Storia di un lungomare senza storia

Era il 1870 quando il primo piroscafo della P&O (Peninsular and Oriental Steam Navigation Company) approdava in città, nell’ambito del programma della Valigia delle Indie. Quest’ultima era il mezzo di comunicazione celere, per posta e passeggeri, fra l’Inghilterra e l’India.Il passaggio attraverso il porto di Brindisi, era stato reso possibile dall’apertura del Canale di Suez e dal traforo del Moncenisio, comportando un notevole risparmio di tempo per raggiungere da Londra, i Dominions indiani. Il viaggio che prima durava oltre 100 giorni veniva ridotto di quasi la metà del tempo.
“La città naturalmente volle essere all’altezza dei tempi e della sua funzione, per accogliervi degnamente le linee di navigazione che dovevano far capo al suo celebre porto. Vi fu perciò una piccola rivoluzione edilizia che mutò in parte la fisionomia del centro abitato medievale, come si era mantenuto fino allora. Si volle congiungere con una strada ampia e diritta la stazione ferroviaria inaugurata un anno prima col porto” (N. Vacca – Brindisi Ignorata p. 143- Rist. Anast. 1953).
Così, nonostante le incomprensioni con le compagnie di navigazione, che chiedevano magazzini di stivaggio delle merci, bacini per le riparazioni e banchine meglio attrezzate, il servizio sia pur ridotto con la Valigia delle Indie andò avanti per oltre 40 anni, fino al 1914.
Sembrerà strano, ma se qualcuno cercasse oggi nel nostro porto le tracce di questo recente passato non troverebbe niente. Di tutto il tratto ferroviario che partendo dalla stazione centrale arrivava alla Stazione Marittima, per poi attraversare nella sua lunghezza tutta la banchina del porto e reimmettersi nella linea ferroviaria passando per il Castello Svevo, adesso non è rimasto niente.
Ci siamo scandalizzati giustamente e, continuiamo a farlo, per la distruzione avvenuta negli anni ’50 e ’60 di tanti importanti monumenti cittadini senza guardare a quello che, purtroppo, accadeva intorno a noi solo pochi anni fa.
Oggi che son caduti i veli: ci amareggiamo per la scomparsa della Porta Reale ormai seppellita sotto il manto del nuovo pavè e non più recuperabile, per la scomparsa dell’intero quartiere delle Sciabiche ridotto a una stradina, ma, con lo stesso diritto a una presenza storica, riteniamo si dovrebbe reclamare il ripristino di almeno un tratto del binario scomparso, magari con una carrozza della Valigia delle Indie riempita di ricordi a mo’ di museo per richiamare il passato, in quello spazio vuoto ed inutilizzato che è ormai diventato il nostro porto. Forse così daremmo anche un motivo valido a turisti e concittadini, per farsi “due passi alla marina”.

Nel nostro precedente post, abbiamo ipotizzato la posa nel porto di un ricordo del passaggio da Brindisi della Valigia delle Indie. Oggi, dopo una attenta ricerca su Google, abbiamo scoperto che la locomotiva Gr552, utilizzata dal 1890 fino al 1914 per trainare il convoglio postale settimanale Londra-Bombay lungo il tratto italiano Milano-Brindisi, è oggi esposta nel Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano.
Inutile dire che, se qualcuno prendesse l’iniziativa di richiederla e soprattutto riuscisse a portarla qui, starebbe molto bene in esposizione nel nostro porto.
Interessanti anche le didascalie delle tre foto che la riguardano e che noi vi mostriamo:
1 – Presentata all’Esposizione Universale di Parigi nel 1889, la locomotiva Gr 552 era affidabile e veloce. Per questo era stata scelta per trainare i treni sulle tratte più importanti del nostro Paese. Dopo l’apertura nel 1871 del Frejus tra Francia e Italia, trainava ogni settimana da Milano a Brindisi la “Valigia delle Indie”, il famoso convoglio che collegava Londra a Bombay. Era composto da un bagaglio postale, due carrozze letto e una vettura ristorante.
2 – Traghettato sulla Manica, il treno attraversava la Francia ed entrava in Italia attraverso il tunnel del Frejus. A Brindisi si imbarcava sul piroscafo inglese, passava per il canale di Suez e proseguiva fino all’India, da cui il soprannome di ‘Valigia delle Indie ‘. Il treno era composto da un bagagliaio per la posta, due carrozze letto e una vettura ristorante. Raggiungeva una velocità di 100 Km/h, per l’epoca considerevole.
3 – Se siete appassionati di film western, avrete sicuramente riconosciuto questa locomotiva a vapore. Si tratta di un raro esempio italiano con rodiggio American cioè con carrello anteriore a due assi e due assi motori con ruote molto grandi. Dal 1890 al 1914 la 552 trainava ogni settimana il convoglio postale Londra-Bombay sulla tratta Milano-Brindisi.

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