Tutankhamun: i tesori del faraone d’oro in mostra a Londra

Brundarte visita la mostra “Tutankhamun: i tesori del faraone d’oro” presso le sale della  Saatchi Gallery di Londra, nel quartiere di Chelsea, una mostra itinerante che toccherà 10 città nel mondo (Londra è stata la terza dopo i grandi successi di Los Angeles e Parigi con 1,4 milioni di visitatori) progettata dal Ministero Egiziano per le Antichità per celebrare i 100 anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamun da parte dell’archeologo e fotografo inglese Howard Carter.

Il visitatore ripercorre  i cinque anni spesi da Carter alla ricerca della tomba di Tutankhamun,  il giovane Re, nato attorno al 1342 prima di Cristo nella città egiziana di Akhetaton (moderna Tell el-Amarna) che divenne Faraone all’età di 9 o 10 anni (attorno al 1335 B.C.) e si trasferì, con la sua corte, nella città di Memphis, dove morì dopo appena 9 o 10 anni di regno nel 1326 B.C.

La missione dell’archeologo inglese visse momenti particolarmente emozionanti: la scoperta degli scalini della tomba, Carter che guarda da un buco per vedere i tesori e pronuncia le sue famose parole  “Wonderful things”, cose meravigliose, l’apertura del sarcofago e la rimozione della bara dorata, il primo sguardo alla mummia racchiusa nella maschera d’oro, la scoperta di 150 stupendi amuleti ed oggetti preziosi  tra le bende che avvolgevano la mummia e la rivelazione del volto del Re.

In esposizione oltre 150 manufatti del corredo funerario del faraone, tra gioielli, maschere, vasi, scudi ornamentali, letti funerari e statue del defunto, 60 pezzi dei quali in esclusiva assoluta per questa mostra, non avendo mai lasciato l’Egitto prima d’ora. Si tratta di reperti molto delicati da trasportare che sono stati affidati per l’allestimento ad una ex artificiere specializzata in mine che ha raccontato di aver impiegato anche una settimana per togliere le protezioni applicate per il trasporto, trattenendo il fiato in alcune occasioni, proprio come se si trattasse di una mina attiva.

L’esposizione servirà anche per finanziare il completamento del Grande Museo Egizio del Cairo, il più importante progetto culturale al mondo, in cui troveranno posto definitivo i tesori di Tutankhamun.

Gli scavi nella Valle dei Re 

Howard Carter si recò per la prima volta in Egitto nel 1891, quando aveva solo 17 anni, incaricato grazie al suo particolare talento per il disegno, di ricopiare e catalogare le decorazioni e i geroglifici all’interno delle tombe che venivano ritrovate in quegli anni, lavorando con diversi archeologi e in particolare con Sir William Flinders Petris, il padre della moderna Egittologia, da cui apprese le tecniche di scavo alla base dei successi della sua carriera.

Nel 1899, a soli 25 anni,  Carter fu nominato ispettore capo del Consiglio supremo delle antichità dal ministero della Cultura egiziano, iniziando scavi in varie zone, soprattutto nell’area della Valle dei Re.  Il direttore generale del servizio egiziano per le antichità dell’Alto Egitto, Gaston Maspero, lo inviò però al nord del paese dove le cose si complicarono: a causa di un incidente con turisti francesi ubriachi a Saqqara, nel gennaio del 1905, in cui Carter parteggiò per le guardie egiziane del luogo, fu rimosso dall’incarico e fu costretto per mantenersi a fare la guida tra le tombe e a dipingere acquerelli per i turisti. Lavorò solo occasionalmente per missioni archeologiche e si occupò di commercio di antichità.

