Chiesa Santa Maria di Betlem – Mesagne

Nostre foto dopo il restauro del 2021

La Storia

“La chiesa fu costruita laddove nel 1528 già sorgeva un piccolo delubro (*) dedicato a S. Maria di Betlem. Esso fu ampliato per riconoscenza dei mesagnesi che, credettero di essere stati liberati dalla peste  per intercessione di quella divinità, la cui effige è tuttora sul terzo altare sinistro.” (1)

A onor del vero, “Nella Platea dei Padri Celestini si legge che il dipinto originale, di cui si conserva solo la sacra immagine posta in un medaglione nella parte superiore dell’altare di Sant’Antonio (oggi su un dipinto che celebra la Gloria di S. Pietro Celestino), nel 1735 per ordine dell’Abate Alemmo, fu dimezzato e si ricavarono altri quadri, ora andati smarriti.” (2)

Antico dipinto di S. Maria della Sanità o in Betlem (2)

“Successivamente, nel 1618, presero possesso della chiesa i padri Celestini, che costruirono il convento adiacente. Nel 1662 la chiesa subì grandi modifiche, tra cui il riorientamento ad est. Altri lavori furono eseguiti agli inizi del Settecento (il rifacimento di tutti gli altari) ed ultimati nel 1738. Alla fine dell’Ottocento furono rifatti gli stucchi della volta. Nel 1949, per ampliare la chiesa, fu smontato il coro ed arretrato al suo posto l’altare maggiore, prezioso intarsio di marmi policromi.” (1) Il convento, dal 1935 è la sede del Municipio.

Facciata della chiesa di sera, con annesso l’ex Convento dei PP. Celestini oggi sede del Municipio

Immagine di sera, della Chiesa di S. Maria di Betlem

E’ noto che il Barocco ha avuto grande influenza in area meridionale e leccese in particolare, e “Mesagne annovera, fra le testimonianze di questo periodo, la chiesa di Santa Maria in Betlem e l’ex Convento dei Celestini.(..) I frati celestini per la loro nuova chiesa probabilmente elaborarono un modesto programma, in seguito esso fu ampliato e collegato al vasto disegno ideato da Roma che dai capisaldi salentini Nardò, Copertino, Lecce si diramò, con sapiente regia, all’intero Salento.” (2)

“Lo stesso ordine, con ben altri mezzi, era impegnato a Lecce per la costruzione del più importante complesso barocco salentino: Santa Croce (1570- 1700).” (2)

La struttura architettonica

“L’impianto del prospetto è strutturato con due ordini, sormontati dal fastigio centrale affiancato da angeli e pinnacoli. I due ordini, nettamente distinti dalla marcata trabeazione centrale, si differenziano non solo per la lunghezza, quello inferiore è più largo di quello superiore, ma anche per gli aspetti decorativi.” (2)

La Chiesa oggi

“L’ideazione, pur non originale, si collega con tono sommesso al grande impianto-manifesto di Santa Croce a Lecce non solo per l’esterno, ma anche per alcuni dipinti ed altari interni. Può sembrare una tesi azzardata ma, le analogie tra la chiesa di S. Maria ed il tempio leccese sono vistose e documentabili, pur non escludendo apporti di altre fabbriche.” (2)

Lecce. Basilica di Santa Croce

“La facciata e i sei altari laterali si possono inserire certamente nella scuola di Santa Croce e del barocco leccese e gli artisti-artefici fra i seguaci dello Zimbalo e Cesare Penna. Per quanto riguarda le analogie occorre premettere che sia il programma iconografico di S. Croce, che quello di S. Maria è dovuto essenzialmente agli stessi esigenti committenti: i frati celestini.

