1791 – Condizioni Precarie di Vita nelle Province Pugliesi

galanti
Giuseppe Maria Galanti

Non si parlava certo ancora di Sociologia come scienza, ma nello studio consegnato da Giuseppe Maria Galanti al suo Re il 24 aprile 1791 se ne intravedono i primi tratti, perchè l’autore, da arbitro imparziale, oltre ad esaminare impietosamente la situazione del Regno, ne commenta anche le cause e ne propone le soluzioni.

Se si pensa che solo circa 200 anni fa i padri dei nostri nonni vivevano nelle condizioni descritte, c’è da rimanere raggelati soprattutto perchè erano i bambini e le donne le prime miserabili vittime.

Galanti vede la corruzione dei costumi e la imputa alla classe feudale che ha ormai esaurito il suo compito storico e alla religione ancora troppo ancorata al Medioevo, ma non è lui arbitro della situazione e si rivolge al Re quasi a supplicarlo nella richiesta di voler fornire il bene dell’istruzione che ha già identificato come unico strumento di emancipazione e riscatto dalle proprie condizioni per le classi più povere.

V. Coronelli, “Il Regno di Napoli”, 1708
Regno di Napoli, dall’Atlante dell’Albrecht, 1791

Condizioni Precarie di Vita nelle Province Pugliesi “in Relazioni fatte al Re da G. M. Galanti come visitatore Generale del Regno.
I. Relazione (Terra d’Otranto), 24 aprile 1791 pubblic. da G. M. Monti, in Per la storia dei Borboni di Napoli,
Trani, 1939
II. Relazione (Capitanata), 12 maggio 1791 nella 2a ediz. della Descrizione delle Sicilie, Napoli, 1806

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Terra d’Otranto, dall’Atlante dell’Albrecht, 1791

La Giustizia
(…) La Daunia ha due Tribunali principali. Il primo è quello residente in Foggia; l’altro in Lucera, il quale governa male due provincie, cioè quella della Daunia o sia Capitanata, e, dal tempo di Pier di Toledo, l’altra del Sannio o sia del Contado di Molise…Nelle cause criminali, a differenza delle altre Udienze, non si può appellare, quando il decreto non contiene pena di corpo effettiva… L’officina di Foggia è ancora viziosa, poiché le carte si sottoscrivono dal solo segretario, che non rende conto della scrittura… Il tribunale di Foggia…, creduto idoneo a riparare il dispotismo delle giurisdizioni feudali,… a me pare che sia destinato a confondere e distruggere ogni giustizia in tutte le provincie del regno… Questo tribunale non ha mastrodatti, né subalterni istruiti di tali processure, né squadre corrispondenti a tale bisogno onde accade uno de’ due disordini, o i delitti restano impuniti, o l’informazione si affida ad un subalterno ignorantissimo che gli accusatori eleggono, onde derivano mali maggiori: in Foggia ho veduto un’enormissima massa di processi criminali che non hanno nè possono avere mai sfogo…

Tavoliere di Puglia, da Gourdault, 1877

Le Carceri
Le carceri… sono di un orrore che eccede ogni immaginazione… A S. Severo trovai per carcere una stanza di circa 20 palmi quadrati con una piccola finestra sulla piazza. Vi erano venti carcerati, a’ quali, mancando la ventilazione, l’aria vi era morbosa e micidiale. Si era sulla fine di maggio e vi regnava infatti la febbre putrida di carcere e nel mio trattenimento di tre giorni fui spettatore della morte di un giovane miliziotto di 34 anni ed un altro giovane lasciai moribondo. Le carceri di questo paese sono a carico del feudatario, e sono così pel civile che pel criminale.