A quei tempi gli Egiziani consentivano ancora agli stranieri di effettuare scavi e portarsi via parte di ciò che veniva scoperto, cosa che portò molti finanziatori a supportare scavi archeologici in cerca di artefatti preziosi per le loro collezioni private.  Fu in quel periodo che giunse in Egitto George Herbert, il quinto conte di Carnarvon, un ricco aristocratico appassionato di egittologia che aveva già intrapreso una serie di scavi senza grande successo e aveva bisogno di una figura esperta che lo affiancasse. Gli venne proposta una collaborazione con Carter e i due uomini cominciarono a lavorare insieme in un’area posta all’imboccatura della Valle dei Re.

Vennero riportati alla luce importanti ritrovamenti, prima fra tutti la tomba reale di Amenhotep e di sua madre, la regina Nefertari,  ma Carter aveva intuito che nella Valle dei Re potesse trovarsi la tomba del farone Tuthankhamun e premeva per tornare a scavare in quella zona. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale li costrinse a sospendere le ricerche che Carter riprese già nel 1917, senza però riuscire a trovare niente di significativo per ben cinque anni. Carnaveron, deluso, decise di sospendere i finanziamenti e tornò in Inghilterra, ma l’insistenza e la determinazione di Carter lo convinsero a finanziare un’ultima missione. Carter riprese quindi a scavare, ma questa volta in un terreno ancora vergine posto davanti all’ingresso della tomba di Ramses IV.

La scoperta

Il 4 Novembre 1922 doveva essere una normale giornata di lavoro di scavo, ma qualcosa di incredibile accadde: dalla sabbia del deserto spuntò un gradino di roccia che sembrava proprio essere il gradino di ingresso di una tomba. Gli scavi divennero febbrili e già il giorno dopo vennero liberati altri 16 scalini che portavano ad una parete intonacata con intatti i sigilli della necropoli reale: sebbene non ci fosse alcun nome, si trattava per certo della tomba di un faraone.


Immediatamente telegrafò a Carnarvon annunciando “una scoperta meravigliosa nella Valle: una magnifica tomba con i sigilli intatti”. Il barone alla notizia si precipitò ad Alessandria d’Egitto insieme alla figlia Evelyn, per poi raggiungere Luxor il 23 novembre. Tre giorni dopo la parete venne rimossa e Carter, Carnarvon e Evelyn entrarono in un lungo e tortuoso corridoio arrivando ad un secondo ingresso, anch’esso sigillato e con i cartigli del Re. Carter  vi aprì un foro e vi introdusse una candela aspettandosi di vedere i soliti grandi mobili, sedie, letti, bighe come nelle altre tombe. Non era certo preparato alle “cose meravigliose” che le loro torce illuminarono: una visione straordinaria: un solido muro d’oro. E poi strane figure di animali statue e oro, scatole decorate, sedie e oggetti che non riusciva ad identificare: erano giunti nell’Anticamera

Abbattuta la parete entrarono in una stanza contenente oggetti del corredo funerario: letti dorati, vasi in alabastro, figure a grandezza naturale e un trono preziosamente decorato. Anche qui un’altra parete murata che dovettero abbattere per trovarsi finalmente in una stanza contenente una enorme cappella dorata e il grande sarcofago.

Era il 24 febbraio 1922 quando Carter sollevò, con un sistema di pulegge, il coperchio del sarcofago del peso di 600 Kg e al di sotto di esso apparve un nuovo sarcofago antropomorfo in legno rivestito da una lamina d’oro: dopo più di 3000 anni in cui aveva riposato indisturbato Tutankhamun era ritornato per mostrarsi al mondo.


Carter e il suo team impiegarono circa 10 anni per completare lo scavo e catalogare l’immenso corredo funerario del faraone, consistente in 5366 oggetti in oro, argento, vetro, pietre preziose, travertino, legno importato, avorio, lino, pelle e altro ancora. Noi ve ne presentiamo qui di seguito alcuni.

Vasi in alabastro per unguenti 

Questi i primi oggetti che aprono la mostra: sono vasi in alabastro o calcite contenenti oli profumati, molto importanti nei riti funebri.

