National Gallery di Singapore: arte e anima del sudest dell’Asia

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La National Gallery di Singapore è l’istituzione  museale con la  più grande collezione pubblica di arte moderna di Singapore e del Sud-Est asiatico. Situata nel modernissimo cuore della città, la Galleria è ospitata in due monumenti nazionali – il Municipio e l’ex Corte Suprema – che sono stati magnificamente restaurati e trasformati nell’attuale straordinario spazio di 64.000 metri quadrati.

Qui il nostro articolo sulla sua innovativa architettura

Rispecchiando il patrimonio unico di Singapore e la sua importante posizione geografica, la Galleria vuole essere un ponte affinchè  l’arte di Singapore e del Sud-est asiatico tutta dialoghi con il resto del mondo per promuovere e ispirare una società creativa e inclusiva. Ciò si riflette non solo nelle esposizioni permanenti, ma anche nella formazione, nelle mostre speciali e nella programmazione davvero innovativa. La Galleria collabora anche con musei internazionali come il Centre Pompidou, il Musée d’Orsay e la Tate Britain.

Nel 2018, la Galleria è stata l’unico museo nel Sud-est asiatico presente in classifica nel sondaggio annuale di The Art Newspaper per i musei, aggiudicandosi il 38° posto. È anche il primo museo in Asia ad aver ricevuto  il premio Children in Museums dall’European Museum Academy e dall’Associazione internazionale dei bambini nei musei Hands On! Ha inoltre vinto premi per “Migliore attrazione tematica” ai TTG Travel Awards del 2017, “Best Attraction Experience”, “Breakthrough Contribution to Tourism” e “Best Customer Service (Attractions)” ai prestigiosi Singapore Tourism Awards nel 2016 per il suo contributo alla vitalità del panorama turistico di Singapore.

Le Gallerie

La National Gallery di Singapore offre la più grande e pregiata esposizione dell’arte di Singapore del sud-est asiatico dal 19° secolo ad oggi, comprendendo quindi arte moderna e contemporanea. Ospita due gallerie permanenti, la DBS Singapore Gallery e la UOB Southeast Asia Gallery,  che attraverso l’arte raccontano la storia sociale, economica e politica della regione.

Il nucleo originale della collezione è nato da  un lascito  di 93 opere fatto al Museo Nazionale nel 1976 dal noto magnate cinematografico e mecenate d’arte, Dato Loke Wan Tho. Nel corso degli anni questo primo nucleo è cresciuto significativamente raggiungendo circa 8000 pezzi nel 2010, con  opere di importanti artisti singaporiani come Georgette Chen, Chen Chong Swee, Chen Wen Hsi, Cheong Soo Pieng e Liu Kang. La collezione ora spazia dai dipinti naturalistici degli inizi del XX secolo alle installazioni video contemporanee, contando anche pezzi di artisti internazionali di gran fama, come Affandi (Indonesia), Latiff Mohidin (Malesia), Le Pho (Vietnam), Montien Boonma (Tailandia) e Fernando Cueto Amorsolo (Filippine).

La DBS Singapore Gallery

La DBS Singapore Gallery si propone di studiare e presentare l’identità culturale ed estetica di Singapore dal periodo coloniale ai giorni nostri.

A partire dal XIX secolo, la narrativa racconta come i contesti locali e regionali, le influenze internazionali e la creatività individuale hanno modellato e trasformato lo sviluppo dell’arte di Singapore. Nella galleria si mettono in luce le molteplici sfaccettature dell’arte di Singapore, derivate dall’intreccio di diversi valori ed espressioni culturali, lo scambio fluido di nuove idee e la continua sperimentazione degli artisti locali.

La UOB Southeast Asia Gallery

Ospitata nell’ex edificio della Corte Suprema, la Galleria UOB Southeast Asia presenta la storia dell’arte del sud-est asiatico attraverso impulsi artistici condivisi in tutta la regione. A partire dal XIX secolo, la storia dell’arte del sud-est asiatico è caratterizzata dai rapporti tra le tradizioni della regione e la modernità. L’arte viene concepita come un ampio panorama in cui gli artisti del sud-est asiatico hanno cercato di incorporare e reinventare le espressioni locali e le tradizioni estetiche con l’avvicinarsi dell’età dell’arte moderna.