Brindisi dal Mediterraneo Pittoresco, 1891

I Diritti Feudali
Seconda causa (delle attuali condizioni) dello stato politico di queste provincie… io considero la costituzione feudale.
Nella Japigia… è di un gusto singolare e orribile. Essa è un Proteo (batterio responsabile di infezioni ndr) a mille facce. I diritti feudali di questa provincia, oltre di essere infiniti, variano da territorio a territorio e da feudo a feudo. Spesso accade che lo stesso vocabolo nei diversi paesi ha significato diverso. Mi restringo a dire che le prestazioni che si fanno sui prodotti dei fondi, vengono denominate sotto nome generale di decime, ma spesso un tale vocabolo denota l’ottava, la nona, la decima, la quindicesima, la ventesima parte del frutto… Non solo i diritti feudali sono diversi, ma la maniera di esigere è pure diversa…
Vi sono dei luoghi dove si detrae dalla decima l’uso dei frutti estivi, e ve ne sono altri dove tutto ciò che si coltiva e nasce vi è indistintamente sottoposto. Fino i giunghi, le mortelle, gli ortaggi, il prezzemolo, i fiori medesimi che si piantano in vasi di creta nelle case, non sono esenti in alcuni luoghi da questa contribuzione…
Vi sono ancora nei feudi in questa Provincia di Lecce (la provincia di Brindisi fu istituita solo nel 1927 per scorporazione dall’antica Terra d’Otranto ndr) dei diritti detti di erbatica e di carnatica. In forza di quest’ultimo si esige una porcella da ogni parto di scrofa, in forza dell’altro da ogni mandria di pecora o di capra si riscuote annualmente un’agnella ed il cacio e ricotta di un giorno… Oltre questi diritti ve ne sono altri innumerevoli e vari. Altre prestazioni ho trovato dove si esigono sulle case e gl’individui che le abitano. Il famoso diritto del connatico (jus primae noctis)… non si manca di esigere in questa provincia. In qualche feudo ho trovato che la maritata paga carlini quattro all’anno per l’uso del suo corpo, e la vedova paga meno per averne fatto uso…
Quasi tutti i baroni esercitano il diritto dell’angarìa, quasi tutti obbligano i vassalli a coltivare i loro fondi feudali con una piccola mercede…
Vi sono dei feudi dove non si permette agli abitanti di vendere i loro generi d’industria se prima il barone non abbia venduto i suoi. Ho trovato feudi dove si obbliga uno della popolazione al giorno a servire il barone, sia a zappare la vigna o il suo giardino, sia a scopare il palazzo, con un semplice pezzo di pane…Fra i diritti feudali che sono speciosi in questa Provincia, debbo annoverare quello che esercita l’arcivescovo di Otranto nella morte dei baroni che posseggono feudi nel distretto della sua diocesi. Sotto titolo di jus tapeti, esige cappello, spada, bastone e cavallo di morto feudatario, e tale prestazione si transige in danaro. (…) – Gli abitanti della provincia di Lecce sono di assai benigna natura… Sebbene disposti all’inerzia, sono perspicaci, volubili, facili ad irritarsi e a riconciliarsi… In questa provincia sono rari i delitti atroci e il numero degli omicidi si osserva notabilmente minore che nelle altre provincie. I furti sono i delitti dominanti…
I bisogni disprezzano gli ostacoli delle leggi e corrompono i costumi. Infatti tra la gente rustica si è introdotta tal corruttela morale… I pochi proprietari hanno concentrato molte fortune nelle loro mani, ma sono defraudati senza scrupolo e senza freno…I delitti atroci sono rari, gli abigeati (furti di bestiame ndr) frequenti, frequenti gl’infanticidi…

Contadini di ritorno da Monte S. Angelo, da J.”The Land of Manfred” di J. Ross, 1889

La Ruota degli Esposti
Generalmente le donne sono più ardite che belle nella Puglia; generalmente il costume è licenzioso e in alcuni paesi i maritaggi si fanno rari anche nella bassa gente. Il numero dei fanciulli esposti (esposti sono i fanciulli abbandonati, figli d’ignoti ndr) è grandissimo. – Mi fo a rassegnare quello che ho rilevato sopra i fanciulli esposti.
La città di Lecce ha un ospedale colla ruota dove si ricevono quasi tutti i projetti (erano i bambini che venivano abbandonati dai genitori ndr) della provincia… Il numero ordinario di questi allievi è di circa 200. Restano presso la balia fino a sette anni con pagarsi loro grana 80 al mese. Dopo questo tempo i maschi sono abbandonati a se stessi e le femmine nel conservatorio ch’è nell’ospedale, dove restano finché si maritano o pure sono prese da qualche famiglia a servire. I maritaggi dell’ospedale sono di ducati 30 e si tirano a sorte. In Gallipoli vi è un monte detto degli esposti… dove non vi è alcun registro de’ bambini che si espongono e di quelli che muoiono…Questi projetti si occupano del mestiere di facchino…
In Taranto… si danno ad ogni donna che li ricerchi, bastando che mostri di avere latte per poco che sia. Quando non si offre niuna, si manda gridando per la città in cerca di una donna che li prenda. A queste nutrici si danno otto carlini al mese fino a’ sette anni.
In Bari… la città tiene una casetta colla ruota e con una levatrice alla quale si danno carlini sei al mese ed abitazione… Gli esposti si danno alla prima miserabile che si presenta, a cui si anticipa la prestazione di un mese ch’è di sei carlini. Le viene contribuita fino a’ sette anni, nel qual tempo l’esposto resta abbandonato a se stesso… In alcuni paesi i maschi sono ricercati da’ contadini… Ma non così avviene per le femmine… onde per lo più finiscono… alla prostituzione… Quando sono numerosi si rimettono alla Nunziata di Napoli… In Foggia sopra tutto è sensibile questo costume. Nel sessennio dal 1784 al 1789 sono stati esposti 166 bambini… di cui sono stati trasportati in Napoli 89… e 65 sono morti… In Manfredonia… appena per due anni le nutrici ricevono carlini cinque al mese… Di ciò avviene che le nutrici prendono pochissima cura de’ loro allievi, onde muojono quasi tutti…

