L’età della Pietra

A parlare per la prima volta, delle mura che sono alla base della Cattedrale di Brindisi, fu probabilmente lo storico R. Jurlaro in un suo studio del 1968. Forse lui stesso nel 1966 aveva commissionato all’amico Federico Briamo la fotografia che qui pubblichiamo del lato nord della Cattedrale con il particolare della muratura normanna visibile alla base.
Giunse quindi a queste conclusioni:

“Il fatto che l’architetto progettista e le maestranze che eseguirono la ricostruzione della Cattedrale di Brindisi dal 1743 al 1750 cercassero di salvare molte strutture, ed anche portanti, della chiesa antica, induce, in tema di ricerca sulle forme della Cattedrale romanica, all’esame delle testimonianze che ad essa si riferiscono e che possono suddividersi in erratiche, descrittive, grafiche ed esistenti ancora in sito. Si ha così che della chiesa precedente in questa nuova è rimasta intera la planimetria basilicale a tre navate senza transetto, come è dimostrato dalle coincidenze dei limiti estremi della nuova chiesa con quelli dell’antica. La parete di sinistra presenta, infatti, alla base, su via Colonne, due file di conci in carparo alti ciascuno un piede bizantino, ossia cm. 32 circa, cementati con malto terroso. Dall’altro lato, quello di mezzogiorno, sono coincidenti l’angolo esterno dell’abside antica, visibile nel cortile della sacrestia, con quello della nuova chiesa.
Questa coincidenza dimostra oltre che la linea della larghezza l’identità della parte terminale delle due chiese.”

(R. Jurlaro, Studio sulla Cattedrale di Brindisi – Estratto da “Arte Cristiana” n. 557, Luglio-Agosto 1968 p. 237)

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