Chiesa di Santo Stefano – Soleto

La Chiesa di Santo Stefano di Soleto e la vicina Basilica di S. Caterina d’Alessandria rappresentano la prova tangibile di quella singolare civiltà che maturò alla corte di Raimondello del Balzo e di sua moglie Maria d’Enghien Brienne, dei quali resta ancora visibile, sia pure molto mal ridotto, lo stemma del casato sulla sommità del rosone.
La chiesetta, intitolata inizialmente ai Santi Stefano e Sofia, sorge, secondo lo studioso Charles Diehl, nel 1347, diventando un importante centro religioso e culturale italo-greco che durò fino alla fine del ‘500. La facciata presenta un portale romanico, sormontato da un rosone di pura tradizione pugliese, e un piccolo campanile a vela con elementi gotici. Il portale a protiro quasi completamente corroso, presenta delle cornici ed un architrave traforati con motivi floreali-geometrici il cui ornamento è andato anch’esso completamente perso, e una lunetta destinata a contenere, molto probabilmente, l’affresco del Santo titolare. Il rosone è fonte di luce a forma di ruota, con otto raggi, in cui è presente quel che resta di uno scudo araldico con le tracce dei contrassegni della famiglia Orsini del Balzo. L’interno ad aula unica con abside, ha la volta coperta da capriate lignee.
Il programma iconografico, seppure svolto in più fasi esecutive, interessa tutti i muri della chiesa, con un ben preciso progetto teologico.

Il rito greco a Soleto
Soleto fu durante tutto il Basso Medioevo e fino alla fine del XVI secolo un centro culturale religioso italo-greco. Infatti era sede di un vescovo greco e di un Protopapas, ultimo dei quali Antonio Arcudi, padre di Francesco Arcudi, fu incaricato di comporre il Neon Anthologion nel 1598, una specie di breviario bizantino ad uso del clero greco in Terra d’Otranto. Soleto fu anche centro di trascrizione di manoscritti, molti dei quali si trovano nelle più grandi biblioteche europee.
Le consuetudini greche e bizantine influenzarono i riti liturgici, nuziali e funerari. Gli sposi, si legge in un trattato bizantino sulla liturgia e teologia del matrimonio in scrittura greco-salentina, partecipavano al calice comune che conteneva vino dolcificato col miele, il cui termine torna nel viaggio di nozze, noto come “luna di miele”.
Dall’antica ritualità greca, derivano anche le prefiche, le figure femminili più antiche della storia della Grecìa Salentina e di Soleto. Conosciute anche come “repute” o “chiangimuerti”, queste lamentatrici di mestiere, rifacendosi alla tradizione classica, eseguivano durante i riti funerari degli struggenti canti della morte con teatrale e lamentosa mimica; vestite con abiti scuri e con il volto coperto da un velo nero, si recavano, a pagamento, presso la dimora del defunto per decantare le sue qualità con lodi, pianti, cantilene, canti della morte, grida e gesti disperati.

Gli affreschi
Chi varca la soglia d’ingresso della piccola chiesetta, prova subito una grande meraviglia causata dall’esplosione di colore proveniente dall’interno. Meraviglia che viene però sostituita dalla sorpresa per l’elevato valore artistico degli affreschi e per i contenuti biblici e teologici che ispirarono le immagini.
In Santo Stefano, i Vangeli canonici e apocrifi, insieme alla storia “fabulosa” del santo eponimo, diventarono colore in una successione di interventi pittorici, racchiusi tra la fine del Trecento e gli anni Cinquanta del Quattrocento.

Abstract: Sergio Ortese, Pittura tardogotica nel Salento; Luigi Manni, La chiesa di Santo Stefano di Soleto; Wikipedia – Chiesa di Santo Stefano (Soleto).

Parete Orientale – Abside
Qui sono raffigurati i più antichi affreschi, l’icona della Sapienza (Santa Sofia) e i quattro evangelisti. Sulla parte superiore la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli intorno alla Vergine Maria in preghiera davanti alle mura di Gerusalemme. I cartigli che i Santi hanno in mano sono tutti in lingua greca.

Parte inferiore

Santi Vescovi

Santa con libro

Angelo Gabriele e San Sebastiano (?)

Annunciazione

Catino absidale

Pentecoste

Basilio il Grande, Gregorio Nazianzeno, Cristo Sapienza, Atanasio, Giovanni Crisostomo (da sinistra verso destra)

Parte superiore

Antico dei giorni

Vergine orante – Ascensione di Cristo

Visione di Ezechiele

Serafini

I quattro viventi dell’Apocalisse 

Angeli musicanti

Angeli musicanti (part.)