Si condivide qui la storia avvincente della cultura umana, vista attraverso una regione che è stata il punto d’incontro di importanti civiltà, religioni, potenze coloniali e il centro di lotte per l’indipendenza e le modernizzazioni nazionali.

Ma iniziamo la visita alle Gallerie attraverso le nostre foto alle opere d’arte presenti nel Museo che più ci hanno colpito e interessato! Vi presentiamo subito il grande batik di Seah Kim Joo lungo oltre 2 metri e mezzo e composto da cinque pannelli. Questo murales fu commissionato per l’inaugurazione dell’Hotel Malaysia (successivamente chiamato Omni Marco Polo Hotel) avvenuta nel 1968. Il murales doveva salutare gli ospiti al loro arrivo e per la prima volta un tradizionale batik viene eseguito per scopi funzionali. Seah dimostra qui la sua capacità di adattare le tecniche antiche per creare una moderna opera d’arte. Oggi questo lavoro dà il benvenuto ai visitatori della Galleria.

Seah Kim Joo, 1968 – Vita in Malesia

La stampa che segue è una delle più antiche della Galleria e ricrea un presunto incidente che coinvolse George Coleman, il primo sovrintendente governativo dei lavori pubblici. Nel 1835, una tigre attaccò Coleman e il suo gruppo di lavoratori indiani che stavano conducendo un sopralluogo. L’incidente è dipinto qui nel suo momento più drammatico dando di Singapore una prospettiva diversa rispetto alle pittoresche vedute delle rappresentazioni coloniali: la tigre salta fuori dalla fitta giungla e, colti di sorpresa, gli uomini abbandonano le loro attrezzature. Vediamo qui un insolito incontro ravvicinato con i pericoli nascosti all’interno dell’isola.

Heinrich Leutemann, 1865 – Rilevamento interrotto a Singapore

Ci sono pochi dipinti a olio che possono essere ricondotti al periodo iniziale in cui gli inglesi arrivarono a Singapore e l’arte come espressione di sé cominciò ad emergere tra gli artisti locali, e questa “Lince” ne è sicuramente un esempio. Low fu infatti uno dei primi e più affermati professionisti dell’arte visiva. Oltre ad essere un pittore, era anche noto per le illustrazioni e la fotografia stampate. Ha creato molte opere viaggiando attraverso la regione, e traendo ispirazione dalle varie esperienze fatte nei paesi che visitava.

In questo quadro una lince posa su un tronco d’albero, guardando intensamente verso lo spettatore. L’artista ritrae l’animale in modo realistico, con l’osservazione dettagliata e l’uso di colori e trame. La tavolozza dei colori  scelta, dal vibrante arancio e nero sullo sfondo tenue del cielo blu e delle foglie verdi , è audace e plateale

Low Kway Song, 1921 – Lince

Molte opere della Galleria hanno come soggetto il primo insediamento di Singapore, il suo fiume, la vita dei pescatori e dei suoi abitanti. Di seguito una serie di questi meravigliosi dipinti da noi fotografati:

 

 

 

Tra i principali autori esposti, una menzione speciale va a Georgette Chen. Dopo aver vissuto e lavorato a Shanghai, Parigi e New York, la Chen (1906 – 1993)  arrivò a Singapore nel 1953 e diventò cittadina singaporiana il 19 Agosto 1965. In una lettera ad una amica nel 1961 scrisse:

“Più a lungo vivo qui, più forte diventa la mia intenzione di trascorrere il resto dei miei giorni in questo lontano paese tropicale, dove anche gli artisti emergenti possono vivere con dignità”.

Georgette Chen ha contribuito in maniera determinante alla crescita dell’Accademia di pittura Nanyang a Singapore. Avendo studiato e vissuto a Parigi neli anni formativi della sua vita, le opere di Chen mostrano caratteristiche tipicamente impressioniste rese in una mano asiatica. Famosi i suoi paesaggi, le nature morte, ma soprattutto i ritratti al marito e gli autoritratti.