Nella facciata di S. Maria si ripetono con dovizia alcuni motivi della facciata di S. Croce: il portale; le colonne interrotte ad un terzo da anelli di putti, che in S. Maria proseguono sulle lesene laterali; le statue di S. Celestino e S. Benedetto poste nelle nicchie laterali del primo ordine che ricalcano con impressionante rassomiglianza e posture quelle eseguite da Cesare Penna.” (2)

“E infine, le due statue laterali poste sulla trabeazione del primo ordine che in Santa Croce rappresentano le allegorie  dell’Autorità e dell’Intelletto, mentre quelle di S. Maria rievocano due personaggi di cui uno è il Beato Joannes Bassandus e l’altro non ancora identificato.” (2)

Primo ordine – San Benedetto. S. Maria in Betlem, Mesagne (Br) (2)

Secondo ordine – San Benedetto. Basilica Santa Croce, Lecce (2)

Primo ordine – S. Pietro Celestino. S. Maria in Betlem, Mesagne (Br) (2)

Secondo ordine – S. Pietro Celestino. Santa Croce Lecce (2)

“C’è da considerare, però, che il portale d’ingresso, impostato e realizzato come quello della chiesa Matrice è, forse ad un primo esame, posteriore alla facciata. Il sistema è racchiuso da coppie di colonne e lesene scanalate ed è sormontato da una nicchia riccamente decorata che si sovrappone, come nella chiesa Matrice, alla cornice della trabeazione. Dall’interno della nicchia si affaccia la statua della Vergine della Sanità, che nell’impianto richiama lo schema di molte chiese salentine.” (2)

Primo ordine. Portale d’accesso

Primo ordine – Particolare del Portale: Statua della Vergine della Sanità

Secondo il parere di chi scrive, azzardando una tesi non suffragata da alcuna ipotesi scientifica, un ulteriore motivo di somiglianza potrebbe essere dato dal fatto che, così come in Santa Croce, “tra le decorazioni intorno al rosone si scorgono anche profili umani che sarebbero ritratti grotteschi degli architetti della Basilica di S. Croce: ci sono Cesare Penna dal profilo aquilino, Gabriele Riccardi e Francesco Antonio Zimbalo.” (http://www.otrevie.com/index.php?option=com_territorio&task=view&id=150&sottoscheda=0&genere=chiesa&lang=it);

Rosone della Basilica di S. Croce – Lecce

Particolare delle incisioni intorno al rosone, che potrebbe rappresentare in maniera grottesca il volto di Cesare Penna

così, anche sul bassorilievo che raffigura S. Michele Arc. nella facciata della chiesa di S. Maria in Betlem, parrebbe scorgersi un profilo grottesco che potrebbe essere quello dell’incisore, ma giova ripetere che è una tesi del tutto personale.

Scultura in bassorilievo che rappresenta S. Michele Arcangelo (probabilmente sovrastata da un’immagine grottesca)

“Nel secondo ordine si configura la stessa ripartizione di quello inferiore, ma il programma iconografico si modifica: al centro è sistemata, in asse col portale, una finestra riccamente decorata affiancata da festoni verticali e culminante con due angeli ed un fastigio centrale che riporta un’epigrafe con la data di inizio e di ultimazione dei lavori. Sempre nelle ripartizioni laterali del secondo ordine, in due nicchie sono sistemate le statue di S. Scolastica, a sinistra, e S. Gertrude. La facciata si conclude con un frontone mistilineo. In asse con la finestra si erge il riquadro centrale in cui è scolpito un bassorilievo che rappresenta San Michele Arcangelo. A fianco a questa partitura centrale sono sistemati due magnifici angeli e ai loro lati due pinnacoli.” (2)

Secondo ordine – Al centro una finestra riccamente decorata; nelle nicchie ai lati :S. Scolastica e S. Gertrude; 

ai lati estremi due statue e, nel riquadro centrale, una scultura in bassorilievo raffigurante S. Michele Arc.

Gli interni

Dentro la chiesa troviamo un ampio vano e il presbiterio. Il secondo “risulta visivamente ribassato rispetto al vano antistante ed è fortemente evidenziato da un arco di trionfo impostato su fasce di lesene graduate.” (2)

Interno della chiesa a navata unica

“Al di sopra della porta maggiore vi è un ponte di legno intagliato, sul quale è situato l’organo.