Apostoli (lato dx)

Apostoli (lato sx)

Daniele

Pareti laterali 
Qui sono raccontate, in stile medioevale e con abiti quattrocenteschi, le vicende di Santo Stefano (sulla parete sud) e della vita di Cristo (su quella nord) divise in tre registri longitudinali. Sulla parte inferiore è raffigurato un seguito di santi e sante a grandezza naturale.

Parete Sud – Vicende di Santo Stefano

Parte superiore (da sx verso dx)

Preghiera dei genitori di S. Stefano

Banchetto familiare – Annuncio dell’Angelo

Nascita di S. Stefano

Viaggio del Santo e sua opera di evangelizzazione

Apparizione dell’Angelo a un uomo barbuto

Cavaliere coronato si inginocchia al cospetto del Santo

Santo Stefano benedice il cavaliere e la sua scorta

Santo Stefano battezza il cavaliere

Discorso ai giudei

Rapimento e bastonatura del Santo ad opera dei Giudei

Saulo di Tarso bastona Santo Stefano

Un Angelo salva Santo Stefano dalla crocifissione

Versamento di piombo fuso nella bocca del Santo

Lapidazione e morte di Santo Stefano

Parte inferiore (da sx verso dx)

Immagini di Santi

Cristo Sapienza

Madonna con Bambino

Santo Stefano

Crocifissione

San Giovanni Battista

Sant’Antonio Abate

San Nicola

Immagini di Santi sull’intradosso

Parete Nord – Vita di Cristo

Parte inferiore (da sx verso dx)

Santa Tecla

Maddalena

Santa Caterina

San Simone

San Michele Arcangelo

Cartiglio con indicazione dell’anno di costruzione della chiesa 

San Lorenzo (?) e Santo Stefano

San Giovanni elemosiniere

San Giovanni elemosiniere (part.)

Parte superiore (da sx verso dx)

Cavalcata dei Magi – Fuga in Egitto

Strage degli innocenti – La montagna di Dio si apre per accogliere Elisabetta e San Giovanni Battista

Battesimo dei neofiti – Battesimo di Cristo

Tentazione di Cristo nel deserto – Guarigione del cieco nato

Guarigione dell’ossesso – Risurrezione di Lazzaro

Entrata di Gesù in Gerusalemme

Ultima cena – Deposizione dalla Croce – Deposizione nel Sepolcro – Trasfigurazione – Risurrezione

Tradimento di Giuda – Gesù davanti a Pilato

Flagellazione – Trasporto della Croce

Inchiodatura di Cristo sulla Croce – Cristo sul Golgota

Controfacciata (parete ovest)
Sulla facciata interna del prospetto è rappresentato il Giudizio universale con la particolarità del demonio in stucco nero a sbalzo, nello schema iconografico tradizionale dell’arte bizantina. Al centro, in alto nel rosone, Gesù Cristo con ai piedi la Vergine e san Giovanni Battista. Ai due lati i dodici apostoli con in mano i Vangeli. Due angeli, a destra e sinistra suonano la tromba, mentre l’arcangelo Michele è rappresentato come un cavaliere medioevale armato. A sinistra dell’arcangelo sono raffigurati i dannati, mentre a destra il Paradiso con san Pietro che regge le chiavi e tiene per mano il buon ladrone.

Questa piccola chiesa è oggi l’unica superstite di un passato religioso e culturale di tradizione bizantina dove gli affreschi rappresentano l’intera conoscenza dei misteri della fede cristiana tradotti in un linguaggio figurativo-pittorico che tutti possono capire: La Trinità, Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, Giudizio Universale, Paradiso/Inferno, Bene/Male, Angeli/Diavoli, Maria tra Gesù e gli uomini.

Parte inferiore (da sx verso dx)

Sant’Onofrio

San Giorgio e il drago

San Gioacchino

Sant’Anna e Maria bambina

Parte superiore (da sx verso dx – dall’alto verso il basso) 

Il Giudizio Universale

Deesis

Apostoli

Etimasia (rappresentazione di un trono vuoto con le insegne di Cristo ndr)

Personificazione della Terra

Personificazione del Mare

Gli Eletti

Eresiarchi

Paradiso

Psicostasia (pesatura delle anime ndr)

Inferno

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