Autoritratto di Georgette Chen, 1946 – Singapore

Il suo primo marito, e il soggetto di questo e di molti altri dipinti, è stato parte centrale della sua prima infanzia. In questo ritratto, è seduto su una sedia in rattan, con un libro in mano, mentre guarda lontano. Interessante è la  firma scritta verticalmente verso il basso,  molto simile ai caratteri cinesi.

Ritratto di Eugene Chen (1940), Georgette Chen

Ancora vita in una mela tagliata, Georgette Chen, 1928 – Singapore

Fior di loto nella brezza, 1970 – Singapore

Come lei, molti artisti le cui opere ammireremo in questa sezione del museo, trovarono a Singapore la loro casa, decidendo di restarci per sempre, piuttosto che considerarla come un capitolo temporaneo della loro vita. Questo senso di appartenenza lo troviamo nei lavori della maturità di questi artisti che rappresentano paesaggi pieni di vita, speranza e attività. Alla fine degli anni ’60, l’Accademia d’arte Nanyang a Singapore diventò la voce di una visione idealizzata dell’identità locale, in forte contrasto con il vorticoso sviluppo a Singapore e nel mondo.

Ritratto di Lim Loh (1927) del pittore cinese Xu BeiHong 

L’artista Chen Wen Hsi scrisse nelle sue memorie

“L’equatore è un paradiso per i tantissimi fiori e frutti, per l’ambiente marino e per gli uccelli. Se si è aperti a nuove idee e si vuole imparare dalla natura, qui i soggetti da dipingere sono infiniti”

Il battello, Chen Wen Hsi, 1952

Sono queste le motivazioni che richiamarono molti artisti in questa regione. Cheng Chong Swee, Chen Wen Hsi, Cheong Soo Pieng e Liu Kang visitarono insieme Bali nel 1952. Ispirati da questo viaggio, gli artisti produssero diverse opere usando un nuovo approccio e soggetti diversi che furono esposti un anno dopo, nel 1953, in una mostra il cui successo segnò in modo indelebile l’arte a Singapore. Gli anni 50 e 60 furono anche caratterizzati dall’attività di gruppi di artisti come la Society of Malay Artists, la Ten Men Art Group che viaggiarono in tutto il Sudest dell’Asia, sviluppando un ben distinto linguaggio artistico peculiare della regione.

Tessitrici, Cheng Chong Swee, 1952 – Singapore

Ritorno dal mercato,  Cheong Soo Pieng, 1975

La spiaggia di Bali,  Cheong Soo Pieng, 1955

I lavori di Lee (1913 – 1988) sintetizzano sia le tecniche occidentali che quelle cinesi. In questo raro autoritratto, l’artista è circondato da oggetti di un tipico studio, come statue e busti, con cui lui aveva sicuramente familiarità. Tuttavia, i fiori di crisantemo riprendono la sua tradizione orientale. Nato a Guangzhou, Lee si era trasferìto a Singapore nel 1916 e in seguito aveva ricevuto una borsa di studio per studiare all’Aia. Nel 1960, fu nominato con successo pittore ufficiale del Palazzo Presidenziale dell’Indonesia. È uno dei nomi di spicco dell’arte Nanyang.

 

Lee Man Fong, 1958 – Autoritratto

La Liu Kang Gallery commemora il ruolo pionieristico di Liu Kang (1911 – 2004) nello sviluppo dell’arte moderna a Singapore. Nel maggio del 2003, Liu Kang e sua moglie Chen Jen Pin (1913 – 2009) donarono la loro collezione privata di oltre 1000 opere alla National Collection ora esposta qui alla National Gallery.

