Campanile della chiesa di San Paolo – Brindisi

Nel 1898, durante il Settenario (*) alla Madonna del Terremoto, i fedeli della chiesa di S. Paolo in Brindisi venivano avvisati della Santa Messa, con il primo suono di campane, intorno alle 4 del mattino. A quel suono lasciavano la propria casa per dirigersi verso la chiesa portando con sè una sedia, dato che, non sempre era possibile trovare un banco libero per assistere comodamente alla liturgia.
Avvenne, però, che un gruppo di persone abitanti intorno alla chiesa di S. Paolo, disturbate dal suono delle campane, inviò un esposto alle autorità di polizia. Si fece il processo e il 4 marzo 1899 venne emessa la sentenza a carico di Barnaba Ferdinando e Fischetto Giovanni, rispettivamente sacrestano e priore della chiesa, imputati di avere, mediante abuso di campane disturbato il riposo dei cittadini. Il giudice, dopo avere accertato “che le campane furono suonate a distesa quasi e continuamente, e specialmente nelle prime ore del mattino disturbando il riposo degli abitanti circostanti”, adducendo “in paesi religiosi come i nostri, non si può pretendere che le campane delle chiese non avvisino i fedeli delle varie funzioni, ma in tutte le cose occorre la giusta misura, ed infatti la legge non punisce l’uso ma l’abuso delle campane, a raggiungere lo scopo anzidetto sono sufficienti pochi e moderati rintocchi”.
Vennero condannati sia il campanaro Barnaba che il priore Fischetto, alla cui autorità e vigilanza era sottoposto il primo, anche se, tenuto conto dei fatti e delle attenuanti, l’ammenda fu determinata simbolicamente in una lira per ciascuno.

Dopo avere visto l’importanza che le campane hanno avuto in questa storia, parliamo un po’ anche del Campanile.
Del tipo “a vela”, diffuso perlopiù nelle chiese francescane per evitare ogni tipo di ostentazione, con un semplice muro sopra la copertura della chiesa, nel quale sono ospitate le campane, che vengono mosse da una fune collocata all’interno della chiesa. Nella prima metà del XVII secolo, il complesso conventuale fu interessato da alcuni lavori, documentati dall’allestimento di alcuni altari visibili in chiesa e dalla datazione impressa sulla vela del campanile (a.D. 1634).
Negli anni che seguirono ci furono diversi interventi di restauro, e nel 1825 la chiesa minacciò addirittura di crollare; ma si salvò grazie all’intervento della Confraternita che ne curò il restauro.
In una cartolina pubblicata tra fine ‘800 e inizi del ‘900, in ogni caso prima del 1933 anno del trasferimento dei Carabinieri nella nuova sede in via Bastioni San Giorgio, si vede la parte superiore del Campanile fortemente danneggiata.
Noi ve lo riproponiamo nelle nostre foto di oggi, completamente restaurato.

Accadde Oggi a Brindisi
04/03/1899 – Veniva emessa la sentenza di quello che, Don Vittorio Papadia buonanima, nel suo libro “Brindisi dal paganesimo al cristianesimo”, chiamò ironicamente ‘Processo alle campane’.
Nel 1898, durante il Settenario (sette giorni dedicati alla preghiera) alla Madonna del Terremoto, i fedeli della chiesa di S. Paolo in Brindisi, venivano avvisati della Santa Messa, con il primo suono di campane, intorno alle 4 del mattino. A quel suono lasciavano la propria casa per dirigersi verso la chiesa portando con sè una sedia, dato che, non sempre era possibile trovare un banco libero per assistere comodamente alla liturgia.
Avvenne, però, che un gruppo di persone abitanti intorno alla chiesa di S. Paolo, disturbate dal suono delle campane, inviò un esposto alle autorità di polizia. Si fece il processo e il 4 marzo 1899 venne emessa la sentenza di cui vi riportiamo un estratto. L’occasione ci consente, altresì, di mostrare alcune nostre foto inedite del campanile datato 1634 e delle campane altrettanto vecchie, con bassorilievi e relative epigrafi in latino.

In nome di Sua Maestà Umberto I – per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia
Noi Pretore del mandamento di Brindisi Signor Antonio Rossani all’udienza delle cause penali tenute il giorno 4.3.1899 pronunziamo la seguente
SENTENZA
nella causa a carico di Barnaba Ferdinando e Fischetto Giovanni;
ambo da Brindisi imputati di avere, mediante abuso di campane disturbato il riposo dei cittadini.
CONSIDERATO IN DIRITTO
– che le campane furono suonate a distesa quasi continuativamente e specialmente nelle prime ore del mattino disturbando il riposo degli abitanti circostanti
– che gli abitanti vicini non risentono disturbo, ma attendano l’avviso della prima Messa, la quale da tempo immemorabile si celebra alle ore 4,30 antim.
– è invero nulla la circostanza che la messa delle 4,30 si celebri da tempo immemorabile in quanto non può menomare l’efficacia delle Legge Penale la quale con l’art. 457 vieta il disturbo della quiete pubblica e privata, anche se fatta mediante abuso di campane
– al certo in paesi religiosi come i nostri, non si può pretendere che le campane delle chiese non avvisino i fedeli delle varie funzioni; ma in tutte le cose occorre la giusta misura, ed infatti la Legge non punisce l’uso ma l’abuso delle campane
– la Legge tutela l’interesse di tutti e la sua attuazione consiste nel saperli armonizzare
– che della contravvenzione deve rispondere non solo il campanaro Barnaba, ma anche il Priore Fischetto, alla cui autorità e vigilanza è sottoposto il primo (art. 3 Cod. Pen.)
– che tenuto conto del fatto e delle attenuanti la pena equamente comminansi il lire 1 d’ammenda per ognuno, oltre le spese e tasse sulla sentenza.
Oggi 4 marzo 1899 in Brindisi, in presenza del P.M. e degli accusati – Seguono le firme

(*) Settenario – Sette giorni dedicati alla preghiera in onore della Madonna, svolti perlopiù con l’intervento di un sacerdote diverso ogni giorno e l’animazione della musica sacra

Bibliografia:

Vittorio Papadia, Brindisi dal paganesimo al cristianesimo. Neografica Latiano (Br) – 2002

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