Paradisi Perduti 4 – Punta delle Terrare, Fiume Piccolo, Casa Skirmut

Durante l’Età del Bronzo, periodo che va da 4.300 a 3.000 anni fa, la diffusione della nuova lega di rame e stagno promuove i commerci nel Mediterraneo, in particolare con la Grecia. Lungo le coste della Puglia nascono grandi insediamenti sui promontori costieri dotati di insenature protette. In questo periodo l’agricoltura diviene più produttiva con la diffusione dell’uso dell’aratro ed acquista un’importanza economica la caccia, in particolare al cervo.
L’insediamento di Punta delle Terrare sorge a sud nel porto medio, ed è stato oggetto di scavi da parte della Soprintendenza Archeologica della Puglia dal 1966 al 1981. Sono state rinvenute capanne e muretti a secco, focolari e aree di lavoro, tutti databili al II millennio a.C. come confermato dalla significativa presenza di resti ceramici di superficie (terrare) da cui la zona trae il toponimo. Scoperta negli anni ’60, il materiale rinvenuto è oggi conservato nei musei di Brindisi (MAPRI) ed Egnazia.

Oggi, nell’insenatura accanto a Punta delle Terrare, sfocia Fiume Piccolo che, con la sua banchina, offre un approdo tranquillo ai pescatori. Ma, agli inizi del secolo scorso, proprio accanto alla foce c’era la spiaggia di Fiume Piccolo che, possiamo ammirare grazie a G. Candilera che ne pubblica la foto conservata presso l’AdS, proveniente dal Genio Civile, sul suo libro “Parliamo di Brindisi con le cartoline”.

Sul promontorio di Punta delle Terrare sorge la storica Villa Skirmut, dal nome del suo primo proprietario, divenuta poi Monticelli, che versa tuttora in uno stato di totale abbandono e degrado, a causa del generale disinteresse.

Tutta la zona, compresa l’adiacente spiaggia di S. Apollinare, era destinata, nelle intenzioni dell’Autorità Portuale di Sistema del Mar Adriatico Meridionale, ad essere irrimediabilmente trasformata in una banchina per le navi, e, soprattutto, ad essere inglobata nella cintura doganale.
Ad opporsi all’operazione sono stati soltanto gli ambientalisti dell’associazione “No al carbone” che, tramite l’avv. S. Latini, secondo quanto riportato dal giornale Brindisioggi del 26.2.2019, ha “provveduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria, quelle attività e progettualità in programma che, con elevata probabilità, potrebbero dar luogo alla mancata salvaguardia del sito archeologico, provocando la messa in pericolo dello stesso”.
La Procura di Brindisi, concludendo un’indagine iniziata nel 2018, potrebbe essere arrivata alle stesse conclusioni in quanto ha sequestrato e interdetto alcune aree, in violazione del vincolo archeologico esistente, e l’eventuale realizzazione di banchine e nuovi moli.”
Tutto sospeso dunque in attesa del giudizio finale.

Reperti di Punta delle Terrare al MAPRI

Punta delle Terrare al Museo di Egnazia

Villa Skirmut

Alla Foce di Fiume Piccolo

Bibliografia:

Angela Marinazzo, Museo Arch. Provinciale “F. Ribezzo” di Brindisi

Giuseppe Andreassi, Museo Naz. Archeologico di Egnazia

Si ringrazia l’amico Mario Carlucci per la collaborazione

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