Nato in Cina, Liu Kang trascorse gli anni della sua formazione in Malaya. Studiò dapprima arte a Shangai, per poi trasferirsi a Parigi e successivamente a Singapore quando già la sua carriera era avviata. Qui fu uno dei fondatori dell’Accademia di Nanyang, svolgendo un ruolo fondamentale per il movimento artistico e culturale di questa regione. Fu Presidente della Society of Chinese Artists (1946 – 1958) e membro fondatore della Singapore Art Society. Gli è stata conferita la Medaglia per Servizi Meritori nel 1996.

Vita lungo il fiume,  Liu Kang, 1975 – Singapore

L’artista e la modella, Liu Kang, 1954 – Singapore

Souri,Liu Kang, 1953 – Singapore

Tra il 1920 e il 1930 furono molti gli artisti ad arrivare a Singapore, spinti dal pericolo di una imminente guerra mondiale. Formatisi in scuole diverse – Shangai, Londra, Parigi – questi artisti portarono le loro diversità nel panorama culturale locale. Lim Hak Tai, che giunse dalla Cina nel 1937, l’anno in cui iniziò la seconda guerra cino-giapponese, fondò l’Accademia Nanyang di Arti Fini nel 1938. Qui si insegnavano sia le tecniche ad olio occidentali che quelle ad inchiostro di china tipiche della Cina e l’Accademia presto divenne un importante filone di educazione dell’arte, affiancandosi a quello inglese del governo britannico che insegnava principalmente l’acquerello, sotto la supervisione e la tutela del soprintendente Richard Walker.

Questi studi portarono ad un fiorire dell’arte fino all’inizio dell’occupazione giapponese nel 1942. Gli artisti e gli intellettuali furono tra i primi ad essere imprigionati o uccisi. La produzione artistica comunque non cessò, si tenne persino qualche mostra e gli artisti crearono opere che riflettevano la loro esperienza di guerra.

Il dipinto di Walker (1896 – 1989) raffigura la Natività di Gesù ne è un classico esempio. Qui, la Vergine Maria e altre figure bibliche sono ritratte con sembianze asiatiche, e uno dei Magi è vestito con abiti cinesi. Il dipinto venne creato quando Walker fu internato nel campo di prigioneri di Changi durante l’occupazione giapponese di Singapore nella seconda guerra mondiale. Prima di arrivare a Singapore, Walker si era specializzato in decorazione murale presso il Royal College of Art di Londra. Probabilmente il dipinto doveva essere collocato dietro l’altare della Santa Comunione nella cappella della prigione di Singapore Changi. Dopo la guerra, fu donato alla diocesi anglicana di Singapore, che successivamente lo donò al Singapore Art Museum.

Richard Walker, 1942 – Epifania 

Nel suo “Lezione di pittura” Lim Yew Kuan  descrive un angolo di uno studio d’arte in cui lavorano quattro studenti. La  composizione proietta un’intimità visiva e l’artista presta molta attenzione anche alla forma degli oggetti di sfondo, come cavalletti e sgabelli. Lim (1928) era un giovane promettente artista nel 1957 e la sua pittura ci dà un’idea di come gli artisti venivano formati, qualcosa che conosceva bene e di cui era appassionato. Membro fondatore della Equator Art Society, una associazione culturale di sinistra, Lim, che aveva studiato alla Chelsea School of Art di Londra dopo essersi diplomato all’Accademia di Belle Arti di Nanyang nel 1950, si può considerare un talentuoso pittore socialista realista.

Lim Yew Kuan, 1957 – Lezione di pittura

Sempre del 1957 anche questa opera di Lim Mu Hue

Lim Mu Hue, 1957  – Within the Museum I

Proviene dall’Accademia di Belle Arti di Nanyang anche Lee Boon Wang, uno dei primi pittori ad olio di Singapore. Laureatosi nel 1953, Lee insegnò all’Accademia per due anni, aderendo poi alla Equator Art Society. Influenzato dal suo collega artista e contemporaneo Chua Mia Tee, Lee Boon Wang trae una grande influenza dal realismo europeo del 19° secolo. In questa opera è evidente l’intenso sforzo di Lee nel riflettere la dura realtà subita dalla classe operaia a Singapore.