Scrigno a forma di cartiglio in legno intarsiato

Questa scatola creata  a forma di cartiglio presenta un bellissimo geroglifico in ebano e avorio screziato che riporta il nome di Tutankhamun. Sul pannello posto alla base sono iscritti i due cartigli del sovrano e il suo appellativo in qualità  di discendente di Horus. I nomi in realtà era molto importanti per gli Egiziani e necessari per sopravvivere nel mondo degli inferi.

Contenitor= di cibo per la mummia

Si ritiene che questi contenitori di legno contenessero un’anatra mummificata e tagli di carne, come manzo e capra. Sono stati trovati circa 48  tagli di carne mummificati, avvolti in bende di lino   e collocati all’interno di questi contenitori per sostenere il faraone durante il suo viaggio nell’aldilà.

Sediolina in legno di Tutankhamon con poggiapiedi

Questa sediolina alta 71,5 cm fu fatta per Tutankhamun quando era ancora bambino. Non ha iscrizioni, ma la qualità e la bellezza dei materiali dimostrano che era stata creata per un membro della famiglia reale. I piedi sono a forma di gamba di leone, un elemento molto popolare nei mobili dell’antico Egitto. Anche il contrasto tra ebano e avorio era molto frequente, ma Tutankhamun governò in un età di intense influenze artistiche dei popoli vicini: ogni bracciolo ha infatti un pannello dorato che prende ispirazione dallo stile usato in Grecia  e in Siria.

Statua di Tutankaun  mentre caccia con un arpione

E’ questa una statua in legno dorato raffigurante Tutankhamon con un  ampio collare, gonnellino a pieghe  e sandali,  con in testa la corona del Basso Egitto mentre caccia con l’arpione. Nell’altra mano tiene un rotolo di corda probabilmente dell’arpione stesso. E’ raffigurato in piedi su una canoa di papiro verde scuro pronto a scagliare l’arma. Sotto la barca c’è un piedistallo di legno nero.

Letto funerario di Tutankhamun

Questo letto da cerimonia ricoperto d’oro fu probabilmente fatto specificamente per il funerale di Tutankhamun. I piedi di leone scolpiti rappresentano l’animale più potente dell’antica cosmologia egizia. Le sculture di divinità sulla testiera del letto offrivano protezione al Re, proteggendolo dalle forze oscure del male. Gli antichi egizi credevano che i morti fossero semplicemente addormentati e che si sarebbero svegliati “rinascendo” nell’aldilà. Per garantire il passaggio sicuro del Faraone nel nuovo mondo e tenere a bada le forze del male, sul letto furono scolpite figure divine,  in paricolare Bes, un dio che teneva lontani gli spiriti maligni dai neonati e Tauret, la dea ippopotamo.

Statua del dio Ptah

Statua in legno ricoperto di lamine d’oro di Ptah, dio di Memphis, patrono degli artisti e degli artigiani. Riconoscibile per il colore del copriapo, Ptah stringe tra le mani uno scettro che racchiude in se il significato di dominio, di vita e di stabilità.

Statuetta dell’Alto Egitto

Questa statuetta del Re che indossa la corona dell’Alto Egitto è costituita da legno ricoperto di gesso e poi dorato. È una delle 35 figure rituali del re e delle divinità che sono state ritrovate inei santuari di legno sigillati nella tomba. La combinazione dell’oro della figura e del nero della base simboleggia la Rinascita e la Rigenerazione. Il bastone che tiene nella mano sinistra e la frusta che afferra nella destra sono simboli di regalità.

Lussuoso ventaglio in legno e lamina d’oro

Carter trovò questo  prezioso ventaglio in legno dorato con le piume di struzzo completamente disintegrate dal tempo. Era sul pavimento della camera funeraria accanto al sarcofago e raccontava, attraverso le incisioni su entrambi i lati,  la storia di Tutankhamun  che prende parte ad una  caccia  allo struzzo. Il faraone è raffigurato sul carro, pronto a scagliare  una freccia dal suo arco, a dimostrazione che doveva essere stato un buon cacciatore. I ventagli erano oggetti di gran prestigio nell’antico Egitto ed essere uno “sventolatore di ventaglio sul lato destro del faraone”  era considerato un grande onore.

