si svolgerà secondo un calendario stabilito.

SPAZIO 4 – PIU’ UP CHE DOWN
La sezione presenta fotografie e video documentario che raccontano il percorso dei ragazzi della sede di Brindisi dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) accompagnati da Vito Alfarano ed un’equipe di insegnanti di varie discipline della danza attraverso la conoscenza del linguaggio corporeo, fino al concetto chiave che vede “il corpo come portatore di drammaturgia”. Il documentario Più UP che DOWN metterà in risalto la qualità, la creatività e la verità di ogni protagonista con sindrome di Down che scopriremo anche attraverso delle interviste. E proprio l’esperienza, intesa come momento di aggregazione e percorso di vita, sarà il fulcro tematico principale. Un lavoro che mira a portare come protagoniste le vite di questi ragazzi che si intrecciano con l’esperienza del laboratorio. Non parleremo della sindrome di Down ma metteremo in risalto quelle che sono le qualità e caratteristiche artistiche di ciascun ragazzo.

Link video promo SPAZILIBERI
https://vimeo.com/298358558
info@alphaztl.com

https://www.facebook.com/spaziliberi4/?modal=admin_todo_tour www.alphaztl.com

Fonte

I testi dell’articolo sono tratti dal catalogo Spazi Liberi, disponibile in mostra, e curati da Ilaria Caravaglio

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