Lee Boon Wang, 1958 – Contadino di Potong Pasir

“Lezione di lingua nazionale” di Chua Mia Tee trasmette i forti sentimenti nazionalistici maturati nel 1959, quando a Singapore fu concessa la piena indipendenza di governo. Il dipinto è un esempio ideale di realismo sociale di un movimento artistico dinamico che sentiva che l’arte doveva rappresentare le preoccupazioni delle classi lavoratrici. Molte opere prodotte durante il turbolento decennio degli anni ’50 incarnavano aspirazioni per la libertà e l’indipendenza. Nata in Cina, Chua emigrò a Singapore nel 1937 e divenne un membro di spicco della Equator Art Society. Il gruppo credeva nella responsabilità sociale dell’arte e quell’arte doveva impegnarsi direttamente nel miglioramento della società. Chua si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Nanyang nel 1957. È considerato un maestro della ritrattistica e ha dipinto ritratti di presidenti e primi ministri di Singapore.

Chua Mia Tee, 1959, Lezione di lingua nazionale

L’opera che segue è invece una xilografia con intricati dettagli che raffigura una scena in spiaggia. La xilografia è una tecnica d’incisione in rilievo in cui si asportano dalla parte superiore di una tavoletta di legno le parti non costituenti il disegno. Le matrici vengono inchiostrate e utilizzate per la realizzazione di più esemplari dello stesso soggetto, mediante la stampa con il torchio. Gli artisti di Singapore che lavorano con questa tecnica erano originariamente stati  influenzati dal movimento di xilografia  di sinistra in Cina. Questa invece  è una stampa che evita soggetti politici e  si concentra sul catturare scene locali, stili di vita e l’essenza del sud-est asiatico. Poco dopo la celebrazione della sua prima parata del National Day di Singapore nel 1966, sei artisti locali che erano docenti all’Accademia delle Belle Arti di Nanyang tennero una mostra collettiva di xilografia. Seascape è una collaborazione tra tutti e sei gli artisti: Tan Tee Chie, See Cheen Tee, Lim Yew Kuan, Lim Mu Hue, Choo Keng Kwang e Foo Chee San. Contrariamente alle tradizionali tecniche di xilografia, gli artisti hanno qui lavorato su sezioni dell’opera senza bozzetti o disegni preparatorio. È l’unica xilografia del suo genere nella storia di Singapore.

Lim Yew Kuan, Foo Chee San, Choo Keng Kwang, Lim Mu Hue, See Cheen Tee, Tan Tee Chie, 1966 – Seascape

Ben noto per la sua pittura ad olio e per il suo stile espressivo, Yeh Chi Wei si diplomò all’Accademia di Belle Arti Xinhua di Shanghai nel 1936. Viene indicato come uno degli “artisti di prima generazione” di Singapore ed è famoso per aver organizzato viaggi di pittura e mostre con  il Gruppo Ten Men, una società artistica attiva negli anni ’60. Raccolse molti souvenir nei suoi frequenti viaggi nel sud-est asiatico e la figura in questo dipinto ricorda una scultura in legno della sua collezione. Possedeva anche parecchie collane e braccialetti simili a quelli indossati dalla figura nel dipinto, così come un tessuto con motivi simili.

Yeh Chi Wei, 1965 – Tamburo

Yeh Chi Wei, 1976 – Donna delle Filippine

Khoo Sui Ho, 1971 – Paesaggio con tre figure

Ho Kok Hoe è stato un eminente architetto a Singapore. Laureatosi in Australia, dove aveva studiato dal 1948 al 1952, al suo ritorno a casa fu determinante nel portare l’arte di Singapore sul palcoscenico mondiale portando nel 1955  i lavori di artisti pionieristici della regione a Londra.  Questo quadro, che raffigura tre giovani in divisa militare impegnati in una conversazione forse durante una pausa dell’addestramento, è una delle sue opere più note.

Ho Kok Hoe, 1977 – Conversazione

Eng Tow è stata una delle artiste più famose di Singapore negli anni ’80. Iniziò la sua carriera producendo arazzi con diversi tessuti, ma in seguito si cimentò in altre forme d’arte come la stampa e lavori con la carta. Fu stimata e apprezzata in tutto il mondo.