Costumi di Puglia, da Audot, 1835

Le Malattie
Nella Puglia Daunia non si conosce l’uso delle cloache; in vece loro sono quasi da per tutto le strade, per cui hanno un aspetto disgustevole e malsano. Si deve attendere la pioggia per dilavarle… I piccoli paesi egualmente che le città sono mal costrutti. Essi erano castelli ne’ tempi andati, circondati di mura per la sicurezza degli abitanti. Di necessità avevano un recinto angusto, strade strette, e tortuose. Oggidì…queste son male lastricate, ripiene di fango e di ogni genere di immondizie, che danno luogo alla fermentazione e alla putrescenza… onde i paesi si potrebbero guardare come il nido di tutte le morbose esalazioni… In tutta la Puglia generalmente mancano le buone acque da bere… Laonde non sono straordinarie le carestie di acqua ed in questi casi la gente… beve acqua putrida… Dove sono cisterne, non vi sono purgatoi; sono piene di lordure e accolgono le acque in tutte le stagioni… Le malattie alcune dipendono dalla natura,… maggiori dipendono dal cattivo regolamento degli abitanti.

Carrozza per gite (Regno di Napoli), sec. XIX

L’Educazione
Mancano dovunque i costumi di buoni istituti, tanto necessari a formare un paese ed a portarlo a stato di grandezza e di fortuna. Siccome le cause politiche hanno fatto sorgere un gran numero di mendichi, così si è pensato più ad erigere ospedali che scuole di educazione, più a fondare monti da dispensare limosine che a mettere i cittadini nello stato di non curarle.
I seminari sono numerosi, ma essi non sono che un avanzo di antica barbaria. Per la loro costituzione non possono allontanarsi dai loro metodi ed i loro oggetti sono tutti diversi dalla grande arte di formare i popoli. Si trova in queste provincie più cultura di spirito e meno ignoranza che non… nella Campania e ne’ due Principati, dove la vicinanza della capitale del Regno chiama nel suo seno i più mediocri talenti… In Lecce fu eretta un’accademia… con un piano favorevole all’agricoltura e alle arti… In detta città si è cercato di erigere un’accademia di nobiltà, a similitudine di quella di Napoli, e vi ha avuto migliore fortuna… Turi è un piccolo paese della diocesi di Conversano con un collegio di Scolopi: le scuole hanno fatto che quasi tutti gli abitanti sanno scrivere e leggere. (*)

“Pastore” da “Italian Sketches” di J. Ross, 1887

 

Conclusione

Questi popoli nel generale sono pieni d’energia e di patriottismo, attaccatissimi alla sacra persona di V. M. ed amano il governo regio e capaci di gran cose, quando a questo fossero disposti e diretti. Formano il perpetuo soggetto dei loro discorsi l’avversione al governo feudale, gli abusi del governo ecclesiastico, la dipendenza che sopratutto detestano dai tribunali della capitale, le dogane interne, le cattive strade, la giustizia male ordinata delle Udienze e nelle Corti locali, e vivono in una certa fiducia di vedere tutto questo riordinato e corretto… Gli inconvenienti (rilevati nelle provincie pugliesi) si deggiono ripetere (si debbono riportare ndr) non meno da difetto di statuti e di costituzione provinciale che da ignoranza. Questa è la più sensibile nell’ordine ecclesiastico, che è quanto dire in quelle persone, nelle cui mani il governo affida la morale dei popoli. L’uomo della società è modificato principalmente dalla religione, ma infelicemente, in luogo della religione, non si ha per lo più che superstizione che in vece di formare corrompe i costumi… Dalle dette cose si vede che il maggiore disordine consiste nel costume nazionale, che è alterato e guasto per effetto delle antiche sciagure del Regno. L’educazione e le nuove leggi… potranno col tempo riparare le rovine di un vecchio edificio.” (1)

Tarantella , da J. Ross, 1889

 

Note:

(*) Per nostra fortuna anche in Brindisi operarono i Padri delle Scuole Pie, che iniziarono la propria attività di istruzione primaria e secondaria il 4 febbraio del 1664 con tre classi; il successo arrise all’iniziativa e presto il numero degli alunni si portò a 200 unità. Vi studiarono quelle generazioni che furono destinate a costituire la classe dirigente cittadina, e tra questi Annibale De Leo, Benedetto Marzolla e Teodoro Monticelli.

Bibliografia e sitigrafia:

Legenda: allo scopo di non tediare il lettore con la ripetizione delle fonti citate, è stato attribuito un numerino per ogni opera consultata, che si ritroverà al termine della citazione e che consentirà l’esatta attribuzione bibliografica/sitigrafica.”

(1) M.L. Herrmann – Angelo e Raffaele Semeraro, Viaggiatori in Puglia dalle origini alla fine dell’Ottocento. Schena Editore.

Tutte le immagini appartengono al libro sopra menzionato.

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