Monteruga, paese fantasma nel cuore del Salento

Nel cuore del Salento, a pochi chilometri dal mar Ionio, sulla strada che congiunge San Pancrazio Salentino a Torre Lapillo, fra le campagne di Salice e Veglie, si trova Monteruga, un paesino nato durante l’era fascista e completamente abbandonato nei primi anni ‘80, diventato oggi meta del cosiddetto “turismo dell’abbandono”: curiosi e visitatori lo esplorano, muovendosi tra le sue spettrali bellezze, sterpaglie, calcinacci, vecchie cose residue, testimonianza della vita dell’antico borgo che si estendeva per 590 ettari, dei quali 250 coltivati a uliveto e 315 utilizzati come seminativi.

Il centro si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che decisero di stabilirsi in questa zona. A popolare Monteruga arrivarono famiglie da tutto il  Sud Italia, riunendo le masserie dei dintorni e formando così un piccolo borgo dove, nei periodi di maggiore lavoro, si arrivavano a contare anche 800 abitanti che vivevano praticamente dei frutti della terra che coltivavano.

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Trenta anni fa la privatizzazione dell’azienda agricola omonima, di cui ancora oggi si può leggere l’insegna, insieme alla conseguente spartizione dei terreni e la crescente attrattiva dei centri urbani che attiravano a sé sempre più agricoltori, segnò la inesorabile fine del paese.

Galleria: bari.repubblica.it

Il completo e improvviso abbandono fa sì che oggi Monteruga sia un vero e proprio paese fantasma, ancora segnalato da vecchi cartelli stradali, ma devastato da incuria, degrado e oblio. La grande masseria centrale, le case dei contadini, la scuola rurale, il frantoio, la chiesa, la piazza, la caserma, il dopolavoro, il campo da bocce, il deposito tabacchi, la cantina e ogni struttura presente è abbandonata e avvolta da una atmosfera quasi surreale.

Il portone della chiesa, intitolata a Sant’Antonio Abate,  è sfondato.  All’interno ovunque calcinacci e sporcizia. Anche qui a dominare un senso di immobilità, come se tutto si fosse fermato in un istante.

Il porticato dove un tempo c’erano le dimore dei contadini  sta crollando, come il soffitto di buona parte degli edifici, del deposito tabacchi e della cantina.

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Negli anni il problema del degrado del posto non è stato mai affrontato in maniera seria dalle amministrazioni locali che non si sono nemmeno preoccupate di mettere in sicurezza le parti più pericolanti delle strutture facilmente accessibili da chiunque decida di addentrarsi fra le strade abbandonate. E, sebbene non sarebbe difficile intravedere l’attrattiva turistica che Monteruga potrebbe significare per il Salento, il borgo resta nel suo degrado e diventa ogni giorno più spettrale.

 

Monteruga è in una posizione strategica, sulla linea che congiunge l’Adriatico allo Ionio,  vicina alle spiagge, alle bellezze naturalistiche e ai tesori artistici del Salento, eppure rimane un fantasma che ogni tanto ritorna agli onori delle cronache e all’attenzione dei media senza però che si intraveda un serio progetto che preveda un restauro e un riutilizzo che preservi l’essenza storica del villaggio/masseria e ne rispetti la storia.

Si ringraziano Mario Carlucci, Andrea Ecclesie  e Francesco Manelli   per la collaborazione.

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