Eng Tow, 1979 – Ciotole

Koeh Sia Yong fu uno dei pionieri del gruppo di artisti di seconda generazione a Singapore. Nato nel 1938, si laureò in Pittura Occidentale all’Accademia di Belle Arti di Nanyang nel 1958. Pittore, grafico, impegnato in progetti di arte per bambini, fu anche fumettista politico per il Nanyang Business Newspaper negli anni ’80. La sua carriera artistica abbraccia un periodo di oltre 50 anni, ritraendo principalmente scene della cultura del sud-est asiatico e della sua gente, in particolare a Bali e Singapore. Le sue opere d’arte sono ricercate da molti collezionisti e intenditori d’arte di tutto il mondo. Con “Persecuzione” Koeh volle sostenere la richiesta di un risarcimento della Camera di Commercio Cinese in Singapore al governo del Giappone per il massacro di civili di cui si macchiarono nella guerra cino-giapponese.

Koeh Sia Yong, 1963 – Persecuzione

In “Here they come!” (Eccoli che arrivano) invece Koeh ha voluto mostrare come i venditori abisivi  dovevano scappare velocemente quando arrivavano le guardie. Se non riuscivano a correre via in tempo, avrebbero pagato una multa e gli sarebbero stati sequestrate le mercanzie . Abbiamo iniziato come una nazione molto povera con un alto livello di analfabetismo e il falco era uno stile di vita per molti per sopravvivere. Una cosa grandiosa che ne è derivata è stata la creazione di molti meravigliosi alimenti per venditori ambulanti che hanno vissuto fino ad oggi, ma in condizioni igieniche nei centri ambulanti

Koeh Sia Yong, 1965 – Eccoli che arrivano!

Come molti artisti di Singapore di seconda generazione, Ang Ah Tee ha prodotto una grande quantità di opere, con soggetti del luogo e dei dintorni come il fiume Singapore e Chinatown. E’ riuscito a distinguersi dai suoi contemporanei, poiché il suo linguaggio pittorico, che va oltre la rappresentazione naturalistica, consente allo spettatore di visualizzare la partecipazione e il coinvolgimento emotivo dell’artista con le scene dipinte. Questo lavoro venne prodotto durante i suoi primi periodi di  ricerca di punti di vista pittorici nella vita quotidiana della città. Mama Stall era un bazar situato lungo Sophia Road. I clienti si fermavano a comprare snack, bevande, giocattoli per bambini, ecc. L’artista trovava l’esposizione dei prodotti unica e affascinante. In questo lavoro  adotta la tecnica ad impasto nella pittura ad olio, che in seguito divenne una caratteristica chiave del suo linguaggio pittorico

Ang Ah Tee, 1986 – Mama Stall (Sophia Road)

SCULTURE

Ng Eng Teng, 1960 – Schiavitù

Lee Boon Wang, 1959 – Prima di dipingere

Tan Teng-Kee, 1976 – Space Sculpture No. 1, Metallo

Wee Kong Chai, 1978 – Ragazza

Aw Eng Kwang, 1978 – Madre con bambino, ceramica

Shui Tit Sing, 1980 – Longhouse, legno teak

La Rete è una lavoro di Teo Eng Seng  composta da rifiuti pescati nel fiume Singapore. Teo (1938) aveva abbandonato la pittura a olio nel 1979 e aveva inventato questo tipo di  scultura dando una svolta non convenzionale alle precedenti opere sul fiume. E’ qui evidente l’intervento umoristico e ironico dell’artista nel grande dibattito sul fiume di Singapore degli anni ’70 e ’80 in cui gli artisti di Singapore venivano criticati per il loro uso eccessivo del fiume come soggetto dei loro lavori. Nello stesso anno in cui realizzò questa opera, Teo ricevette il prestigioso premio Cultural Medallion.

Teo Eng Seng, 1986 –  La rete: sicuramente il fiume Singapore

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