Organo posto sulla controfacciata

La chiesa presenta nei lati, prima del presbiterio, una serie di altari barocchi che la rendono preziosa come uno scrigno dove si sono fusi mirabilmente con gusto aspetti popolari e aulici.” (2)

“Le nicchie contengono un altare sormontato da due colonne tortili addossate al fondale riccamente decorato. Al centro della decorazione plastica sono sistemate delle tele di forma rettangolare, mentre nella parte alta, all’interno di una trabeazione interrotta, un plastico fastigio centrale contiene piccole tele di forma ovale.” (2)

ALTARE DI S. PIETRO CELESTINO

“La composizione pur rientrando in schemi cinquecenteschi, è colorata di un’aura ascensionale che ci fa partecipi della glorificazione del Santo” (2). Autore anonimo. “Nel riquadro superiore (come abbiamo già visto), è posta l’antica immagine di Santa Maria della Sanità o in Betlem, su intonaco dipinto. L’immagine è incastonata in un fastigio scolpito con angeli che sorreggono la cornice.” (2)

Altare di S. Pietro Celestino

Gloria di S. Pietro Celestino (2)

Antico dipinto di S. Maria della Sanità o in Betlem (2)

CAPPELLA DEL CROCIFISSO

“L’altare conserva un dipinto raffigurante la Crocifissione, olio su tela del sec. XVIII (1700-1749). (..) Nel quadro superiore l’Addolorata.” (2)

Altare della Crocifissione (2)

La Crocifissione (2)

L’Addolorata (2)

CAPPELLA DI SAN VITO MARTIRE

“Sull’altare un olio su tela del sec. XVIII (1700-1749) di autore ignoto con i SS. Vito Martire, Modesto e Crescenza. (..) Nel quadro superiore: Madonna col Bambino, olio su tela del sec. XVIII.” (2)

Altare di S. Vito Martire (2)

Tela con i SS. Vito Martire, Modesto e Crescenza (2)

Madonna col Bambino

CAPPELLA DI SAN BENEDETTO

“Sull’altare di San Benedetto da Norcia, olio su tela del sec. XVIII (1700-1749), di autore ignoto. (..) Nel riquadro superiore ovale raffigurante Santa Lucia Martire.” (2)

Altare di S. Benedetto da Norcia (2)

Tela di S. Benedetto da Norcia (2)

S. Lucia Martire (2)

CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA NEVE

“Sul settecentesco altare la coeva tela della Madonna della Neve col Bambino ed i SS. Bartolomeo ed Emidio, di autore ignoto. (..) Nel riquadro superiore San Giuseppe col Bambino.” (2)

Cappella della Madonna della Neve (2)

Tela della Madonna della Neve col Bambino ed i SS. Bartolomeo ed Emidio

S. Giuseppe col Bambino (2)

CAPPELLA DELLA NATIVITA’ DI MARIA

“Sull’altare il dipinto della Natività di Maria, olio su tela del sec. XVIII (1700-1749), di autore ignoto. (..) Nel riquadro S. Agata Martire, olio su tela del sec. XVIII.” (2)

Cappella della natività di Maria (2)

Dipinto della Natività di Maria (2)

Sant’Agata martire (2)

“Nel 1949, l’allora parroco don Luigi Spagnolo volle allungare la navata, perciò abolì il coro e smontò l’altare maggiore, che era sotto l’arco di trionfo, e lo ricostruì arretrandolo e separandolo dal presbiterio per mezzo di una balaustra in marmo.” (2)

Altare maggiore di stile barocco (2)

Particolare dell’Altare Maggiore stupendamente intarsiato da marmi policromi con motivi fitiformi (2)

Tela sulla parete del presbiterio non ancora catalogata

Antica acquasantiera

“Fece poi affrescare la volta del presbiterio da don Paladini da Surbo, il quale nelle arcate dipinse l’Agnello Divino con i cervi, i quattro Evangelisti, lo Spirito Santo e l’Eterno Padre.” (2)

Volta affrescata del Presbiterio

“Fra i numerosi dipinti di notevole pregio che arredano le pareti si distinguono due grandi tele nella parte “presbiteriale”: l’Adorazione dei pastori e l’Adorazione dei magi. La grande tela dell’Adorazione dei pastori, complementare a quella dell’Adorazione dei magi, è marcatamente barocca, libera dello spirito controriformistico. Un turbinio di figure partecipa con entusiasmo tipicamente popolare al grande evento. Il dipinto ha uno spirito nuovo aperto ai sentimenti spiccatamente aulici e popolari. Le figure sono trattate  con maestria chiaroscurale  e richiamano sia la scuola veneziana che la scuola napoletana.” (2)

Adorazione dei pastori

“L’Adorazione dei magi, attribuita a Lucantonio Paciolla, pittore mesagnese che si inserisce nel panorama artistico del seicento medievale, ha un impianto ancora cinquecentesco per alcuni aspetti stilistici e di composizione delle figure principali all’interno della tela, mentre per alcuni particolari si notano influssi secenteschi” (2)