Statua a guardia del Re

E’ questa una delle due statue trovate da Carter a guardia dell’ingresso della camera contenente il sarcofago con il faraone. Fino alla scoperta della maschera funeraria in oro, queste due statue rappresentavano il giovane faraone nell’immaginazione popolare. La statua qui fotografata ha lasciato l’Egitto per la prima volta per questa mostra.

 Cofanetto intarsiato utilizzato per conservare il fegato di Tutankhamun

La vita ultraterrena era incredibilmente importante per gli antichi Egiziani che credevano che, preservando il corpo dei defunti, la loro anima sarebbe sopravvissuta per sempre. Durante il processo di mummificazione gli organi interni venivano rimossi, avvolti in bende di lino bianco e poste in appositi contenitori chiamati vasi canopici. Generalmente erano dei barattoli, ma talvolta gli organi venivano conservati in preziosi cofanetti d’oro. Questo meraviglioso cofanetto, splendidamente intarsiato,  conteneva il fegato del Faraone.

Busto del giovane faraone

Questo busto in calcite raffigura Tutankhamun che indossa il copricapo nemes sormontato dalle insegne regali del cobra e dell’avvoltoio, che simboleggiavano il potere del faraone sull’Alto e Basso Egitto. La vernice rossa e nera veniva utilizzata per evidenziare le caratteristiche del viso, nonché le due divinità protettive (avvoltoio e cobra) che sporgono dalla sua fronte. La base incassata sotto le spalle indica che il busto fungeva da tappo per una delle quattro cavità cilindriche dell’astuccio canopico in cui venivano conservati in cofanetti separati gli organi mummificati del Re.

 Tutankhamun sul dorso di una pantera

Qui il Faraone è rappresentato in piedi sul dorso di una pantera, animale che simboleggia  Mafdet, la divinità che protegge il sole durante il suo viaggio di notte. La statua  è ricoperta da uno strato di stucco dorato, mentre  il flagello, lo scettro, l’ureo e i sandali sono realizzati in bronzo lucido; la colorazione nera del piedistallo sul quale poggia il faraone, della pantera e del secondo piedistallo contrasta con le parti in bronzo e con i dettagli dorati sul muso e sulle orecchie dell’animale.

Imbarcazioni 

C’erano ben 18 imbarcazioni nella tomba per accompagnare il Faraone nell’aldilà, tutte con la prua rivolta verso ovest. Riproducevano barche fatte di papiro realmente utilizzate dal Faraone nei suoi viaggi . Sulla prima potete vedere  un trono e due pagaie per attraversare le limacciose paludi e persino il Nilo stesso.

 

Gioielli in oro e pietre preziose

Lo scarabeo di questo importante pettorale tiene tra le zampe anteriori il sole nascente Ra. Il coleottero è appoggiato su un canestro intarsiato con turchesi, denominato Neb. Le ali si schiudono a semicerchio sul nome del sovrano in segno di protezione.

 

Trovato sulla mummia di Tutankhamon, questo collare d’oro a forma di falco con le ali spiegate era uno dei tanti gioielli amuletici posti intorno al collo del re. Realizzato in lamiera d’oro, rappresenta il dio Horus, una divinità identificata con la regalità e il potere del sole. I dettagli del piumaggio sul suo corpo appaiono accuratamente incisi. Un filo d’oro attaccato alle due ali regge un contrappeso sospeso  sul retro.

Scrigno in legno dorato
Si tratta di uno degli oggetti più affascinanti scoperti nella tomba di Tutankhamun: un piccolo scrigno in legno dorato, finemente decorato, che mostra la coppia reale, Tutankhamun e sua moglie, in una scena di intimità.

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