Adorazione dei magi

“Alla bottega di Lucantonio Paciolla, può anche essere attribuita la tela dei SS. Pietro Celestino e Benedetto in adorazione dello Spirito Santo, collocata dopo il terzo altare a sinistra. La tela, pur non presentando uno schema originale, è un esempio tipico di quegli aspetti profondamente devozionali che erano diffusi nell’ambito salentino.” (2)

SS. Pietro Celestino e Benedetto da Norcia in adorazione dello Spirito Santo

“La tela della Madonna con Bambino e S. Bartolomeo ha una composizione che si rifà allo schema piramidale cinquecentesco; al vertice è situata Maria che sorregge il Bambino benedicente. Si contrappone a queste due figure la monumentale figura di S. Bartolomeo che dona al Cristo il proprio sacrificio.” (2)

Madonna con Bambino e S. Bartolomeo

“Pur non presentando aspetti originali nè per la composizione nè per l’uso del colore, il dipinto dell’Addolorata e SS. Maddalena e Giovanni Evangelista è un quadro che rientra pedissequamente nella linea post-tridentina.” (2)

L’Addolorata e SS. Maddalena e Giovanni Evangelista, dolenti

Un riferimento è doveroso fare alla statua in legno di S. Maria in Betlem, ordinata appositamente ad Ortisei in Val Gardena, raffigurante il Bambino benedicente.

Santa Maria in Betlem

e al Crocifisso sull’altare maggiore, in cui “il Cristo è posto su una croce in legno rivestita con una lamina d’oro, arricchita da una raggiera e decorata con un motivo a treccia. (..) L’opera è del cartapestaio leccese Giuseppe Manzo.” (2)

Crocifisso

Sotto articoli di approfondimento sul quadro L’Adorazione dei Pastori in Santa Maria in Betlem e dell’apparato scultoreo della chiesa

 

L’Adorazione dei Pastori in Santa Maria in Betlem a Mesagne

L’apparato scultoreo della chiesa di S. Maria in Betlem di Mesagne

 

Note

(*) Delubro: Tempio pagano

Un ringraziamento all’amico Mario Carlucci che ha collaborato con me nella ripresa delle immagini.

Bibliografia e sitigrafia:

“Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica o sitografica.”

(1) Domenico Urgesi, Guida di Mesagne : itinerario storico artistico. Lecce : Capone, stampa 1995

(2) A. Bellanova – A. Nitti – A. Pasimeni,  Santa Maria in Bethlehem ed il Convento dei Celestini a Mesagne. Tiemme Srl – Ind. Grafica Manduria (Ta), aprile 1997

5 commenti

  1. Doviziosa messe di immagini, barocche e no, con apprezzabili dipinti anche di artisti “locali”, gestori di incomparabili botteghhe pittoriche
    Sull’altare della Crocifissione noto un rìitratto di Papa . (Papa Giovanni XXIII ?) E’ fuori contesto e bisognerebbe suggerire di rimuoverlo perchè “stona”.
    Mi compiaccio del lavoro divulgativo di questo esauriente pezzo, eccellente anche sotto il profilo fotografico.
    Alfio Tarullo

    1. Molte grazie!

  2. esiste una pubblicazione dove viene riportata la cronologia degli abati celestini a capo del monastero S. Maria di Betlem di Mesagne nel XVII secolo? Grazie

    1. Le informazioni più dettagliate, come avrà visto dalla bibliografia, le ho tratte dal libro Santa Maria in Bethlehem ed il Convento dei Celestini a Mesagne di Bellanova-Nitti-Pasimeni, che potrà consultare liberamente presso le biblioteche di Brindisi: Provinciale e Arcivescovile, oppure di Mesagne e Torre S.S. Sinceramente non ricordo se fosse presente la cronologia che richiede e per questo, le consiglio questo libro, che era molto dettagliato!

    2. Non esiste una cronologia in tal senso. Qualche informazione in più a tal proposito è contenuta nel libro “Storia di Mesagne in età barocca – vol. III” del prof. Luigi Greco. Nel testo si è prestata molta attenzione alle maestranze e agli Abati committenti della Chiesa e dell’annesso Monastero.

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